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16 Novembre 2023 - 10:10
Uno dei beagle salvati dall'allevamento degli orrori
Trecentocinquanta: sono le cagnoline che le Forze dell'Ordine hanno sequestrato la settimana scorsa nel Napoletano. Gli animali erano tenuti in condizioni disastrose. Erano impossibilitate a muoversi e utilizzate solo per sfornare cagnolini di razza beagle e cocker.
I cuccioli venivano poi venduti al miglior offerente. Ebbene, dopo il sequestro da parte dei Carabinieri le cagnoline sono finite in tutte le parti d'Italia. Alcune di loro sono arrivate anche alla Casa del Cane Vagabondo di Barbania, che sabato scorso ha aperto le sue porte agli animali in difficoltà.
"Ci sono arrivati sei beagle e quattordici cocker - racconta Patrizia Ceccarelli, che gestisce il rifugio di Barbania - ed erano tutti in condizioni pessime: pieni di otiti, con i denti e le orecchie in condizioni disastrose. Erano detenuti in batteria col solo scopo di fare cuccioli".
I cani salvati dal rifugio
I cani verranno tenuti in rifugio finché non verrà trovata loro una sistemazione definitiva. L'operazione di salvataggio è stata possibile grazie alla collaborazione con la Cocker's Angel, associazione che si occupa di salvare i cani di razza Cocker in giro per la Penisola.
Una di loro ha anche partorito una volta arrivata in provincia di Torino: gli animali da accudire si sono quindi moltiplicati, e hanno tutti bisogno di cure, cibo, affetto, tempo e pazienza.
"Non ce l'abbiamo fatta a girarci dall'altra parte - ha scritto la Casa su Facebook -. Un grido d'aiuto arrivato da un'altra regione, ma sempre con l'intento di aiutare il mondo animale. Un vero è proprio lager, un allevamento criminale che a nostro parere non sa cosa voglia dire l'amore verso gli animali. Fattrici sventrate, cani tenuti in condizioni pessime e tenuti solo a scopo di lucro".
Una delle cagnoline ha anche partorito
I Beagle arrivati in rifugio, scrive il rifugio, adesso "necessitano di cure e soprattutto di sterilizzazioni, per non tornare a riprovare i dolori ormai lontani kilometri. Le spese sono tante, ma non ce la siamo sentita di ignorare questa emergenza" scrive il rifugio.
Che quindi ha chiesto aiuto con una raccolta fondi: "Abbiamo veramente bisogno di tutti. Questi amori a quattro zampe meritano la loro rivincita, in questo mondo pieno di crudeltà".
La Casa del Cane Vagabondo aiuta dal 2013 gli animali in difficoltà. Avevamo raccontato la sua storia in un nostro articolo del 9 gennaio. Nella Casa sono ormai presenti circa cento cani e trenta cavalli. Patrizia, qui, tiene in piedi la struttura da dieci anni, anche se il suo percorso di vita assieme agli animali comincia molto prima. “Avevo un rifugio a Lauriano Po - ci diceva - venticinque anni fa. Poi, nel 2013 ci siamo trasferiti qui”.
Prima di mettere in piedi quella struttura, Patrizia, che è torinese doc, ha gestito per venticinque anni un’attività di abbigliamento a Borgaro Torinese assieme alla mamma. “Mi piaceva, ma sono sempre stata una che soffriva a stare al chiuso” ci diceva la donna.
A Lauriano, quella che Patrizia aveva aperto doveva essere una semplice pensione per cani. “Mai più - commentava Patrizia - sospettavo che un giorno avrei aperto un rifugio. Poi sono stati i Comuni stessi a chiedermi di cominciare un’attività di cattura e custodia degli animali”.
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