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Ivrea

E dopo le pipì anche la cacca. Stazione "cesso"

Molti eporediesi, turisti e pendolari hanno preso troppo alla lettera il concetto di "ritorno alla natura"

E dopo le pipì anche la cacca. Stazione "cesso"

"Ricordati che quello che hai in mano non è un idrante e per terra non c'è nessun incendio."

Questa perla di saggezza, letta in un bagno di un bar di Ivrea, scritta dal titolare, potrebbe diventare il nuovo motto di Ivrea dalle rosse torri. D'altronde, sembra che molti eporediesi, turisti e pendolari abbiano preso troppo alla lettera il concetto di "ritorno alla natura", trasformando il piazzale della vecchia stazione in una sorta di latrina a cielo aperto.

Se pensavate, infatti, che la sagra del pipì pubblica fosse già abbastanza pittoresca, vi sbagliavate di grosso. Perché se un bisogno impellente chiama, bisogna rispondere, e alcuni hanno deciso di farlo alla grande, lasciando dietro di sé non solo tracce liquide, ma veri e propri monumenti alla maleducazione e al disagio sociale.

Ebbene sì, ci sono anche quelli che si accovacciano e fanno la cacca.

Immaginate la scena: una tranquilla mattinata uggiosa, famiglie che passeggiano, pendolari che vanno e che vengono... e all'improvviso, dietro l'angolo, c'è una donna accovacciata che, con una disinvoltura degna di una contorsionista, completa la sua opera d'arte... 

Che poi alla "cacca" che cosa si può obiettare. Quando scappa scappa e quasi tutti i titolari di bar e ristoranti ci han costruito tali e tante metafore da renderla anche simpatica.

Per esempio: “Nella vita per campare c'è bisogno di cacare.”. E poi ancora: “Mangia bene e caca forte e non aver paura della morte.” Finanche in tempi di guerra: “Qui la faccio. Qui la lascio. Metà al Duce. Metà al fascio, ma siccome qui non c'è luce, niente al fascio, tutta al duce.”

La verità, tutta la verità, nient'altro che la verità? Davanti alla vecchia stazione ferroviaria di corso Nigra, trasformata in stazione autobus, il panorama è sempre più desolante e camminare è diventata un'avventura. Non si sa mai dove potrebbe spuntare il prossimo esemplare di fauna urbana in procinto di espletare i propri bisogni.

Ora, non è che vogliamo fare i moralisti, ma è difficile non farsi una risata amara di fronte a questa situazione grottesca.

Che affidabilità ha un'Amministrazione comunale impegnata a progettare feste e a proseguire in una lunga serie di lavori pubblici finanziati con il pnrr se poi non è in grado di risolvere un semplice problema igienico-sanitario degno di un campo nomadi​.

Forse ci vorrebbe un piano d'azione urgente. Qualche bagno chimico in più per tutta la durate del via vai di autobus sostitutivi dei treni lungo la linea Ivrea Aosta interrotta per i lavori di elettrificazione? O perchè no? La riapertura "immediata" dei servizi igienici al binario "1" chiusi nel 2008.

Nel frattempo? Meglio tenere gli occhi aperti e lo sguardo basso, non si sa mai dove potrebbe comparire il prossimo "artista".

E se proprio non si può evitare di transitare dal piazzale, ricordate: quello che avete in mano non è un idrante. Ma per Dio, a volte sarebbe davvero utile.

cartoline da ivrea

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