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Ivrea, Consiglio Comunale: tra propaganda e "percorsi culturali", la città sprofonda

Comitato elettorale

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L’ultima seduta del Consiglio Comunale potrebbe, purtroppo, rappresentare lo specchio dell’azione della maggioranza che governa Ivrea: dico “purtroppo” perché, sebbene i toni siano stati più pacati del solito, lo spettacolo politico è stato decisamente più sconcertate.

In diverse occasioni, in questa rubrica mi sono soffermato ad analizzare i membri e l’operato della Giunta.

In questa sede, invece, prenderò in considerazione un atteggiamento dei Consiglieri di maggioranza, che sembrerebbe andar consolidandosi.

Fin dall’inizio del mandato, infatti, la maggioranza ha dimostrato la propria innovazione, specialmente rispetto a quella che aveva sostenuto Stefano Sertoli nei cinque anni precedenti: abbiamo visto interpellanze e mozioni nei confronti dei loro stessi Assessori! I malpensanti hanno subito pensato alla volontà di trovare equilibri interni, mentre gli ottimisti ne hanno lodato la partecipazione attiva alla vita consiliare.

Io, che non appartengo all’una o all’altra categoria, avevo ricondotto queste azioni alla ricerca - più che legittima, se non anche doverosa - di spazio personale e di risonanza mediatica.

 

Ai tempi, però, si parlava di buche delle strade, di aree sfalci, mentre adesso la natura di tali interventi della maggioranza è nettamente cambiata.

Durante il Consiglio Comunale del 19 febbraio scorso abbiamo parlato, sempre su istanza della maggioranza, di suicidio assistito e di disturbi alimentari. Il nesso logico tra le due tematiche potrebbe essere individuato nell’attenzione per i diritti civili e sociali, sebbene dalla lettura dei due documenti emerga chiaramente lo spirito dei proponenti: esprimere il proprio dissenso nei confronti dell’operato del Governo e, ancora più marcatamente, della Giunta della Regione Piemonte.

Non dispiace tanto che il Partito Democratico abbia già dato per perse le elezioni regionali piemontesi, quanto che lo stesso abbia deciso di utilizzare gli organi elettivi delle poche roccheforti rimastegli come megafono propagandistico.

Insomma, se si parla di questioni politiche locali/nazionali ne fanno strumento di campagna elettorale, se si trattano tematiche internazionali scatenano incidenti diplomatici (il collega Gaudino, su Israele, docet).

E se capita che si parli di problemi che affliggono la nostra Città?

La risposta è sempre la stessa: “dobbiamo intraprendere un percorso culturale per l’integrazione”.

Novello mantra di chi non sa individuare, né tantomeno risolvere, i problemi che ha sotto il naso.

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