Cerca

Lavoro

Addio allo stabilimento Marelli di Venaria, a rischio 320 lavoratori

Tutta colpa delle direttive di Stellantis che delocalizza in Polonia

Addio allo stabilimento Marelli di Venaria, a rischio 320 lavoratori

Nel panorama complesso della transizione verso la mobilità elettrica alcune aziende "cadono" e sono costrette a chiudere. È il caso che coinvolge lo stabilimento della Marelli Gts di Venaria, in via Carlo Emanuele II.

La fabbrica di marmitte Marelli Gts chiuderà definitivamente i battenti questa primavera poiché la produzione è stata trasferita negli stabilimenti di Caivano (Napoli) e in Polonia. La decisione avrà un impatto diretto su 68 operai rimasti: verranno assorbiti nell'altro polo produttivo di Venaria, la Marelli Lighting in via Cavallo, specializzata nella produzione di fanali.

Tuttavia, la situazione presenta preoccupazioni per altri 320 lavoratori impiegati presso Marelli Lighting a Venaria: sono attualmente in forza con contratti di somministrazione in scadenza nei prossimi giorni. La possibile minaccia di perdere il posto di lavoro alimenta l'ansia tra i dipendenti, mentre la ricollocazione dei colleghi dalla Marelli Gts indica una trasformazione significativa all'interno del complesso industriale.

La chiusura dello stabilimento di Venaria e il trasferimento della produzione in altre sedi, come a Caivano (Napoli) e in Polonia, rappresentano un segnale concreto della pressione che le aziende automobilistiche stanno subendo nell'adattarsi alle nuove esigenze di mercato. Queste esigenze sono principalmente guidate dalla rapida evoluzione verso la produzione di veicoli elettrici.

Questo scenario si inserisce in un contesto più ampio di ristrutturazione industriale e ridefinizione delle catene di approvvigionamento a livello globale. Il trasferimento di una parte significativa della produzione all'estero non solo ha impatti diretti sull'occupazione locale, ma solleva anche domande sulla sostenibilità delle competenze e delle capacità produttive a lungo termine a livello nazionale.

La dipendenza da un unico grande cliente come Stellantis aumenta ulteriormente la vulnerabilità di Marelli alle fluttuazioni di mercato e alle decisioni strategiche esterne. Le preoccupazioni espresse dai sindacati riguardo alla riduzione dei volumi produttivi e al trasferimento della produzione sottolineano l'importanza di un dialogo costruttivo tra le parti sociali e le aziende. Tale dialogo mira a garantire non solo la sostenibilità economica ma anche la protezione sociale dei lavoratori.

"Il 2024 evidenzia una riduzione dei volumi produttivi tra il 13% e il 15% dovuto prevalentemente al calo della 500 bev prodotta a Mirafiori. E’ evidente che il complesso quadro del settore automotive sul territorio sta impattando negativamente anche sulle produzioni Marelli" spiegano i sindacati: "Siamo molto preoccupati per lo spostamento e la localizzazione in Polonia del Ducato My 2021 e di una quota del My 2014 che vengono prodotti a Venaria. La direzione - aggiungono - ci ha spiegato che si tratta di una richiesta del cliente Stellantis".

"Il 90% della produzione di Marelli è legato a Stellantis e nel 2026 i vecchi Ducato verranno sostituiti da un nuovo modello ma non è chiaro se verrà prodotto anche questo in Polonia" precisa Cinzia Pepe, segretaria provinciale Uilm: "Stiamo discutendo, e lo faremo anche in assemblea nazionale il 7 marzo, affinché la produzione resti qui, così come i 320 lavoratori somministrati a rischio: ci auguriamo vivamente che vengano tutti confermati perché sono indispensabili per l’azienda".

Il "Caso Magneti Marelli" in Consiglio Comunale a ottobre 2023

I consiglieri comunali di minoranza del centrosinistra avevano presentato una mozione.

Si tratta di Raffaele Trudu, Rossana Schillaci, Stefano Mistroni, Chiara Catania, Alessandro Brescia, Davide De Santis. 

I membi della minoranza chiedevano risposte e rassicurazioni sullo stabilimento venariese.

La Magneti Marelli - spiegavano - è una eccellenza italiana, Piemontese e in particolare Venariese con ricadute importanti su tutta la filiera industriale”.

Le preoccupazioni, però, c'erano già all'epoca.

Già a dicembre 2022 - proseguivano le minoranze - Bloomberg scriveva che Marelli avrebbe potuto raddoppiare i tagli previsti di posti di lavoro a più di 3.000 e chiudere alcune sedi. Dunque potrebbero esserci altri esuberi in vista nel nostro paese, oltre le 550 uscite annunciate lo scorso gennaio; a maggio 2023 sono usciti articoli di giornali che pongono la possibilità che il taglio degli esuberi non si esaurirà con i 550 attuali, a seguito della continua crisi dell’automotive”.

Si arriva, poi, a pochi mesi fa: a giugno 2023 è stata data comunicazione relativa a un processo di chiusura della fabbrica di Venaria Reale di sistemi di scarico, a causa del progressivo declino dei volumi, che terminerà nel secondo trimestre 2024.

Il Municipio di Venaria

Sono state fornite rassicurazioni relative agli attuali 81 dipendenti, che saranno riassorbiti all’interno del gruppo, 65 persone nella fabbrica di Venaria Lighting e 16 persone nel quartiere generale con sede sempre a Venaria, al netto di uscite volontarie. 

Tuttavia è stato altresì comunicato che la produzione residua andrà in parte a Caivano e in parte in Polonia.

A fine agosto 2023, poi, sono stati pubblicati degli articoli riguardanti lo stabilimento di Crevalcore, di Bologna e anche quelli Piemontesi. 

Le minoranze avevano chiesto al Comune di mettersi in contatto con la dirigenza e capire i piani futuri per lo stabilimento di Venaria.

Venaria, il Piemonte e l’Italia - concludevano i consiglieri - sono territori in cui investire e non limoni da spremere”.

Lo stabilimento Magneti Marelli di Venaria

La storia di Magneti Marelli

Nel lontano 1891 il meccanico Ercole Marelli fondò a Milano l'omonima azienda, divenendo presto un pioniere nella produzione di motori e apparecchi elettrici. In pochi anni, la società avviò le prime sperimentazioni italiane nel campo dei magneti d'accensione per motori a scoppio. Nel 1919, Magneti Marelli, così ribattezzata, si unì in modo paritario a Fiat, dando inizio a una lunga e fruttuosa collaborazione.

La storia di Magneti Marelli è costellata di innovazioni, tra cui le prime batterie per auto, valvole radio elettriche e tubi catodici. La società, guidata dalla passione per l'innovazione, collaborò anche con il premio Nobel Enrico Fermi e nel 1930 realizzò il primo sistema sperimentale per trasmissioni televisive.

Negli anni '40, Magneti Marelli entrò in borsa, iniziando un percorso di crescita che la portò a diventare gradualmente una multinazionale. Tra gli anni '70 e '90, la società fornì componentistica per la Formula 1 e la Moto GP, consolidando la sua posizione come sponsor tecnico di team automobilistici di prestigio, tra cui Ferrari, Renault e Red Bull.

Nel 1994, Magneti Marelli si fuse con Gilardini, un'azienda torinese specializzata nella produzione di componenti industriali. Questa partnership rafforzò ulteriormente la posizione della società nel panorama industriale. Magneti Marelli rimase parte integrante della Fiat (FCA) fino al 2019, quando fu acquisita dalla giapponese CK Holdings, una società controllata dal fondo statunitense Kohlberg Kravis Roberts. Da quel momento, la società prese il nome di Marelli Holdings, segnando un nuovo capitolo nella sua lunga e illustre storia.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori