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Per chi suona la campana

Dalla sindrome di Iolanda alla sindrome di Re Renato

La Chiesa, o meglio la Chiesa progressista, soprattutto i laici, soffre della sindrome di Iolanda. Fanno parte di un’istituzione che si sta spegnendo eppure non lo sanno e nessuno glielo dice. 

Vescovi

Qualsiasi persona che sia intellettualmente onesta o non sia affetta da disturbi delle facoltà sensitive può affermare con sicurezza che la Chiesa non sta affatto vivendo una primavera dello spirito o un buon momento. 

Questa realtà è però spesso negata perché la narrazione è quella che potrebbe essere chiamata, dall’omonima opera di Peter Illic Cajkovski, la sindrome di Iolanda. Vi si racconta la storia di una principessa, Iolanda d’Angiò, cieca dalla nascita.

Suo padre, il re Renato, per evitare che la figlia soffrisse, decise che sarebbe cresciuta in isolamento dalla corte e che nessuno avrebbe dovuto dirle che era cieca, né fare riferimento alla luce, ai colori o a qualsiasi altra cosa conosciuta attraverso la vista. Quando Iolanda divenne una bella fanciulla, un medico arabo arrivò a corte e rivelò al re Renato di possedere la cura per la cecità di sua figlia, ma la condizione per la cura era che la ragazza conoscesse la sua condizione e volesse essere guarita. Il re temeva che il rimedio proposto dal medico fallisse e che la figlia, conoscendo la sua triste situazione, divenisse infelice e perciò non accettò la proposta. Poi arrivò il conte di Vaudémont che, ignaro del divieto del re, si innamorò della principessa Iolanda e le parlò della luce e dei colori. Così la giovane finalmente conobbe la verità e, desiderando essere guarita, ottenne la vista e l’amore.

Vescovi

La Chiesa, o meglio la Chiesa progressista, soprattutto i laici, soffre della sindrome di Iolanda. Fanno parte di un’istituzione che si sta spegnendo eppure non lo sanno e nessuno glielo dice. 

Anzi, gli viene detto che tutto va bene, che basterà un po’ di sinodalità e tutto si aggiusterà. Come Iolanda, questi cattolici, di cui certo non giudichiamo l’intenzione, credono di vivere il momento migliore della Chiesa quando in realtà essa vive la peggior crisi della sua lunga storia. Ma più grave e più triste ancora è la sindrome di re Renato, che è quella di cui soffrono vescovi e sacerdoti progressisti. Tacciono e ordinano di non dire a Iolanda che è cieca, si rifiutano di dirle che il mondo reale è diverso e, conseguentemente, perseguitano quei cattolici che cercano, come possono, di avvertire il malato della gravità della sua condizione.

I vescovi argentini si sono riuniti nei giorni scorsi perché preoccupati del vasto successo di siti, blog e canali cattolici conservatori e tradizionalisti, a differenza dei loro, seguiti da quattro vecchiette. 

La parola d’ordine è stata quella di ostacolarli in tutti i modi, che sarebbe poi come voler svuotare il mare con un cucchiaio. A comunicare la loro cecità ci penseranno i conti di Vaudémont che, rivelando a Iolanda la sua cecità, l’aiuteranno a guarire e, nel contempo, renderanno manifesta ai vescovi la loro malattia: la sindrome di re Renato o il peccato contro lo Spirito.

* Frà Martino

Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconterà di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E sarà una messa non certo una santa messa, Amen

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