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Il Partito Liberale Italiano: fantasma del passato o futuro della politica piemontese?

Diego Borla, il "gentleman" che guida la riscossa liberale in Piemonte

Diego Borla e il Pli

Diego Borla e il Pli

Alle elezioni recentemente tenutesi in Sardegna - chi non muore si rivede - hanno racimolato il 4 per cento dell’elettorato e portato a casa due consiglieri regionali. Sono i liberali del rinato Partito Liberale Italiano che in verità non era mai morto.

Stando ai tam tam correranno anche in Piemonte, con il centrodestra di Alberto Cirio, alle elezioni in programma i prossimi 8 e 9 di giugno. Più che aspettarsi una vera e propria lista in coalizione, facilmente otterranno qualche posticino nella sovraffollata civica del Presidente.

A guidarli - tenetevi alla sedia - sarà l’eporediese Diego Borla che dall’11 marzo scorso -  e non son cucche -  è il nuovo Commissario per il Piemonte. 

L’incarico gli è stato conferito dal Segretario nazionale Roberto Sorcinelli che gli ha anche chiesto di procedere alla riorganizzazione del Partito sul territorio, «nonché di valutare e perseguire ogni iniziativa politica che possa consentire al Partito di essere rappresentato e di partecipare alle prossime elezioni regionali ed amministrative locali, nel solco della linea politica determinata dal Congresso Nazionale». 

Roberto Sorcinelli

Roberto Sorcinelli

 

«In questi mesi - spiega Borla dandosi un tono - lavorerò insieme ai partiti del Centro destra, che già governano la Regione, per poter vincere anche questa tornata elettorale. Il Partito liberale, all’interno della coalizione, avrà il compito di portare all’interno del programma comune le nostre istanze. Istanze che sono quelle che il partito promuove da quando è nato oltre 100 anni fa: libertà individuale e nel fare impresa con lo scopo di creare ricchezza per l’intera società, senza mai dimenticare il giusto e corretto aiuto per coloro che sono rimasti indietro». 

Il ragioniere Borla, l’ex presidente del consiglio comunale Borla,  più conosciuto come il “gentleman”, ha iniziato il suo percorso politico negli anni ’80 nel Partito Liberale a Ivrea. Si è poi avvicinato a Forza Italia, dove è rimasto per più di 10 anni.

È di due anni fa, invece, il suo ritorno al Partito Liberale, con la nomina a Coordinatore del Canavese ed è con il simbolo del tricolore che ha costruito e si è candidato alle recenti elezioni comunali in appoggio al sindaco Stefano Sertoli, ahìlui, non riuscendo a “sfondare”.

Giulio Andreotti e Renato Altissimo

Giulio Andreotti e Renato Altissimo

Cos’era, cos’è stato e cos’è il Pli? La mente va alla Prima Repubblica quando i liberali -  correvano gli anni 80 -  governavano a braccetto della Dc, del Psi, dei Repubblicani e dei socialdemocratici,  nel cosiddetto pentapartito. Roba vecchia, tremendamente vecchia. Ed erano i tempi di Renato Altissimo, Afredo Biondi e Renato Costa. Qualcuno  se lo ricorda ancora? 

Boh! 

E se il simbolo era effettivamente finito nel dimenticatoio l’ideologia fondamentalmente legata al principio della “tua libertà che finisce dove inizia la mia..” ha continuato, anche a sua insaputa, a macinare consensi.

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