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Ivrea

Caffè amaro. Commercianti preoccupati per il cantiere e per i clienti che non passano più

Rosa la titolare del piccolo bar chiede un aiuto all'Amministrazione comunale che si fa sorda

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Rosa titolare del Caffè Cavour

Il Lungodora non è ancora stato chiuso, ma Piazza Perrone sì, e stanno cominciando i primi problemi, quelli che, per intenderci, metteranno a dura prova la resilienza di alcuni commercianti.

La polemica ha il sapore amaro del caffè nero bollente senza zucchero, e il dito è puntato sul cantiere previsto per l’ampliamento del tunnel ferroviario che passa sotto la città nell’ambito dell’ambizioso progetto di elettrificazione della linea Ivrea-Aosta.

L’eliminazione di un passaggio pedonale sta infatti limitando l'accessibilità a negozi e, soprattutto, a un bar, il Caffè Cavour, che fin da subito ha riscontrato un calo dei clienti.

“Il segnale è allarmante,” ci dice Rosa Cafagna, 51 anni, la titolare. “Se la situazione dovesse peggiorare, io non so come farò…”

Il locale di Rosa è piccolissimo, ma in Piazza Perrone disponeva di un dehors sempre affollatissimo.

“Ho chiesto il permesso di utilizzare, finché si potrà, il marciapiede di fronte, ma mi è stato detto che non si può…”.

Rosa chiede un percorso pedonale provvisorio che garantisca un accesso sicuro e diretto alle attività commerciali, evitando così di isolare ulteriormente quest'area vitale della città.

Del Caffè Cavour si sta parlando anche sui social e, più specificamente, nel profilo Facebook della città di Ivrea.

“Bisognerebbe, necessariamente e con urgenza,” scrive Paolo Sverso Scantamburlo, “provvedere a fare delle strisce provvisorie per l'attraversamento pedonale almeno all'altezza della zona bar illy Caffè Cavour, poiché al momento tutti i commercianti di quell'area vengono penalizzati in una maniera imbarazzante! Chiedo l'urgenza perché bisogna considerare il disagio enorme arrecato nell'avere creato un cantiere con reti di sicurezza che limita fortemente l'accesso pedonale (oltre che il già risicato posteggio) ai locali commerciali della via. La soluzione non è la rinuncia al cantiere, ma lo spostamento temporaneo delle strisce pedonali che non possono essere attualmente utilizzate, con strisce pedonali provvisorie che non isolino questi locali commerciali. A molti non interesserà, ma i piccoli commercianti lottano tutti i giorni per sopravvivere, e trovarsi di fronte a questa situazione è davvero aberrante…”.

Piazza Perrone

Da qui in avanti, apriti cielo tra i cittadini che “guai a toccare” l’Amministrazione comunale e altri che danno ragione a chi si lamenta. Il più giudizioso di tutti resta l’autore del post.

"Se c'è un modo per risolvere questo problema, lo si trova e ci si lavora insieme. Ricordate bene che se a un locale commerciale tolgono l'accesso ai clienti, questi andranno da altre parti o rinunceranno all'acquisto, con la conseguenza inevitabile della chiusura di quel locale commerciale. Senza i piccoli commercianti, tutta la Città di Ivrea muore. Una città fantasma come molti dei paesini limitrofi…"

Insomma, i commercianti del Lungodora, come entità traballanti, destinati da qui alla fine dell’anno e forse anche qualche mese in più, a sopravvivere nell'incertezza.

È qui che si disegnerà il nuovo fronte della resistenza urbana, una lotta silenziosa ma palpabile contro le decisioni calate dall'altro e che sembrano ignorare le voci di chi quel quartiere lo vive ogni giorno.

In questa arena urbana, il Caffè Cavour emerge come primo testimone della tenacia di quei piccoli imprenditori che ogni mattina si svegliano sapendo che la serranda va alzata, nonostante le prospettive. L'appello di Rosa per un percorso pedonale provvisorio non è solo una richiesta logistica; è un grido per l'attenzione, un invito a non dimenticare chi, ogni giorno, contribuisce con i suoi sorrisi e le sue cortesie a renderci comunità.

In questo scenario, emerge la necessità di un dialogo costruttivo con l’Amministrazione comunale e con gli assessori ai lavori pubblici Francesco Comotto, e alle manutenzioni Massimo Fresc, di un confronto che superi le barriere, non solo quelle fisiche di un cantiere, ma quelle della comprensione e dell'ascolto.

La soluzione passa attraverso il dialogo, la collaborazione, la ricerca di un equilibrio che soddisfi le necessità di tutti, senza sacrificare il tessuto commerciale e sociale di una città che è unica anche per i commercianti che la popolano.

Senza di essi, si rischia di perdere l'anima stessa del tessuto urbano. Un bel passo in avanti sarebbe, tra le altre cose, rispondere ad una petizione che da queste parti (tra piazza Perrone, via Riva e via Cavour) hanno firmato in tanti chiedendo all'Amministrazione comunale di cominciare a pensare ad un rimborso per i "mancati incassi". Risale a due settimane fa ma per il momento nel palazzo Municipale si sono fatti sordi...

Il ponte ferroviario

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