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Ecco perchè i giovani si stufano della politica. L'importanza della Consulta

Quelli che si affacciano al mondo della rappresentanza politica se ne vanno ...

Ecco perchè i giovani si stufano dalla politica. L'importanza della Consulta

Andrea Cantoni è con Giorgia Meloni

Mi trovo sul treno in viaggio verso Roma, mentre i miei colleghi Consiglieri si apprestano a recarsi in carcere. Ebbene, preme sottolineare che, per quanto in mia conoscenza, non abbiano ricevuto condanne. Stanno, invece, per partecipare al Consiglio Comunale organizzato presso la casa circondariale di Ivrea. Ma non è questo il punto, ci sono altre sedi per parlarne.

Tornando al mio viaggio: nei prossimi quattro giorni parteciperò ad Atreju, la manifestazione organizzata da Fratelli d’Italia consistente in un corposo avvicendarsi di conferenze e dibattiti con esponenti politici e non, di tutti gli schieramenti. Insomma, un vero e proprio momento di confronto e di crescita per tutti i partecipanti, in buona parte giovani.

Ed è proprio di questo che voglio riflettere in queste poche righe, sul ruolo dei giovani in politica. È da ormai più di qualche anno che mi occupo di ciò e ho avuto modo di ricoprire ruoli differenti, grazie ai quali mi sono potuto confrontare sul tema con coetanei e non. Approcciarsi alla politica, specialmente da giovani, è tutto fuorché facile, come mai è facile prendere una posizione.

Non è facile fare politica da giovani per molti motivi, tra cui, forse prima di tutto, per la difficoltà di crescere, umanamente e culturalmente, in un ambiente che spesso si è dimostrato poco aperto di fronte alle spinte delle generazioni più recenti.

Qualcuno crede che la soluzione a questo problema sia evitare la scelta partitica, affidandosi a più o meno serie forme associative, oggettivamente attraenti per - utilizzando uno stereotipo - le “giovani teste calde” che non vedono di buon occhio le strutture dei partiti.

Ritengo che, invece, far parte di un partito sia la scelta migliore, per se stessi e per poter effettivamente portare avanti una qualsivoglia idea politica. Questa mia affermazione non potrebbe essere contestata se solo la fine della Prima Repubblica avesse risparmiato uno dei più grandi patrimoni del passato: le scuole politiche.

Ogni partito, perfino quelli meno rilevanti, si preoccupava di fornire ai propri giovani tutte le possibilità formative ed esperienziali per affrontare gradualmente le sfide che si sarebbero trovati ad affrontare.

Purtroppo tutto questo, al giorno d’oggi, manca e vediamo che i - pochi - giovani che si affacciano al mondo della rappresentanza politica o si stufano e se ne vanno o rimangono senza le consapevolezze necessarie.

Anche per ovviare a questa mancanza abbiamo proposto, durante la campagna elettorale, la Consulta dei Giovani, fortunatamente poi inserita nelle linee di mandato dal Sindaco Chiantore, per sperimentare una nuova forma di partecipazione e collaborazione tra i giovani e le istituzioni.

Giovani con Giorgia Meloni

La rilevanza di queste problematiche è sotto gli occhi di tutti e, per ogni volta che si sente criticare la classe dirigente del Paese, dobbiamo ricordarci che è dovuta anche alle medesime. 

Mi auguro che i partiti si rendano conto di ciò e decidano di investire effettivamente sul loro futuro e, molto sinceramente, confido che i prossimi quattro giorni di Atreju siano la riprova di quanto cambiare le cose sia possibile. 

Come sempre, serve la volontà.

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