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Ivrea
06 Aprile 2024 - 16:26
Rocco Schiavone a Ivrea per la sesta serie di Rocco Schiavone
Le riprese della sesta stagione di "Rocco Schiavone", la serie televisiva che ha catturato l'attenzione di milioni di spettatori, stanno per prendere il via a Ivrea. A partire dal 15 aprile, le "rosse torri" diventeranno lo sfondo delle nuove avventure del vicequestore più famoso d'Italia, interpretato magistralmente da Marco Giallini.
La decisione di spostare parte della produzione in Piemonte nasce da esigenze narrative e dalla volontà di esplorare nuove ambientazioni che possano arricchire la trama e offrire nuovi stimoli visivi agli spettatori.
Simone Spada, alla regia, guiderà la troupe nella realizzazione di scene che promettono di essere indimenticabili, mantenendo il livello di qualità che ha contraddistinto la serie fin dal suo debutto.
La collaborazione con la Film Commission Torino Piemonte e il sostegno di Cross Productions srl sono fondamentali per garantire il successo delle riprese, che si svolgeranno con il minimo impatto sulla vita quotidiana della comunità eporediese, tra via Palestro e via Ravaschietto, da via De Gasperi a via Miniere, tra la stazione ferroviaria e il Lago Sirio.
Le anticipazioni sulla trama rivelano che gli episodi girati a Ivrea trarranno ispirazione dal romanzo "Le ossa parlano" di Antonio Manzini, ambientato nel 2014. La narrazione segue le indagini del vicequestore Schiavone, che lo portano a spostarsi da Aosta a Ivrea, alla ricerca della verità in un intricato caso di omicidio.
La storia raccontata nel romanzo è molto particolare: un medico in pensione scopre nel bosco delle ossa umane. È il cadavere di un bambino. Michela Gambino della scientifica di Aosta, nel privato tanto fantasiosamente paranoica da far sentire Rocco Schiavone spesso e volentieri in un reparto psichiatrico, ma straordinariamente competente, riesce a determinare i principali dettagli: circa dieci anni, morte per strangolamento, probabile violenza.
L’esame dei reperti, un’indagine complessa e piena di ostacoli, permette infine di arrivare a un nome e a una data: Mirko, scomparso sei anni prima.
La madre, una donna sola, non si era mai rassegnata. L’ultima volta era stato visto seduto su un muretto, vicino alla scuola dopo le lezioni, in attesa apparentemente di qualcuno. Un cold case per il vicequestore Schiavone, che lo prende non come la solita rottura di decimo livello, ma con dolente compassione, perché questa è la sua indagine forse più crudele.
Un romanzo unico composto da più gialli intricati che esplorano le complessità della natura umana.
L'entusiasmo dei fan della serie è palpabile. L'opportunità di vedere le proprie strade e piazze trasformarsi nei luoghi delle indagini del burbero vicequestore ha stimolato l'interesse della comunità locale. Tra le comparse anche molti eporediesi, e sono quelli che a febbraio hanno risposto all'appello.
Questo coinvolgimento diretto non solo rafforza il legame tra la serie e il territorio ma contribuirà anche a generare un impatto economico e promozionale significativo per Ivrea. La visibilità derivante dalla messa in onda delle puntate, infatti, potrà favorire il turismo e valorizzare le peculiarità culturali e naturalistiche di tutto il Canavese.
Il comune di Ivrea, in collaborazione con la Film Commission Torino Piemonte, si legge in un comunicato stampa diffuso nei giorni scorsi, ha lavorato per facilitare le operazioni di ripresa, offrendo patrocinio, occupazione gratuita degli spazi e supporto logistico.
In cambio, la città verrà citata nei titoli di coda, un riconoscimento che sottolinea l'importanza della sinergia tra produzioni cinematografiche e territori ospitanti.
Bene dire che la serie Tv in onda su Rai Due tiene incollati al televisore due-tre milioni di spettatori a puntata. Rocco Schiavone sta riscuotendo successo anche in Germania e negli Stati Uniti d'America.
La produzione ha già fatto sapere che non sarà consentito accedere ai luoghi di ripresa, così come scattare foto o fare riprese.
Il cast è riconfermato quasi interamente, con qualche novità. Si riforma la squadra composta da Ernesto D'Argenio (Italo), Massimiliano Caprara (Deruta), Christian Ginepro (D'Intino) e Gino Nardella (Ugo Casella), con Massimo Reale (Fumagalli) e Lorenza Indovina (Gambino) e i "capi" Massimo Olcese (Costa) e Filippo Dini (Baldi). Tornano pure Claudia Vismara (Caterina), Valeria Solarino (Sandra), Mirko Frezza (Furio) e Tullio Sorrentino (Brizio). Marina, la moglie defunta di Schiavone, è ancora Miriam Dalmazio.
Schiavone è il protagonista dei romanzi di Antonio Manzini editi da Sellerio: un poliziotto con grande fiuto, il cui talento contrasta con i suoi modi burberi e i metodi poco ortodossi.
Nato nella Roma più verace, quella trasteverina degli anni Settanta, è cresciuto per strada giocando a guardie e ladri con gli amici di sempre Sebastiano, Furio e Brizio. Col tempo gli amici sono rimasti ladri, lui invece è diventato guardia, ma questo non ha intaccato il profondo legame che li unisce.
Dove eravamo rimasti: la quinta stagione trasmessa nel 2023.
Sebastiano racconta a Rocco che Enzo Baiocchi è in Svizzera e confessa di aver dissotterrato il corpo del fratello Luigi e di averlo gettato in mare per togliergli un peso. Rocco decide quindi di nascondere l'amico nell'appartamento di Deruta.
Il procuratore Baldi viene contattato da Enzo Baiocchi il quale gli vuole consegnare dei documenti importanti e così il magistrato si reca al suo albergo vicino alla frontiera insieme a Schiavone, ma il malavitoso viene ritrovato morto nella sua stanza; intanto Sebastiano è scomparso. Ad indagare sul caso ci sono anche il vicequestore Ciasullo della Questura di Varese e la PM Pagani. Schiavone e Baldi interrogano subito i dipendenti dell'albergo della dogana, i portieri Lippi e Delicato e la donna delle pulizie Luigina Casale.
Schiavone sa bene che non può essere stato l'amico ad uccidere Baiocchi e chiede a Sandra Bucellato di scrivere un articolo d'inchiesta con alcuni suoi suggerimenti come quello di gettare ombre su Riccardo Mastrodomenico, alto dirigente della polizia che secondo lui avrebbe arrestato Baiocchi senza arrivare ai pesci grandi. Furio e Brizio, che in fretta e furia erano arrivati da Roma per aiutare Rocco, intimidiscono Luigina la quale finisce per confessare di aver intravisto l'assassino di Baiocchi nell'albergo. Poco lontano dall'albergo viene ritrovato il cellulare di Baiocchi che è stato completamente svuotato, ma le impronte digitali trovate sull'apparecchio risultano essere di Sebastiano.
Rocco racconta a Sandra che Mastrodomenico ce l'ha con lui da quando lo ha fatto trasferire ad Aosta, facendolo poi spiare da Caterina Rispoli, per il fatto di aver arrestato e picchiato il figlio di un sottosegretario cui era vicino. Schiavone fa presente a Baldi che il cellulare ritrovato appartiene effettivamente a Sebastiano e che il suo appartamento è stato messo sotto sopra da ignoti, probabilmente poliziotti o Carabinieri senza divisa.
Il Questore Costa convoca Schiavone dicendogli, in presenza di Mastrodomenico, che Sebastiano sarebbe scappato all'estero con un passaporto rubato alla Questura di Aosta dopo aver ucciso Baiocchi e che lui è sospettato di essere suo complice; Schiavone risponde a muso duro a Mastrodomenico negando di essere coinvolto e dicendo che la dinamica dell’omicidio Baiocchi e della presunta fuga di Sebastiano è poco chiara. Poco dopo Baldi avverte Schiavone del fatto che nel bagno di un autogrill è stato ritrovato il cadavere di un uomo e che non molto lontano è stata fatta ritrovare anche la pistola che ha ucciso Baiocchi; Luigina dice a Brizio e Furio che si tratta dell’uomo visto nell’albergo.
Caterina Rispoli chiama Rocco chiedendo di incontrarlo: l'ex collega gli racconta che ad uccidere Baiocchi è stato Flavio Vinciguerra, ex NOCS, e gli consegna i documenti che erano in possesso del malavitoso e che riguardano il traffico di cocaina su cui indagava nel 2007, controllato segretamente da Mastrodomenico, un deputato e un sottosegretario ed ecco perché Schiavone fu allontanato e i membri della banda, tranne Luigi Baiocchi, furono arrestati. Caterina rivela anche che Sebastiano faceva parte di questa banda, la stessa che ha ucciso la moglie di Rocco, ma il poliziotto non vuole crederle; infine, i due si lasciano trasportare dalla passione e finiscono per fare l'amore.
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