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Voci dal carcere
07 Novembre 2023 - 15:11
carcere
“Le carceri sono troppo affollate!”. Questa affermazione diventa una campana stonata che ci suona nelle orecchie da troppo tempo.
Il ministro Nordio non ricicla più il progetto delle ex caserme per ospitare i detenuti che sono troppi rispetto alla capienza regolamentare. L’Europa ha già sanzionato varie volte questo problema, ma non l’abbiamo risolto, Anzi.
In uno studio di Rita Bernardini, di Nessun Tocchi Caino, una associazione che si occupa di espiazione della pena, si sottolinea che il problema sta aumentando. A fronte di una capienza regolamentare di 51.285 posti c’è un sovraffollamento effettivo del 124%. Questo significa che ci sono 58.987 detenuti presenti, superando la capacità regolamentare di 7.702 posti.
Mancheranno le carceri e qualcuno propone un numero chiuso, così da poter utilizzare gli altri sistemi penali per le condanne brevi
Sicuramente in carcere mancano:
Gli educatori, essenziali per la riabilitazione. Con soli 785 educatori assegnati per un totale di 58.987 detenuti, risultano 75 detenuti per ogni educatore.
Gli agenti penitenziari. Sulla carta risultano assegnati agli istituti 36.970, ma effettivi sono 31.704.
Direttori e personale amministrativo. A fronte di 98 istituti sovraffollati su 189, ci sono 57 istituti che non hanno un direttore titolare e 15 carceri sono anche privi di direttore anche reggente. Altro dato è che 43 direttori gestiscono più di una struttura. Questa mancanza di supervisione e guida ha, di fatto, conseguenze gravi sulla sicurezza e sulla gestione delle carceri. Anche il personale amministrativo è sottodimensionato, con solo 3.196 membri assegnati su una pianta organica di 4.045.
Mancano anche i magistrati di sorveglianza.
La pianta organica magistrati di sorveglianza è composta da 246 unità. I magistrati di sorveglianza effettivi sono 212. Per quanto riguarda la pianta organica dei presidenti dei Tribunali di Sorveglianza sono 29. Quelli effettivi 28.
Quindi abbiamo tanti detenuti che stanno stretti ma manca tutto il resto. Mancano soprattutto persone e progetti che possano fare la differenza fra la detenzione e un percorso di rieducazione necessario secondo la costituzione.
A Ivrea il 10 novembre, nella Sala di santa Marta alle 20.45 ci sarà un incontro con don Ettore Cannavaro fondatore e animatore della comunità “la Collina” una Cooperativa Sociale Onlus di Serdiana (Sud Sardegna) la comunità ha accolto centinaia di giovani in volontaria limitazione della libertà personale occupati in lavoro e condivisione in alternativa alle vuote giornate del carcere a cui erano condannati. Una occasione di incontro e riflessione collettiva.
Per parlare di Ivrea mi sembra di capire che al momento ci sia una situazione molto delicata in cui stiano scoppiando alcune situazioni legate proprio ai problemi strutturali delle carceri.
Lo spazio sovraffollato, i problemi del disagio psichico, la stanchezza degli operatori la mancanza delle figure apicali. Da un lato devo sottolineare il lavoro e la dedizione di alcuni nuovi venuti che hanno reso possibile la realizzazione di molti progetti di attività educative. dall’altro devo esprimere la preoccupazione per il presente e sopratutto il futuro.
Per il presente occorre trovare una soluzione ai problemi di violenza fra i detenuti magari aumentando i progetti e le attività, occorre anche dare risposte alle richieste di permessi e richieste giuste, smontando possibili pretesti pei disinnescare violenze. Serve al più presto la nuova staff direttiva, magari mantenendo le persone che hanno dimostrato capacità e impegno.
Stanno nominando i nuovi direttori e a fine anno forse finirà l’incarico di alcuni ispettori che hanno saputo cambiare l’istituto in questo periodo di crisi.
Sperem.
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