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Ivrea

Il futuro di Ivrea comincia con il biglietto di Kalatà?

Dibattito in consiglio comunale. Il primo cittadino ha risposto alle domande dell’Opposizione

Il castello di ivrea

Il castello di ivrea

E che cos’è una città turistica senza un biglietto d’ingresso da vendere online?

Deve aver pensato questo il sindaco Matteo Chiantore quando ha deciso di affidare a una ditta esterna specializzata, la cuneese Kalatà, la gestione degli ingressi al Castello del Conte Verde. 

Non con i volontari, come si faceva una volta, o a chiamata, ma a un’azienda con tutte le certificazioni sulla sicurezza e l’attenzione per il sociale, partecipata da Regione, Caritas, Fondazione San Paolo e Crt, specializzata nel condurre visite anche in contesti particolari come il santuario di Vicoforte e la cupola di San Gaudenzio a Novara.

Kalatà, da qui a fine ottobre, garantirà le aperture di giovedì, venerdì, sabato e domenica. 

A queste si aggiungeranno le aperture gratuite dedicate ai cittadini e ai commercianti previste per settembre, oltre a pubblicità, servizi e spese accessorie. L’accordo non costerà nulla al Comune. La società terrà gli introiti derivanti dalla vendita dei biglietti fino alla concorrenza dei 20.000 euro investiti; superata questa cifra, girerà al Comune una percentuale del 5%.

Per la cronaca, il biglietto costa 10 euro a persona ai residenti e 13 euro a chi arriva da fuori.

«Ribadisco la piena collaborazione con l’associazionismo locale, ma non esisteva sul territorio un’associazione in grado di garantire questo servizio, peraltro con un accordo non oneroso per il Comune» ha spiegato il sindaco durante l’ultimo consiglio comunale, rivolgendosi all’opposizione che chiedeva lumi.

Che poi, per la verità, gli Amici del Castello gli avevano già fatto sapere che non se la sentivano di prendersi la responsabilità di accompagnare i visitatori sui camminamenti murari.

«L’azienda – ha spiegato – cercherà il personale in loco e ha già pubblicato un avviso pubblico al quale hanno risposto in 50. In questo momento stanno avvenendo la selezione dei candidati…»

S’aggiungono accordi con le guide ed è in corso un dialogo con la Curia, il Consorzio turistico e soprattutto con le associazioni sportive outdoor.

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«Le sinergie con la Curia sono importanti – ha sottolineato – per tutto il patrimonio che può essere messo in sinergia e mi riferisco al museo diocesano e alla chiesa di San Nicola…»

Un unico traguardo per il momento non raggiunto: quello dell’utilizzo del cortile interno per gli spettacoli estivi.

«Il progetto di risistemazione non prevedeva le uscite di sicurezza contrapposte. Ne faremo un altro per porvi rimedio. Tra le modifiche apportate durante i lavori, quelle riguardanti le sedute e i pennoni posizionati al centro, che avrebbero intralciato la fruibilità, sono state rimediate con installazioni removibili…»

Ricapitolando: c’è un castello, c’è un visitor center per l’Unesco, ci sono i cinque laghi. E poi si sta lavorando per aprire al pubblico l’Anfiteatro Romano e il Convento di San Bernardino, sugli sport indoor e sui camminamenti. Nel cassetto, un progetto per un villaggio di Natale, un nuovo regolamento per gli artisti di strada e nuove manifestazioni a cominciare da Apolide.

Cosa sarà Ivrea da qui a 20 anni? 

Boh. Sicuramente una città diversa, più bella, più attraente, inserita nei circuiti delle migliori agenzie di viaggio di tutto il mondo. Il futuro è lì, dietro l’angolo, noi lo vediamo. 

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