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L'avvocato risponde
27 Aprile 2024 - 17:49
Sentenza autovelox
Buongiorno avvocato. In questi giorni hanno parlato tanto di una recentissima decisione della Corte di Cassazione che ha dato ragione all’automobilista, nonostante l’autovelox avesse accertato la violazione dei limiti di velocità. Sulla base di quale presupposto è stata fondata la motivazione?
Gianluigi, Settimo Torinese
Egregio lettore, i giudici di legittimità con ordinanza n 10505 , pubblicata il 18 aprile scorso, a seguito di impugnazione proposta dal Comune di Treviso avverso la decisione del Tribunale che riteneva nullo il verbale di accertamento del superamento dei limiti di velocità da parte dell’automobilista, ha colto l’occasione per fare chiarezza sulla distinzione tra la procedura di approvazione preventiva e quella di omologazione dell’autovelox; distinzione tra l’altro che, come evidenziato dalla Corte, è possibile evincere dalla stessa normativa di riferimento contenuta all’interno del codice della strada.
Nel caso di specie, lo strumento di rilevazione non era stato omologato ma aveva, comunque, superato la preventiva approvazione . I giudici hanno rilevato come solo a seguito del procedimento di omologazione dell’autovelox possa discendere la prova certa dell’osservanza o meno dei limiti, in quanto lo stesso garantisce la ottimale funzionalità e precisione tecnica dello strumento attraverso la sua comparazione alle prescrizioni tecniche impartite dal Ministero. Diversamente, la procedura di preventiva approvazione dell’autovelox costituirebbe un mero passaggio di controllo dello strumento finalizzato alla omologazione ministeriale. Solo quest’ultima autorizzerà, dunque, la riproduzione in serie dello strumento.
Pertanto, sulla base di tali presupposti, i giudici rilevarono l’inadeguatezza dell’autovelox non dotato di certificato di omologazione a fornire la prova certa della violazione del limite di velocità dell’automobilista e respinsero, di conseguenza, il ricorso del Comune.
E’ comunque da evidenziare come nella stessa ordinanza la Corte riconosce che la decisione da essa assunta ben potrebbe non essere condivisa da altri giudici in ragione della non univocità delle opinioni giuridiche sul punto. Pertanto nonostante l’importanza dell’ordinanza in argomento, poiché, per la prima volta, la Corte di cassazione coglie l’occasione per approfondire il tema, la stessa tuttavia non potrà ritenersi incontrovertibile.
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