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Il caso
19 Novembre 2023 - 12:11
Il canale ENEL Cimena continua a creare problemi. Argini ripidi e poche protezioni, per un’equazione il cui risultato è ormai ben noto: ogni tot, qualcuno cade nelle acque del corso d’acqua artificiale.
Nel corso della settimana appena passata, a cadere nel Cimena (che corre tra San Raffaele, Gassino, Chivasso e la collina) non è stata una persona ma bensì un cinghiale.
Il tutto, è testimoniato da un video caricato da un passante sui social, filmato in cui si vede l’animale nuotare nelle acque (senza possibilità d’uscita data l’assenza di appigli sulle sponde) e l’ultima parte del canale, più o meno tra San Raffaele e Chivasso.
Il povero cinghiale nelle acque del Cimena
Gli episodi legati a questo corso d’acqua sono molteplici. Nel maggio 2022, una castiglionese di 66 anni decise di togliersi la vita buttandosi proprio nelle acque del Cimena. Qualche mese dopo, a luglio, aveva fatto molto clamore il caso del cucciolo di cinghiale finito nelle acque dell’ENEL: l’animale non riusciva né a nuotare né a uscire, e dopo qualche ora era stato abbattuto dalle guardie forestali sotto gli occhi attoniti della folla che nel mentre si era raccolta. A febbraio di quest’anno, invece, un cane Border Collie era scivolato dagli argini finendo “a mollo” e venendo poi salvato dall’intervento dei vigili del fuoco.
Ancora, alla lista degli incidenti con il canale Cimena si vanno ad aggiungere cani caduti nell’acqua, padroni che si sono buttati per aiutare i propri animali e anche tutta una serie di runners che sono scivolati dentro a questo corso artificiale.
“Nel caso del cinghiale degli scorsi giorni - commenta il sindaco di San Raffaele Ettore Mantelli - a noi non sono giunte segnalazioni. Suppongo siano intervenuti per recuperare l’animale i Vigili del Fuoco”.
In questo caso, fortunatamente, non si è fatto male nessuno, ma il tema qui è un altro. Il canale Cimena non è sicuro, teatro di troppi incidenti, con i suoi argini scoscesi, l’assenza di protezioni e appigli interni.
Le amministrazioni della zona si sono a più riprese battute per far inserire una staccionata o elementi che mettano in sicurezza gli argini, ma stando a quanto afferma una sentenza di Cassazione, la cartellonistica presente sarebbe sufficiente a rendere sicura l’area.
È logico che non sia così e, al momento, alcuni Comuni avrebbero già anche pronte delle idee per mettere in sicurezza la zona ma, come sempre, i progetti sono fermi ai tavoli di lavoro di Città Metropolitana di Torino, in attesa della prossima storia che, purtroppo, un lieto fine potrebbe anche non avercelo.
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