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Chivasso
26 Febbraio 2024 - 12:05
Clara Marta capogruppo di Forza Italia e, sullo sfondo, l'ospedale di Chivasso
“Medici, infermieri, OSS, personale ATA, e dirigenti si alzano ogni mattina per svolgere il loro dovere con dedizione, responsabilità e professionalità. Sono individui che, come noi, hanno famiglie e che durante la pandemia hanno dimostrato un impegno straordinario nella cura dei pazienti. È vergognoso che alcuni si arroghino il diritto di vomitare giudizi denigratori, perdendo completamente di vista il rispetto per le persone e il riconoscimento del loro lavoro”.
A parlare, sgomenta per una tragedia che ha colpito l'intera collettività, è Clara Marta di San Raffaele, consigliere comunale di Forza Italia a Chivasso.
Marta, con un lungo post su facebook, è intervenuta in questi giorni in riferimento alle polemiche che si sono riversate sui social dopo la tragica scomparsa del baby calciatore Andrea Vincenzi, 12 anni, rimandato a casa dall’ospedale di Chivasso e poi morto poco dopo.
Le segnalazioni su presunti casi di “malasanità”, dopo il caso del povero Andrea, si sono infatti moltiplicate. Testimonianze che, in particolare, riguardano i problemi del Pronto Soccorso.
La più importante arriva quasi dall’interno, tramite un post su facebook di Samuele Stradella, consigliere comunale di Castiglione (e quindi concittadino di Andrea Vincenzi) ma sopratutto soccorritore del 118.
“Per favore portatemi in qualsiasi Ospedale ma non a quello di Chivasso. Piuttosto rimango a casa”.
“Queste - racconta Stradella - sono le parole che durante la mia esperienza di soccorritore 118 ero solito sentire dai pazienti. Ora, non sono un Medico purtroppo e non bisogna mai fare di tutta l’erba un fascio ma le cose che ho visto accadere in quell’Ospedale mi fanno riflettere. Dalle chiamate alle Forze dell’Ordine in piena notte perché la mia compagna ricoverata in quella struttura veniva screditata quando invece respirava con un solo polmone perché l’altro collassato, al sovraffollamento in Pronto Soccorso che impediva di espletare il servizio di barelliere addirittura per ore. Sono state salvate delle vite in quell’Ospedale ma altrettante ahimè sono state spezzate. Ci sono reparti molto validi ma altrettanti gestiti, mia opinione personale, da personale incompetente. Avendo vissuto in prima persona quella struttura non mi vergogno a divulgare quello che è il mio pensiero e le cause legali vinte parlano da sole. Purtroppo devono accadere delle tragedie affinché cambi qualcosa, sempre che qualcosa effettivamente cambi”.
Marta, che per dovere di cronaca - va detto -, è moglie del primario di otorinolaringoiatria dell’ospedale di Chivasso, il dottor Libero Tubino, al tiro al bersaglio di questi giorni non ci sta. Non ci sta nemmeno ai giudizi sommari che stanno arrivando.
Il lungo post di Clara Marta
“La tragica e improvvisa scomparsa di un adolescente a Chivasso lascia una ferita profonda nel tessuto sociale - commenta -, toccando il cuore e sconvolgendo le menti. In questo frangente è umano che la confusione e il dolore generino una marea di interrogativi che scuotono le coscienze, spingendo a riflettere sulle possibili responsabilità e sulle azioni che avrebbero potuto essere intraprese diversamente.
La tragica e improvvisa scomparsa di un adolescente a Chivasso lascia una ferita profonda nel tessuto sociale - commenta -, toccando il cuore e sconvolgendo le menti. In questo frangente è umano che la confusione e il dolore generino una marea di interrogativi che scuotono le coscienze, spingendo a riflettere sulle possibili responsabilità e sulle azioni che avrebbero potuto essere intraprese diversamente
Ma è compito delle autorità competenti valutare la presenza di responsabilità concrete all’interno del personale dell’ospedale di Chivasso, una struttura che si trova al centro e salva numerose storie umane ogni giorno. La critica pungente e diretta è dunque una reazione comprensibile, ma è fondamentale mantenere una prospettiva equilibrata. Ridurre l’immagine dell’ospedale di Chivasso e del suo personale a questo singolo episodio sarebbe non solo ingiusto ma anche dannoso: screditerebbe indegnamente l’impegno e la dedizione dei professionisti sanitari che quotidianamente si adoperano per la cura e il sostegno dei pazienti con professionalità e compassione”.
“Recenti polemiche hanno messo in luce una crescente tendenza a focalizzarsi esclusivamente sugli aspetti negativi, oscurando i numerosi successi e il duro lavoro degli operatori sanitari, definiti “eroi” durante le varie ondate di Covid-19 - prosegue -. È paradossale e profondamente ingiusto che, in un clima così polarizzato, si giunga a criticare indiscriminatamente e a mettere in dubbio l’onore e l’integrità di un’intera categoria professionale, la quale ha dimostrato, con sacrificio e duro impegno, il proprio valore.
Le generalizzazioni e le critiche aspre espresse su social media e a mezzo stampa, che tendono a condannare un’intera categoria per gli eventuali errori di pochi, mi rattristano profondamente: sono indicative di un problema più ampio nel nostro approccio collettivo e nella memoria storica che scegliamo di conservare. Questa tendenza a screditare piuttosto che a riconoscere e valorizzare solleva interrogativi profondi sul rispetto e sull’apprezzamento verso coloro che si dedicano alla cura della nostra salute”.
L'ingresso dell'ospedale di Chivasso
“Medici, infermieri, OSS, personale ATA, e dirigenti si alzano ogni mattina per svolgere il loro dovere con dedizione, responsabilità e professionalità - conclude la consigliera comunale di Chivasso -. Sono individui che, come noi, hanno famiglie e che durante la pandemia hanno dimostrato un impegno straordinario nella cura dei pazienti. È vergognoso che alcuni si arroghino il diritto di vomitare giudizi denigratori, perdendo completamente di vista il rispetto per le persone e il riconoscimento del loro lavoro.
Ritengo che sia vitale adottare un approccio più equilibrato e rispettoso, riconoscendo la complessità delle sfide affrontate dal sistema sanitario, valorizzando l’importante contributo dei suoi operatori. Solo così potremo costruire una società più giusta e comprensiva, che sa riconoscere gli errori ma anche celebrare e sostenere coloro che si impegnano ogni giorno per il benessere”.
Intanto sul caso del piccolo Andrea Vincenzi e sulle presunte mancanze del Pronto Soccorso di Chivasso è stata aperta un’inchiesta da parte della Procura di Ivrea che indaga per omicidio colposo.
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