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04 Gennaio 2024 - 14:55
Qualche giorno fa don Domenico Gatti, parroco di Sciolze, ha inviato una lettera ai fedeli. Don Domenico Gatti, 75 anni, parroco di Sciolze e Marentino è figura "storica" del territorio. Il parroco abita qui da 18 anni.
Il problema, qui, è sempre lo stesso: la caldaia della chiesa è rotta da qualche anno.
"Il Signore - scrive don Gatti nella lettera - sia sempre la nostra forza e serenità: benedica le vostre famiglie e i vostri progetti. Oggi devo aggiornarvi, a nome della commissione economica e mio, sulla "caldaia della chiesa". Finalmente le procedure di autorizzazione e di reperimento dei fondi per la realizzazione della nuova centrale termica sono in fase di conclusione. La vecchia caldaia era composta da due fonti di calore, una delle quali aveva preso fuoco nel 2021 e l'altra oltretutto non risulta essere a norma.Ora tutto viene messo in sicurezza e il vantaggio sarà per noi e per chi verrà dopo di noi. I lavori prenderanno avvio nel mese di gennaio (temporaneamente le celebrazioni saranno nel salone dell'oratorio) e termineranno presumibilmente nel mese di febbraio".
Don Domenico Gatti, Sciolze
I soldi, però, non ci sono ancora tutti...
"I fondi fin qui ottenuti, - spiega il don - e per i quali è dovuto un doveroso ringraziamento, sono i seguenti:
Ora tocca a noi raccogliere la parte che rimane per completare l'opera. È indispensabile trovare entro il mese di aprile (termine perla rendicontazione delle spese) gli altri € 9.398,00 mancanti. Vi invito pertanto a collaborare per quest'opera a favore della nostra comunità. Per favorire le offerte si indicano il riferimento del conto bancario intestato a PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATIISTA - SCIOLZE: L'IBAN del c/c Unicredit è: IT36T0200830510000002057989. Sarà anche possibile, per chi lo desidera, mettere il proprio contributo (in forma anonima o meno) in una busta chiusa che verrà raccolta durante l'offertorio delle messe o consegnata personalmente a mie mani. Grazie fin d'ora a tutti i benefattori, a nome della comunità".
Insomma, dopo alcuni dei campanili del territorio tenuti volontariamente spenti per cercare di risparmiare un po’ sulle bollette, adesso la questione “energia” si ripropone sotto forma diversa, quella di una caldaia che fa “tribolare”.
Sicuramente, le messe del mese di gennaio sarebbe stato più bello viverle in chiesa ma l'abbassamento delle temperature e la caldaia rotta hanno obbligato tutti a spostarsi in oratorio. "L’aiuto del Signore”, in questo caso, purtroppo non è bastato.
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