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Ivrea in azione
07 Maggio 2024 - 09:00
salario minimo
Se la politica lascia il segno, voglio farne parte. Questo è ciò che dovrebbero pensare tutti gli amministratori, coloro che hanno assunto una responsabilità e ricevuto un mandato elettorale; altrimenti, meglio lasciare spazio ad altri.
Parliamo del salario minimo. Ringrazio tutti i media locali per aver dato ampia visibilità e un po’ di speranza. Nonostante la soddisfazione, però, rimane un po’ di amarezza nell’aver visto e sentito una maggioranza senza sfumature. Incolore anche chi era solito progettare battaglie attraverso incontri pubblici e testimonianze.
È strano ma vero: l’amministrazione Chiantore è riuscita dove Della Pepa aveva fallito. Tutti sempre compatti, senza differenze. Si è amalgamato persino Laboratorio Civico, che prima delle amministrative del 2023 criticava a fiumi.
Quanto a Viviamo Ivrea, nessuno dimentica l’ex consigliere Comotto, sempre in disaccordo con qualsiasi proposta del Partito Democratico. Ci stiamo quasi abituando a tutto ciò. Tuttavia, quando si toccano alcuni temi, si dovrebbe dimostrare quell’impegno per la giustizia sociale e l’equità proclamata sia nelle politiche estere che in quelle più vicine a noi.
In definitiva: bravi nei dibattiti ideologici, meno bravi sui temi concreti che potrebbero migliorare la vita di molte persone.
Durante la discussione sulla mia proposta per un salario minimo di 9 euro per tutti i lavoratori negli appalti comunali, nessuno (come direbbe Comotto) ha gettato il cuore oltre l’ostacolo. Certo, tante parole di elogio e tutti d’accordo sulla verifica dell’applicabilità, evidenziando la necessità di evitare ricorsi da parte delle aziende. Insomma, ancora una volta: funzionari 1, politica 0.
Anche chi, per storia e area politica, avrebbe dovuto resistere e sostenere pienamente la proposta si è appiattito.
Si è detto paura dei possibili ricorsi, che però non hanno mai preoccupato i sostenitori dello Zac!. In quel caso nessun problema ad andare in battaglia. Non ne aveva avuti neanche la vicesindaca Patrizia Dal Santo, che oggi ascolta gli uffici più delle proprie idee politiche.
Credo che non dovrebbe esistere una netta divisione tra destra e sinistra, ma una politica di buon senso che tutti comprendano e condividano. Tuttavia, se proprio si vuole identificare la mia proposta con un orientamento politico, l’amministrazione di Matteo Chiantore ha perso una grande occasione per aderire con chiarezza e decisione.
Ciao!!
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