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Incredibile ma vero

Buttati nel cestino 215 milioni di dosi di vaccini anti Covid. Non erano aggiornati...

Con il mutare del virus SarsCoV2 e l'affacciarsi di nuove varianti si è reso necessario un aggiornamento

Buttati nel cestino  215 milioni di dosi di vaccini anti Covid. Non erano aggiornati...

Milioni di dosi di vaccini anti-Covid, almeno 215, buttate via nei paesi europei perchè scadute o obsolete, e poco più di 49,1 milioni in Italia che si colloca al secondo posto, dopo la Germania.

L'analisi è della testata Politico.eu e giunge nel momento in cui più forte è il richiamo alla vaccinazione indirizzato ai soggetti fragili e agli anziani per evitare le forme gravi della malattia. La maggioranza dei ricoveri in Italia, il cui aumento costante inizia ora a registrare un rallentamento, riguarda infatti proprio queste categorie più a rischio.

Cautela dunque, avvertono gli infettivologi, mentre il picco di casi dell'attuale ondata potrebbe già essere stato raggiunto.

La stima dello 'spreco', nell'analisi di Politico.eu, è quantificata dunque in almeno 215 milioni di dosi di vaccini acquistate dai Paesi Ue all'apice della pandemia e buttati via, con un costo stimato per i contribuenti di 4 miliardi di euro, e si tratta quasi certamente di una "sottostima". L'analisi si basa sui dati di 19 Paesi europei. Alcuni dati risalgono a questo mese, mentre i più vecchi al dicembre 2022.

Con il mutare del virus SarsCoV2 e l'affacciarsi di nuove varianti si è infatti reso necessario un aggiornamento dei vaccini stessi e, al momento, sono rassicuranti le indicazioni che arrivano dall'Oms.

"Tutti i vaccini Covid approvati continuano a fornire protezione contro la malattia severa e la morte. Questo include tutte le varianti in circolazione, compresa JN.1", dilagante in Usa, ha affermato Maria Van Kerkhove, responsabile per la pandemia Covid dell'Oms.

vaccino covid

"Stiamo vedendo un aumento delle infezioni respiratorie - ha aggiunto -. Anche i contagi da Covid sono in crescita e il virus sta circolando in tutti i Paesi".

Il consiglio è dunque proteggersi e vaccinarsi. Un quadro che si conferma anche in Italia dove, per la quinta settimana, i ricoveri Covid sono in crescita negli ospedali, sia pure registrando un rallentamento. L'ultima rilevazione degli ospedali sentinella aderenti a Fiaso fa infatti registrare una crescita di pazienti del 15,4% (contro il 25% della settimana precedente). Un aumento costante che al momento non sta interessando le terapie intensive, ferme al 4% del totale degli ospedalizzati. Il 77% dei pazienti, spiega la Fiaso, è ricoverato 'Con Covid' e l'età media è di 76 anni.

Negli ospedali e reparti pediatrici, inoltre, raddoppiano i casi, anche se il numero è ancora basso e non ci sono bambini in intensiva. Anche l'assessore della Lombardia al Welfare, Guido Bertolaso, registra che i casi Covid "stanno aumentando" e "siamo preoccupati soprattutto per quello che potrà accadere durante le vacanze natalizie".

Infatti, "si conferma l'incremento costante dei ricoveri, senza particolari criticità sugli ospedali - spiega il presidente Fiaso, Giovanni Migliore - e non cambia la categoria più colpita, ovvero gli anziani con altre patologie che necessitano di ricovero". Purtroppo però, avverte, "sono diminuite le somministrazioni di vaccino anti Covid nell'ultima settimana".

Un aspetto critico, questo, sottolineato anche da Giovanni Rezza, professore di Igiene all'Università San Raffaele di Milano, secondo il quale "siamo ora in una fase di stabilizzazione e sembrerebbe che il picco dei casi Covid sia stato raggiunto per questa ondata". Conforta, afferma all'ANSA, "che non crescano i ricoverati in intensiva: ciò conferma che, trattandosi sempre di sottovarianti Omicron, l'aggressività del virus è limitata. Quanto al fatto che la nuova sottovariante JN1 possa determinare una nuova ondata, è difficile prevederlo".

L'invito alla categorie a rischio resta quello a vaccinarsi, anche per l'influenza: "Si è ancora in tempo - sottolinea - e poi i soggetti fragili dovrebbero usare la mascherina, così come chi, con sintomi respiratori, è in contatto con categorie a rischio".

Anche per Roberto Cauda, docente di Malattie infettive all'Università Cattolica e al Campus Biomedico di Roma, "anziani e fragili necessitano di un richiamo vaccinale.

Ed è importante che tali soggetti riprendano ad utilizzare la mascherina: siamo in una situazione migliore, ma i segnali di un aumento dei ricoveri, sia pure in rallentamento - conclude - non vanno sottovalutati".

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