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Dibattito politica
22 Luglio 2024 - 07:00
Elena Piastra
Con la flemma di una che ormai guarda oltre al proprio Comune, più in là dell’erba alta che cresce indisturbata e delle strade tutte rotte, la sindaca Elena Piastra, con un post su Facebook, si è lanciata contro il nuovo piano per la qualità dell’aria proposto nei giorni scorsi dalla Regione Piemonte che avrebbe, a suo dire, alcune criticità.
Tanto per cominciare, se la prende con “il delegare le scelte su quali azioni intraprendere ai singoli comuni che ‘sforano’ i criteri…”.
“Come se l’aria - scrive Elena Piastra - potesse essere ‘fermata’ tra un comune e l’altro, o come se una misura adottata solo a Settimo potesse migliorare la qualità dell’aria generale dell’area metropolitana (serve un piano comune e sinergico, non a macchia di leopardo)”.
“Altro aspetto critico - aggiunge Piastra - è il blocco dei diesel euro 5 dal 1 ottobre 2025 solo per i comuni oltre i 30.000 abitanti. Questa misura deve prevedere deroghe almeno per alcune attività economiche (ad esempio gli ambulanti), altrimenti rischieremmo di non far montare a Settimo, Collegno, Rivoli, ecc. i banchi del mercato, che invece potranno montare senza problemi a Chivasso, a pochi chilometri dalla nostra ‘aria’, ma con qualche abitante in meno”.
Quel che Piastra non dice - e che invece avrebbe dovuto dire in premessa - è che il blocco dei diesel Euro 5 sarebbe dovuto scattare un anno fa e non nel 2025.
Se ciò non è avvenuto, è perché il Consiglio dei ministri nel settembre del 2023 ha approvato un decreto proprio per questo rinvio con tanto di impegno delle Regioni del bacino padano (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna) ad aggiornare i rispettivi piani di qualità dell'aria.
Ed è sempre il decreto del Governo a precisare che il blocco dei diesel Euro 5 “si applica in via prioritaria alla circolazione nelle aree urbane dei comuni con popolazione superiore a 30mila abitanti, presso i quali opera un adeguato servizio di trasporto pubblico locale, ricadenti in zone presso le quali risulta superato uno o più dei valori limite del Pm10 o del No2”.
Vabbè! Diciamo che Piastra scrive senza dar troppo peso a chi fa che cosa. Ma c’è di più ed è che nel leggerla si ha come la sensazione di provvedimenti già operativi, e così non è.
Piastra ha infatti ancora parecchi giorni di tempo per proporre modifiche attraverso tutti i suoi canali, istituzionali o meno che siano.
Dopo un primo passaggio in Giunta regionale a metà giugno, il piano dell’aria è infatti stato deliberato ai fini della Valutazione ambientale strategica che si svilupperà nei prossimi 45 giorni, durante i quali il documento potrà essere esaminato e oggetto di osservazioni e contributi da parte dei soggetti interessati.
A settembre dovrà poi essere nuovamente adottato dalla Giunta e approvato dal Consiglio regionale, dove il Pd è presente con una nutrita flotta di consiglieri, in linea con i tempi previsti dal decreto approvato dal Governo.
Per la cronaca, il nuovo Piano punta alla significativa riduzione delle concentrazioni delle sostanze inquinanti in atmosfera nel più breve tempo possibile per rispettare gli obiettivi di qualità dell’aria posti dalle direttive comunitarie per il 2025 ed è coerente con il raggiungimento di quelli di riferimento proposti dall’Organizzazione mondiale della sanità per il 2030.
Il nuovo Piano è il frutto del lavoro scientifico svolto nei mesi scorsi dalla Regione Piemonte, con il supporto tecnico-scientifico di Arpa e del tavolo tecnico per la qualità dell’aria, istituito il 28 settembre dalla Regione Piemonte e coordinato da Ires Piemonte, a cui hanno partecipato professionalità esterne e le direzioni regionali Ambiente, Energia e Territorio, Trasporti e Logistica, Attività Produttive, Agricoltura, Sanità e Commercio, il Dipartimento Energia del Politecnico di Torino, le Province di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Vercelli, Vco e la Città metropolitana di Torino, oltre che Arpa stessa.
Tutto chiaro fino a qui…
Per il resto, il post di Piastra non fa una grinza.
“Le strategie più importanti - scrive - devono passare attraverso investimenti sui trasporti pubblici per ridurre l’uso e l’inquinamento delle auto private. Invece, negli ultimi mesi abbiamo assistito a tagli costanti su Stazione Torino Stura, nessun treno in più per Settimo e aumento del costo del biglietto, per non parlare della scomparsa del confronto sulla progettazione del tratto di Metro2 verso Pescarito…”.
E su questo sfonda una porta aperta. Lo abbiamo detto e lo abbiamo scritto anche noi. Ci si chiede però se Piastra abbia o meno un minimo di documentazione per farci capire che effettivamente si è data da fare battendo i pugni sul tavolo con l’Agenzia della mobilità, con Trenitalia, con Gtt, con il sindaco di Torino Stefano Lo Russo.
Ce l’ha o, anche in questa occasione, ha utilizzato Facebook, lanciando un problema come si fa al bar, un vizio che probabilmente ha preso in gioventù? Ci dica che cos’ha fatto fino ad oggi. Renda pubblica ogni sua protesta, ogni sua lettera, ogni sua email… Tutto!
Tant'è! Gran finale di Piastra su tutto e niente.
“Così come sarebbe necessario - scrive mettendoci dentro l’universo mondo - aggiungere obblighi (con norma nazionale) da fonti non fossili anche per il teleriscaldamento e incentivi per le città che usano sistemi di riscaldamento meno inquinante, oltre a sistemi di rifornimento alternativo, soprattutto per i grandi mezzi (in Piemonte non c’è un punto rifornimento idrogeno in tutta la Città metropolitana, soprattutto nei luoghi più importanti per gli assi autostradali; i finanziamenti regionali sono andati prioritariamente nel novarese)”.
Che in verità, ma questo forse Piastra non lo sa… il piano, per la Regione Piemonte, ha un valore di circa 4 miliardi di euro nell’arco del periodo di attuazione (2024-2030). La maggior parte delle risorse, pari a oltre 2,8 miliardi, risultano già attivate a partire dal 2025 su una serie di misure che proseguono anche negli anni successivi. In particolare, 2,9 miliardi sono destinati a misure sulla mobilità e i trasporti, 421 milioni per il settore energia, 153 milioni per le attività produttive e 334 milioni per l’agricoltura. Per tutti i settori il Piano indica una serie di misure, alcune delle quali rappresentano l’aggiornamento di attività già in atto, e il relativo obiettivo di riduzione emissiva al 2025 e al 2030.
In particolare: 6 misure e 35 azioni riguardano la mobilità e le aree urbane, 3 misure e 21 azioni il riscaldamento e le fonti energetiche, 3 misure e 7 azioni le attività produttive, 5 misure e 9 azioni l’agricoltura e la zootecnia.
Tra le misure più significative (citate anche da Piastra) c’è l’introduzione da parte dai Comuni di ulteriori limitazioni con progetti per nuove aree pedonali, interventi di forestazione urbana, oltre all’uso dell’intelligenza artificiale per la gestione del traffico e dei semafori.
Significativo il piano di sostituzione dei bus inquinanti e di treni con nuovi mezzi ad alimentazione green, oltre all’avvio di un progetto sperimentale per l’uso del biocarburante per i veicoli del trasporto pubblico locale. Il Piano comprende poi il potenziamento del Servizio ferroviario metropolitano e della rete ferroviaria, che sono una delle priorità della programmazione regionale, insieme alle misure di incentivo all’uso dei mezzi pubblici.
S’aggiunge che anche nell’ottica della valorizzazione della filiera locale del legno, il Piano ne promuove l’efficentamento, incentiva la sostituzione di vecchie stufe con impianti a biomasse di nuova generazione, offre contributi per la manutenzione e promuove la diffusione di buone pratiche nell’uso con una particolare attenzione alla riduzione degli inquinanti e alla sicurezza degli impianti.
Il Piano, infine, promuove e incentiva l’efficienza energetica anche nelle attività produttive con l’obiettivo di ridurre le emissioni in atmosfera attraverso processi meno inquinanti, tecnologie di abbattimento delle emissioni, processi di economia circolare e di decarbonizzazione anche nelle attività agricole.
«Per l'aggiornamento del Piano, Arpa Piemonte ha utilizzato i più sofisticati strumento tecnico-scientifici disponibili sia in termini di modellazione digitale dei processi chimico-fisici, che di analisi chimica della composizione del particolato atmosferico, con cui è stato possibile determinare i contributi settoriali e geografici all'inquinamento e valutare l'efficacia delle azioni e delle misure previste» ha dichiarato nei giorni scorsi il direttore di Arpa, Secondo Barbero.
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