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La gang della tolleranza. Stavolta mi sono arrabbiato sul serio

Abbiamo assistito a uno degli spettacoli più bassi della storia amministrativa recente

La gang della tolleranza. Stavolta mi sono arrabbiato sul serio

Capita molto raramente che, affrontando le più disparate tematiche politiche, arrivi ad arrabbiarmi sul serio. Difficilmente accade perfino in Consiglio Comunale, di fronte alle arzigogolate argomentazioni della maggioranza per bocciare ogni proposta che arrivi dalla nostra parte dell’aula (eccezion fatta per l’irreprensibile Consigliere De Stefano, ça va sans dire).

Eppure, nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, non sono proprio riuscito a resistere.

Si è discussa la mozione mia e del collega Garino sul contrasto al fenomeno delle baby gang e, ahìnoi, abbiamo assistito a uno degli spettacoli più bassi della storia amministrativa recente: il nostro non era assolutamente un testo “securitario” o demagogico, dal momento che prevedeva, oltre a un piano d’azione con le Forze dell’Ordine, un serio progetto culturale di educazione e prevenzione all’interno delle scuole, per evitare che i ragazzi si avvicinino alla criminalità, da cui, diventata paradigma mentale, diventa sempre più difficile uscire.

Abbiamo assistito a uno degli spettacoli più bassi della storia amministrativa recente...

Ed è qui che la maggioranza che sostiene il Sindaco Chiantore è riuscita a superare se stessa: chi, da una parte, ha definito il problema numericamente irrilevante e chi, dall’altra, ha affermato di non poter tollerare il termine “repressione” (del fenomeno baby gang, nda), definendo successivamente la mozione come “scritta male”, con l’arroganza tipica di chi possiede pochi altri argomenti.

Ne è seguita una più o meno approfondita analisi sociologica e antropologica da parte di ogni relatore, con il fil rouge di un incipit che suonava come “condivisibile la parte sull’educazione ma…”. 

Baby Gang

Altro leitmotiv è stato la visione di propagandismo da parte dei proponenti, effettuato sfruttando un fenomeno criminale di cui – a detta loro – non si sentirebbe nemmeno la presenza.

Un fondamentale assist è pervenuto dal Capogruppo del PD Barbara Manucci, che ha fatto presente quanta omertà serpeggi tra i più giovani, anche agevolata dai numerosi comportamenti antisociali, acuiti dalla pandemia e dai periodi di lockdown. Forse, però, la collega non si è resa conto che, con il suo condivisibile ragionamento sull’omertà, stesse contrastando gli interventi dei suoi predecessori, che invece avevano fatto dell’irrilevanza numerica del fenomeno uno dei loro cavalli di battaglia.

Ho atteso la fine degli altri interventi per prendere la parola sul tema e, cercando di appigliarmi a tutta la pazienza e la calma di cui posso disporre, ho prima di tutto respinto al mittente le accuse di strumentalismo, che continuo a ritenere aberranti, posto che si tratta di tematiche che mi stanno molto a cuore e che non posso tollerare che vengano affrontate con leggerezza o, ancora peggio, con paraocchi ideologici da chicchessia. 

Il risultato però, purtroppo, è stato lo stesso a cui l’Amministrazione arcobaleno ci sta abituando: se si parla di sicurezza non si può che sentirsi rispondere che tutto va bene, che tutti devono essere integrati e che tutto deve essere tollerato.

Un’assurdità che questa Città non merita.

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