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Cucina mon amour

Ristorante top in Canavese. Seduti alla tavola dal Conte

Gestito da Marco e Alice in Canavese, terra di origine dello chef.

Ristorante top in Canavese. Seduti alla tavola dal Conte

Chiudete per un attimo gli occhi.

Immaginate di passeggiare tra le vie di un borgo in una sera di primavera, di imbattervi in una maestosa chiesa e con la fioca luce dei lampioni immaginate di arrivare alla porta di un palazzo.

Bussate a quella porta, vi accoglie un sorriso e vi fa entare in quella che fu la dimora del Conte Marchetti San Martino di Muriaglio. Ora aprite gli occhi.

No, non siete entrati in un'altra epoca, vi ho portati al ristorante Casa del Conte. Tutto sembra fermo nel tempo, dal pavimento in cotto originale agli enormi e antichi tappeti, fino agli utensili sulle pareti.

Poi arriva la ventata di novità. Il locale è stato infatti rilevato da due giovani trentenni: Marco, che è lo chef e da Alice, la pasticcera e responsabile di sala.

Il ristorante ha riaperto le sue porte a novembre del 2023, dopo essere stato prima un'abitazione privata e poi un ristorante, chiuso a causa del Covid.

Marco e Alice decidono di aprire un ristorante in proprio nel Canavese, terra di origine dello chef. Perché si può girare in lungo e in largo per il mondo, però poi tutto riporta a casa.

Questo è stato un po' il pensiero dello chef Marco, che dopo aver studiato alla scuola alberghiera e dopo aver lavorato come stagionale in giro per l'Italia trova lavoro nei ristoranti delle nostre zone.

Finché non arriva l'esperienza all'interno del ristorante di un golf club, ed è qui conosce Alice. Lei, quel sorriso che ti accoglie all'entrata del ristorante. Mi racconta di aver preso una botta in testa. Quando da adolescente era ora di scegliere il proprio percorso di studi ha deciso di studiare lingue straniere e di laurearsi persino in quelle materie.

La pasticceria era una passione, ma non un lavoro. Quando però una passione diventa una necessità allora bisogna seguire quel sogno. Alice decide di iscriversi ad un corso di pasticceria del Gambero Rosso, e da qui inizia una nuova vita. Aggiungerei una nuova vita insieme, perché Marco e Alice oggi sono marito e moglie.

Marco e Alice nella cucina del loro ristorante

Ma torniamo alla cena.

Ci fanno accomodare in una delle tre sale dalle volte molto alte, una sala piena di specchi alla parete.

Quando Alice ci porta i menu ci comunica che un piatto con i carciofi è stato sostituito con gli asparagi perché essendo quasi terminata la loro stagione non sono riusciti a trovare dei carciofi morbidi.

E io con questa frase mi illumino perché vuol dire che i prodotti che utilizzano sono freschi e che seguono la naturale stagionalità.

Infatti Alice poi mi racconta che i loro menu cambiano molto spesso, proprio per riuscire a cogliere al meglio la piena maturazione degli ingredienti.

Loro acquistano solo da produttori locali, la loro è una cucina quasi esclusivamente km0.

Questa cucina di prossimità è però "contaminata" da ricette di altre regioni d'Italia, come ad esempio i mondeghili, che sono delle polpette di carne tipiche del milanese.

Qui vengono preparate con una carne piemontese, con la gremolada (salsina lombarda simile al nostro bagnetto verde ma con l'aggiunta di scorze di limone) ed Erbaluce.

Oppure i piemontesissimi tajarin, ma conditi con le cime di rapa. I proprietari mi raccontano che con questo "giro d'Italia" nel loro menu vogliono esprimere le loro origini, quelle dei nonni e dei genitori; vogliono raccontare da dove arrivano e dove sono arrivati. Quindi le tradizioni d'Italia si mescolano alla cucina casalinga tipica piemontese.

Non mancano i plin al sugo d'arrosto e il tagliere di formaggi del Piemonte. Ma la tradizione viene spezzata con l'inserimento di piatti più sperimentali.

Io ho deciso di ordinare il cavolfiore in diverse consistenze accompagnato da tofu marinato e caffè. Ero sinceramente scettica perché ogni volta che cucino il tofu, puntualmente finisce nella spazzatura perché ho sempre pensato non fosse buono. In realtà ho capito di non saperlo cucinare.

Lo chef Marco invece sa come trattare questo ingrediente e lo ha reso saporito, quasi croccante. 

Cavolfiore in tre consistenze con tofu

Mi raccontano che questo piatto e comunque tutto il menu è stato studiato per accogliere nel ristorante anche chi conduce una dieta vegana o ha delle intolleranze alimentari.

Da amante dei risotti non potevo poi che ordinarlo, qui servito con crema di agretti, pere e olive.

Questo è sicuramente un piatto sfida, bisogna saper calibrare bene le dosi per far sì che i tre ingredienti che apparentemente non si incontrerebbero mai diventino un piatto delicato ed equilibrato.

La carta dei vini è esclusivamente nazionale, soprattutto locale.
Il servizio è molto preciso, Alice è una buona responsabile di sala ed è sempre attenta ai bisogni dei commensali.

E poi un gesto che mi ha molto colpita: ero l'unica donna al tavolo con altri uomini e la carta dei vini l'ha lasciata a me - che infatti ho scelto il vino!

Non è un dettaglio di poco conto, solo poche settimane prima in un altro locale io avevo la carta dei vini in mano e il cameriere ha chiesto al mio compagno cosa volessimo bere.

L'ho fatto notare ad Alice che mi dice che anche lei è stanca di questi stereotipi dell'uomo che sceglie il vino o dell'uomo che paga la cena, quindi nel suo ristorante cerca di ribaltare le cose.

Un buon servizio di sala è supportato dal puntuale lavoro in cucina. I piatti sono eleganti, ben presentati e il tempo d'attesa è minimo. Durante il fine settimana i turni per cenare sono due, questo sicuramente permette una migliore organizzazione della cucina e il risultato si vede... e si mangia.

Alla fine del servizio lo chef Marco è uscito dalla cucina per salutare i commensali, questo è un gesto che apprezzo davvero sempre tanto perché ci ricorda che la cucina è fatta di persone, di famiglie che per i ritmi di lavoro riescono a vedersi poco, di madri e di padri che possono godere di poco tempo con i propri figli perché la cucina, specie se è tua, ti assorbe completamente. E tutto questo sforzo fatto da ogni singolo membro di un ristorante, viene fatto per regalare due ore di svago e di benessere ai commensali.

Quindi, verdetto finale: il ristorante Casa del Conte è assolutamente promosso. La grinta e la voglia di creare un posto tutto proprio di Alice e Marco si sente e grazie alle loro capacità vi daranno l'idea di essere ospiti a casa loro.

Ristorante Casa del Conte
via dell'Asilo, 2 - Romano Canavese

Risotto con agretti, pere e olive

Mondeghili con gremolada ed Erbaluce

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