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Ivrea

Dipendenti Comdata gettati alle ortiche. Oggi incontrano il sindaco

Chiedono il rispetto della clausola sociale. Sono in sciopero.

Dipendenti Comdata gettati alle ortiche. Oggi incontrano il sindaco

Questa mattina  alle ore 10:30 in Piazza Vittorio Emanuele, 1 (Fronte Comune) presidio delle lavoratrici e dei lavoratori Comdata coinvolti nella commessa Aria.

Protestano per la mancata applicazione della clausola sociale, in seguito alla mancata presenza al tavolo delle contrattazioni dell’azienda appaltatrice Digid Group.

Della questione se ne sta occupando anche l'Amministrazione comunale che ha convocato per questa mattina un incontro con la Regione, la Città Metropolitana e le sigle sindacali per un confronto sulle possibili soluzioni.

“Terremo monitorata la situazione, auspicandoci che le tutele dei lavoratori, compresa la clausola sociale, vengano sempre applicate”  commenta il Sindaco Matteo Chiantore.

Ad un precedente incontro tra il sindaco di Ivrea Matteo Chiantore e i sindacati

Dello stesso avviso l'Assessora al Lavoro Gabriella Colosso: “E’ inaccettabile che ogni cambio di appalto si trasformi in lavoro sempre più precario, ledendo la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, delle loro competenze e professionalità, del loro impegno e del loro salario.” 

La verità è che i cambi d’appalto nei call center continuano a rappresentare un forte rischio per i livelli occupazionali e per le condizioni di lavoro dei tantissimi lavoratori che operano nelle società di Customer in outsourcing.

"Stiamo assistendo  - stigmatizzano le segreterie di SLC CGIL – FISTEL CISL – UILCOM UIL - ad una diffusa elusione della clausola sociale prevista dalla Legge 11/2016 e dal CCNL Telecomunicazioni, contratto prevalente nel settore, da parte di aziende pubbliche e private....".

Insomma dipendenti Comdata gettati alle ortiche. A pargarne il prezzo più alto è il territorio eporediese...

E dire che le lavoratrici e i lavoratori dei call center con l'aiuto delle Organizzazioni Sindacali che li rappresentano avevano faticosamente ottenuto la definizione, all’interno di una legge, di un principio fondamentale di salvaguardia: “In caso di successione di imprese nel contratto di appalto con il medesimo committente e per la medesima attività di call center, il rapporto di lavoro continua con l’appaltatore subentrante, secondo le modalità e le condizioni previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro applicati e vigenti alla data del trasferimento, stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative sul piano nazionale […]”.

Ricordiamo la vicenda INPS che, nell’assegnare il proprio call center ad un’azienda controllata al 100% dall’Istituto (INPS SERVIZI) aveva proposto ai circa cento lavoratori di COMDATA Ivrea, ex fornitore del servizio, un’assunzione a condizioni salariali e di diritti pesantemente inferiori a quelle che avevano. INPS, azienda pubblica avevaquindi, di fatto, negato il diritto alla clausola sociale e ad un passaggio a parità di condizioni peggiorando le condizioni delle lavoratrici e lavoratori che da anni gestiscono un Numero Verde così importante anche per la collettività, per i cittadini.

"Dopo INPS - stigmatizzano i sindacati  -  le lavoratrici ed i lavoratori Comdata di Ivrea si trovano nuovamente di fronte ad una gara d’appalto, Aria – Regione Lombardia, in cui le aziende aggiudicatarie, DIGID SPA capofila, dopo una serie di false garanzie presentate ad un primo tavolo di contrattazione sindacale, non si sono più presentate ad alcun incontro negando il diritto alla clausola sociale per i lavoratori della commessa. Tutto ciò nel silenzio assoluto del committente pubblico Regione Lombardia che, proprio in quanto soggetto pubblico, dovrebbe responsabilmente farsi garante delle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori che operano all’interno dei suoi appalti..."

La commessa scadrà il 20 novembre e a seguito del rischio di esuberi, esplicitamente dichiarato da COMDATA, derivante dalla mancata applicazione della clausola sociale, i lavoratori stanno vivendo un fortissimo stato di preoccupazione.

Queste sono le ragioni per le quali le lavoratrici ed i lavoratori coinvolti sono in sciopero da lunedi 6 novembre 2023.

"Complessivamente - sottolineano i sindacati - ad oggi sono circa 100 le lavoratrici ed i lavoratori coinvolti dalle mancate applicazioni della clausola sociale che hanno visto il loro lavoro uscire dalla porta principale della sede eporediese di COMDATA. Adesso basta!"

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