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Parco Spurgazzi, spesa una super cifra: da dove arrivano i soldi?

680.000 euro ben spesi restituiranno alla collettività lo storico Parco del Canavese. Ma da dove arriva questa ingente somma di denaro?

lavori restauro mura

Parco Spurgazzi di Caluso, spesa una super cifra: da dove arrivano i soldi?

Quando un’opera pubblica ha un costo imponente torna subito alla mente il tormentone di Totò: “E io pago!”.

Ma in questo caso, non è proprio così! Grazie ai fondi del PNRR e ai 680.000 euro ben spesi, sarà infatti possibile restituire alla città del Canavese, il Parco Spurgazzi di Caluso completamente restaurato.

Il cantiere è stato rimosso qualche giorno fa, rimane ancora una parte del belvedere da terminare, ma dovrebbe essere tutto in ordine per la storica Festa dell’Uva di Caluso: un evento molto atteso nel Canavese! Così, dopo qualche mese di lavori, la città riabbraccia il suo prezioso Parco Spurgazzi, tirato a nuovo dopo un necessario periodo di restauro.

Il Parco è stato realizzato nella prima metà del ‘600 con la chiusura di una strada pubblica e l’abbattimento di alcune case. Ma il tempo, si sa, è tiranno, anche con le opere murarie. Pioggia, vento e altre intemperie hanno messo a dura prova le mura del parco che avevano proprio bisogno di un restauro.

Sindaca Maria Rosa Cena 

È filato tutto liscio come l’olio! O quasi…

Come spesso accade, quando si tratta di opere antiche, l’inconveniente è dietro l’angolo. Purtroppo i lavori si sono protratti più del dovuto, per il rinvenimento di radici di alberi nelle antiche mura del parco. Tutto ciò ha dilatato i tempi.

Ma non è l’unico imprevisto.

I restauratori hanno dovuto affrontare altre difficoltà, come il ritrovamento di un pavimento del ‘900 e di un tratto di strada risalente al XVII secolo.

Ma quanto è costato tutto questo alla comunità? Zero!

L’intervento di restauro ha richiesto l’uso di ingenti risorse economiche per un valore complessivo di 680.000 euro. Si tratta di un investimento finanziato con i fondi del PNRR. Ma non manca qualche polemica...

“Stiamo ancora sistemando una parte interna del Parco, ma questi lavori sono completamente slegati con la restaurazione delle mura, per le quali i lavori sono terminati ed è andato tutto per il verso giusto. Anche se sono uscite notizie che non rispondono al vero, in merito ai controlli sulla maltaprosegue la Sindaca – è doveroso precisare che queste indagini vengono fatte, di prassi, dalla Soprintendenza di Archeologia e Belle Arti prima dell’avvio dell’opera di restauro. Attualmente non c’è alcuna indagine in corso.” 

Restauro mura del parco di Spurgazzi.

I cittadini si domandano se le risorse economiche arrivano unicamente dal PNRR o il Comune ha dovuto mettere le mani nelle proprie tasche.

La restaurazione è stata interamente finanziata dal Piano Nazione di Ripresa e Resilienza, tuttavia la Sindaca ci tiene a ringraziare un cittadino di Caluso che ha deciso di regalare alla città il costo della restaurazione del cancello di Via Mottini. Un gesto di autentica generosità.

Restauro di opere storiche

Il restauro di opere storiche, come il Parco Spurgazzi, è un processo complesso e delicato che mira a preservare e riportare alla vita opere d'arte, architettura e beni culturali che hanno subito danni nel tempo a causa di agenti atmosferici, usura, conflitti o semplicemente a causa dell'età.

Il primo obiettivo è preservare l'opera nel suo stato attuale, evitando ulteriori degradi. Questo può includere la stabilizzazione della struttura o la protezione dagli agenti atmosferici. In alcuni casi, può essere appropriato ripristinare parti dell'opera che sono andate perdute o danneggiate, sempre con cautela e seguendo principi etici ben definiti.

Nel caso del restauro di mura antiche l’uso della malta è inevitabile, ma questa deve rispettare dei criteri chimico fisici molto severi. Prima di avviare qualsiasi lavoro di restauro, è fondamentale effettuare uno studio accurato delle mura esistenti. Questo include analisi strutturali, indagini sui materiali utilizzati, e una valutazione dello stato di conservazione.

La Soprintendenza si occupa di monitorare a valle tutto il processo, in modo tale da verificare che l’intervento venga eseguito nel rispetto dell’opera antica.

I restauratori possono utilizzare una varietà di materiali e tecniche, a seconda della natura del danno e delle specificità del pezzo. Si può ricorrere a materiali tradizionali o innovativi, sempre valutando l'impatto a lungo termine.

Negli ultimi anni, l’uso della tecnologia ha aperto nuove possibilità nel campo del restauro. Tecniche come la scansione 3D, la fotografia ad alta risoluzione e l'analisi chimica possono fornire informazioni dettagliate sullo stato dell'opera e aiutare a pianificare gli interventi in modo più efficace.

Concludiamo, ricordando che il restauro di opere storiche è un campo vitale non solo per la conservazione del patrimonio culturale, ma anche per la trasmissione e la comprensione della nostra storia alle future generazioni. Ecco perché i lavori di Spurgazzi rappresentano un'importante eredità per la comunità.

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