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Targa ai Martiri delle Foibe: si spacca il Consiglio di Cuorgnè

Sono trascorsi quattro mesi da quando nel cimitero di Cuorgnè, nell’area dedicata alle associazioni, venne apposta una lapide in ricordo delle Vittime delle Foibe...

martiri delle foibe

Le autorità intervenute in occasione dell'inaugurazione della targa

Sono trascorsi quattro mesi da quando nel cimitero di Cuorgnè, nell’area dedicata alle associazioni, venne apposta una lapide in ricordo delle Vittime delle Foibe: a proporla l’ex-consigliere comunale Dario Noascone e un gruppo di cittadini sostenuti dal  “Comitato X febbraio” che avevano ottenuto per quest’iniziativa il patrocinio del Comune.

La vicenda aveva suscitato stupore, disappunto e riprovazione in vari ambienti cittadini ma in consiglio comunale se n’è parlato soltanto ora. I capigruppo dei “Moderati e Indipendenti” Danilo Armanni e di “Cuorgnè C’è” Davide Pieruccini avevano presentato un’interpellanza al sindaco fin dal 4 marzo ma le sedute di consiglio, a Cuorgnè come dovunque, sono scarse e l’interpellanza è stata dunque inserita all’ordine del giorno nella seduta di mercoledì 20 giugno.

Alla cerimonia in questione, tenutasi nel pomeriggio di sabato 24 febbraio, avevano preso parte fra gli altri – oltre ovviamente a Noascone - il responsabile per il Torinese del Comitato “X Febbraio” e portavoce di “Torino Tricolore” Matteo Rossino, l’ex-sindaco di Rivarolo ed ex-eurodeputato Fabrizio Bertot, la deputata di “Fratelli d’Italia” Augusta Montaruli.

I discorsi di Rossino, Montaruli e Noascone erano stati quelli cari alla destra radicale: rimpianto per le terre adriatiche “strappate alla patria” (Istria e Dalmazia) e durissima condanna delle violenze perpetrate dai partigiani di Tito contro gli italiani senza però accennare a quelle di cui si erano macchiate  negli anni precedenti le milizie fasciste ed i loro alleati locali (i terribili ustascia di Ante Pavelić).

Sia Rossino che Noascone avevano attaccato aspramente lo studioso Eric Gobetti: “Si spaccia per storico ma è un negazionista” aveva detto il primo mentre il secondo lo aveva inserito nella categoria degli  “pseudo-intellettuali che si autoassegnano il ruolo di storici”. Anche al sindaco di Ivrea Matteo Chiantore erano state rivolte dure accuse per aver negato l’apposizione di una lapide analoga nella sua città.

Lapide per i Martiri: le domande degli interpellanti

Nell’interpellanza di Armanni e Pieruccini, lunga più di due pagine, si ricordava che Cuorgnè è Città Medaglia d’Argento della Resistenza e ci si soffermava sulle controversie legate al Giorno del Ricordo, con cui l’Italia ha scelto, al contrario di quanto fatto dalla Germania, di “celebrare solo le proprie vittime”.

Proprio citando Gobetti si sottolineava come “invece di rappresentare un momento di riconciliazione, separando i caduti innocenti da chi ha fomentato odio, distinguendo le vittime dai carnefici e facendo i conti con il nostro passato più scomodo” questa ricorrenza abbia finito per diventare un  momento divisivo, quasi l’antitesi del 25 Aprile.

I firmatari contestavano in particolare la concessione del patrocinio da parte del  Comune dato il carattere politico dell’iniziativa (richiamandosi all’articolo 5 del Regolamento) e gli attacchi rivolti a Gobetti dagli oratori citati. Chiedevano che l’amministrazione si facesse promotrice di un confronto tra studiosi di entrambi gli schieramenti: Gobetti ed il professor Alessandro Barbero da un lato; storici indicati dal “Comitato X Febbraio” dall’altro. Nell’illustrare l’interpellanza, Armanni ha parlato di  “una specie di risarcimento morale” per lo storico vilipeso.

Pieruccini ha aggiunto: “Perché Gobetti dà fastidio? Perché ricostruisce la storia dalla A alla Z. Nessuno vuole fare del negazionismo, anzi quella legge è arrivata tardi ma la Città di Cuorgnè non ha preso la posizione giusta. Inoltre si dovrebbe parlare di <vittime> e non di <martiri>. Infine è stato uno sbaglio utilizzare per la lapide di un comitato il posto riservato alle associazioni”.

Una risposta da avvocato

La prima cittadina Giovanna Cresto, che non ama schierarsi da una parte o dall’altra e che cerca sempre  di mantenersi in equilibrio anche quando la cosa non risulta agevole, si è comportata da avvocato qual è ed ha abilmente schivato il nocciolo della questione mettendo in risalto i punti deboli del testo depositato in marzo dai due firmatari  e il fatto che, nell’illustrarlo, fossero state fatte delle considerazioni aggiuntive. “La legge che istituisce il Giorno del Ricordo – ha dichiarato - è stata approvata dal Parlamento e come sindaco il mio unico riferimento è il Capo dello Stato, che ogni anno celebra questa giornata. Ad avanzare la richiesta è stato un cittadino cuorgnatese, Dario Noascone, che immagino conosciate perché è stato amministratore di questo comune.  La mia è una lista civica e non so chi siano gli associati di Casa Pound. Non credo di dovere alcun risarcimento morale  a Gobetti perché non posso assumermi la responsabilità di ciò che dicono gli altri né ho il potere di fare il censore.  Quando patrociniamo le manifestazioni dell’ANPI o di altre associazioni (ad esempio quelle del CAI) non  chiediamo a priori di sapere chi interverrà e cosa dirà. La lapide non poteva essere collocata in quell’area? Sul Regolamento non ho trovato nulla al riguardo”. Ancora: “Chi ha offeso Gobetti? Fate nomi e cognomi!”.

Giovanna Cresto sindaca di Cuorgnè

Armanni (anch’egli avvocato) non ha adottato la medesima tecnica del cavillare. Inoltre né lui né Pieruccini hanno risposto a questa domanda diretta sebbene il capogruppo di “Cuorgnè C’è” abbia esclamato: “E’ impossibile non capire cosa c’è dietro il Comitato X Febbraio: un mondo politico che fa politica”.

Dopo aver ascoltato le dichiarazioni delle due parti, al cittadino comune viene da chiedersi se il patrocinio sarebbe stato concesso con la stessa tranquillità qualora la richiesta fosse arrivata  – per ipotesi astratta – da un movimento della sinistra antagonista.

Su un punto il sindaco si è detta d’accordo: le critiche rivolte al suo omologo di Ivrea. Non è un caso visto il rispetto che mostra sempre per i ruoli istituzionali. “Nei giorni successivi gli ho telefonato: in realtà non ne sapeva nulla. Gli ho spiegato le nostre posizioni, lui quelle della sua amministrazione”.

Un punto di convergenza sindaco ed interpellanti lo hanno tuttavia trovato proprio sulla possibilità di invitare Eric Gobetti: non come <risarcimento> ma come invito generico.  “Mesi prima di quell’episodio – ha detto Giovanna Cresto si era parlato con l’ANPI di farlo venire, poi la cosa non era andata in porto. Se vuole, per noi va benissimo. Sono un po’ più preoccupata all’idea di chiamare  Barbero perché mi sono informata sui suoi cachet…  Credo che Gobetti invece verrebbe anche gratuitamente”.

Trettene non ha condiviso l'interpellanza

L’interpellanza sulla cerimonia per le Vittime delle Foibe è stata firmata per i “Moderati e Indipendenti"  dal capogruppo Armanni ma non dal suo collega di schieramento Davide Trettene che è intervenuto brevemente al termine della discussione. “La penso in modo parzialmente diverso – ha detto -  Ormai tutte le manifestazioni sono politicizzate: è venuto meno il loro carattere storico. A quelle per il 25 aprile e per il 1 maggio vedo spesso bandiere di partito…”.

Il sindaco ha smentito recisamente: “Non qui a Cuorgnè!” ed il consigliere ha concluso con un: “Non ero presente e non sono documentato sulla vicenda”.

Più morbida la posizione di Mauro Pianasso, unico rappresentante de <Il cambiamento che aspettavi> ed anch’egli avvocato. Sebbene Noascone avesse fatto parte della sua lista, si è mantenuto in una posizione di equilibrio: “Siamo in presenza di una legge dello Stato poi, sugli orientamenti politici, ognuno dice la sua: non credo che, concedendo il patrocinio, debba essere presentata al Comune una scaletta dei partecipanti. Se qualcuno ha detto qualcosa di sbagliato, sono convinto che se ne prenda la responsabilità. Martiri e vittime hanno tutti lo stesso colore”.

 

  

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