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13 Dicembre 2023 - 08:00
I proprietaria della Trattoria San Marchese di Venaria
Diventare il set cinematografico di una fiction di Rai 1, non è cosa che capita tutti i giorni. E' successo ai titolari della trattoria San Marchese di Altessano a Venaria, la "Reale". Immaginatevi la scena. "Buongiorno sono il regista... Che ne direbbe se...!".
Nell’undicesima puntata di “Cuori 2” firmata da Riccardo Donna, si raccontano le vicende di Cesare Corvara, ambizioso primario dell’ospedale "Le Molinette" di Torino. Uno che sognava con gli occhi aperti di realizzare il primo trapianto di cuore della storia.
Un frame della scena girata in trattoria
"Le riprese - spiega Ezio Serta, il proprietario della Trattoria - si sono svolte esattamente un anno fa, il 15 Dicembre 2022, proprio nella zona di accesso al cortile esterno del locale. Siamo contenti che abbiano scelto noi come location per le riprese. Non siamo nuovi al mondo di Rai e a Torino Film Commission, alcuni di loro vengono a mangiare qui di tanto in tanto, perciò ci conoscevano”
A rubare la scena ci si è messa anche la cucina.
"Siamo finiti inaspettatamente - continua Serta - a produrre più di 50 panini con l’affettato, per tutta la numerosa e affamata troupe...".
Non a caso la "Trattoria San Marchese".
In foto (da destra): Laura, Graziella, Giulia ed Ezio
Tra quelle mure, tra quei tavoli, in quelle sedie, nei cimeli che si trovano ad ogni angolo c'è un presente ma pure un grande passato. Lo stile è rustico. A dominare è il legno, il tessuto, i quadri con paesaggi.
In bella vista una radio anni 50 e una bilancia a bascula di fine Ottocento.
I ricordi cominciano dal nonno dell’attuale proprietario che prese questo posto in gestione nel 1927 ma le radici sono ancora più antiche e si perdono nei decenni precedenti, quando oltre a dar da mangiare questo luogo veniva usato stallaggio per i cavalli e alloggiamento per i viandanti. Ci troviamo, infatti, a fianco alla Cappella Campestre di San Marchese, proprio alle spalle di quella che un tempo era probabilmente la strada principale di collegamento tra Torino e il Canavese (oggi raccordo tra Via Lanzo e Via San Marchese).
E si sono viste e sentite da qui due guerre mondiali, rivoluzioni sommosse e più di una esondazione del Ceronda compresa quella del 1994 che causò il crollo parziale di un palazzo in Via Cavallo e disagi diffusi lungo tutto il percorso del fiume che costeggia la città.
Insomma, una delle più antiche trattorie piemontesi tappa obbligatoria anche per turisti in visita alla Reggia di Venaria e al parco La Mandria.
Due luoghi che hanno segnato la storia della famiglia Savoia che, come vedremo, oggi ispira il menù della trattoria.
Alla quarta generazione, il team di lavoro è composto da Ezio Serta, la moglie Graziella, la figlia Giulia, la nuora Laura e le cameriere Greta, Asia, Felicia, Cristina e Carla. Tutti uniti nel portare avanti non solo una storia di famiglia, ma anche una tradizione di sapori.
“Se volessi potrei ristrutturare tutto ma la Trattoria perderebbe la sua essenza” commenta Serta.
L’atmosfera è calorosa, familiare, nei colori prevalgono tonalità calde e tutto riporta indietro nel tempo.
Un luogo come pochi, che ha mantenuto una “scocca” semplice e caratteristica. Come spiega la famiglia infatti, c'è una forte volontà di mantenere le tradizioni sia nella forma che nella sostanza dei piatti proposti.
“La nostra - specifica - è un’offerta gastronomica semplice e casereccia, tuttavia non vogliamo sacrificare la qualità dei prodotti e teniamo molto alla cura e alla pulizia degli spazi. Ad esempio, acquistiamo materie prime che ad oggi hanno un costo elevato. Non usiamo nemmeno formaggio in bustina. Io stesso grattugio a mano il parmigiano che poi andiamo a servire e mi premuro che tutto sia sempre in ordine”.
La proposta culinaria prevede piatti di estrazione sabauda come l’immancabile vitello tonnato, gli agnolotti al sugo d’arrosto e la bagna càuda ma anche specialità che non si trovano altrove e rappresentano davvero un’eccezione.
Qualche esempio? Il risotto al nebbiolo e salsiccia, la trippa in umido, i fagioli con le cotiche, il coniglio arrosto e le pere cotte al vino rosso.
In foto la Trattoria nel 1970 e nel 2022
In effetti, alcune ricette rappresentano un mistero per gli stessi membri del team, i quali si chiedono come la signora Graziella possa realizzarne di così buone.
“A inizio Dicembre cominciamo a pensare al menù natalizio, al momento non l’abbiamo ancora pubblicato e nonostante questo abbiamo già le prenotazioni esaurite” sorride Serta.
Non sono molti ad oggi, i luoghi in cui poter godere di un’ambiente caldo, intimo e caratteristico come questo. Non a caso la trattoria sta ritagliandosi uno spazio proprio, nel panorama gastronomico locale.
Sarà forse anche per questo che Vanity Fair nel 2017 la indicò come una delle cinque migliori trattorie del Piemonte.
E non basta ancora. La Trattoria Marchese è anche menzionata nella guida “I cento” dal 2018 al 2023, tra le migliori 50 piole di Torino e dintorni.
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