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Settimo Torinese e l'economia circolare: un giro di soldi pubblici tra Comune e aziende

Ma ci sarà il PNRR che pensa a tutto o, per male che vada, ci saranno le elezioni

Settimo Torinese e l'economia circolare: un giro di soldi pubblici tra Comune e aziende

Ormai non si capisce più se è un Comune o un’agenzia immobiliare.

L’Amministrazione di Settimo continua a fare annunci di acquisto e vendita di immobili, peccato (o per fortuna) che per comperare occorre avere soldi e per vendere occorre avere compratori e al Comune di Settimo mancano entrambi. 

A chi fa notare che ormai la città è piena di ruderi pubblici che stanno crollando e che non è il caso aggiungerne di altri, o che si dovrebbe pensare prima alla manutenzione – ristrutturazione degli spazi già di proprietà del Comune, si risponde con altri annunci di piani e progetti PNRR che dovrebbero iniziare a giorni ma peccato che siano già trascorsi mesi e anni senza intravedere nemmeno i progetti. 

E’ in questo contesto che la Sindaca affiancata dai suoi tecnici creativi ha inaugurato una nuova stagione di “economia circolare”. No, non quella virtuosa che prevede la continua trasformazione in ricchezza del materiale di risulta o di scarto. Per Settimo l’economia circolare significa ricomperare ciò che è già suo in un continuo travaso dei soldi pubblici delle tasse (o multe) riscosse dal Comune, alle aziende partecipate. 

La sindaca di Settimo Torinese Elena Piastra

Tecnicamente probabilmente si dovrebbe parlare di danno erariale ma per ora lo chiamiamo economia circolare.

Trasferire gratuitamente soldi o patrimonio pubblico ad aziende partecipate e dopo un po’ ricomperare dalle stesse aziende e sempre con soldi pubblici ciò che prima era stato a loro trasferito. 

Le finalità possono essere diverse ma gli effetti sono sempre gli stessi: l’uso delle tasse per migliorare o risanare i bilanci di aziende che altrimenti fallirebbero. 

Facciamo tre esempi (purtroppo reali):

• SETA S.p.A.: i cittadini di Settimo e degli altri Comuni soci hanno pagato la tassa raccolta rifiuti mediamente più alta di tutti gli altri Comuni in provincia di Torino per risanare il buco provocato dalla mancata riscossione di migliaia di fatture. In quel periodo l’Amministratore della Società era nominato dal Comune di Torino tramite la propria azienda AMIAT. 

Dopo aver rischiato il fallimento, la società si è rimessa a pareggio grazie ad una più accurata gestione e all’incremento (che doveva essere temporaneo e finalizzato al risanamento) della tassa raccolta rifiuti.

La società (priva degli oneri derivati dai precedenti buchi di bilancio) ricominciò a fare utili. 

La legge nazionale impose la privatizzazione parziale delle società pubbliche e, dopo diversi e non sempre chiari passaggi di mano, il partner “privato” diventò IREN (l’azienda pubblica partecipata sempre dal Comune di Torino). La tassa non solo non venne ridotta ma aumentò ancora e i cittadini continuarono a pagare più di tutti gli altri cittadini della città metropolitana di Torino. Adesso l’utile netto (dopo aver pagato le tasse allo Stato) viene distribuito metà ai Comuni e metà a IREN (che ovviamente già incassa gli utili derivati dalle attività svolte per SETA SpA). 

Più del 70% della maggior tassazione non ritorna più ai cittadini che l’hanno versata. Cosa fa il Comune di Settimo:  silenzio e nomine. 

• Ospedale Civico: per aprire un importante servizio sanitario qual è l’Ospedale Civico di Settimo il Comune partecipa nel 2005 con un investimento di circa 3,5 milioni di Euro e la Regione Piemonte garantisce il debito di circa 27 milioni.

Dopo avere, in poco più di tre anni di cattiva gestione, portato al fallimento l’attività e chiusa la sperimentazione gestionale, la Regione Piemonte e il Comune di Settimo ricomperano ciò che era già loro riscattando con fondi pubblici il debito contratto per la realizzazione della struttura dell’Ospedale. Anziché proseguire in un’attività utile ai cittadini, che garantiva il pagamento puntuale delle rate di mutuo hanno deciso chiudere il mutuo senza sapere cosa farsene della struttura (sarà regalata all’ASLTO4 ? verrà affittata ? a chi ? per che cosa ? l’affitto coprirà almeno il capitale versato ?)  

• Il Campo da Calcio Sattin: tra le ultime novità di finanza creativa messe in campo dalla Sindaca, dai suoi tecnici e dallo staff manageriale della Società Patrimonio s.r.l. c’è l’acquisto da parte del Comune di un proprio campo di calcio che era stato trasferito assieme ad altri beni patrimoniali alla società Patrimonio. Si avete capito bene: il Comune prima trasferisce gratis delle aree edificabili a una propria società e poi le ricompera trasformando magicamente un trasferimento patrimoniale in ricavo economico per la sua società. Nello stesso periodo il Comune, offre in concessione a una società di calcio le aree che non erano più sue. 

Dove andrà il ricavato?

A pensare male si potrebbe dire che lo scopo è quello di far arrivare la società Patrimonio alle elezioni magari facendo ancora un po’ di assunzioni per gestire non si sa che cosa.    

Ma stando alla narrazione della Sindaca, nonché assessora alle partecipate, l’obiettivo è quello di comperare con quei proventi un altro rudere questa volta nell’ex area SIVA dove, sempre secondo i sogni tormentati della Sindaca, migliaia di persone fanno già la fila per visitare il MUCH (museo della Chimica), l’unico e più importante museo della Chimica in Europa e nel mondo e, forse, nell’Universo.

Così si aggiungerà ai pericoli di crollo di edifici pubblici per scarsa manutenzione, dopo l’acquisto di salvataggio e il successivo abbandono manutentivo dell’Asilo de Amicis, dopo il supermercato per la polizia municipale comperato a 3 mila euro al metro quadro, i mulini vecchio e nuovo, la chiesetta romanica, la palazzina mensa di Olon e la palazzina ex Antibioticos, e altri capolavori di degrado urbano, si aggiungerà anche il deposito SIVA. 

Ma ci sarà il PNRR che pensa a tutto o, per male che vada, ci saranno le elezioni presenti e future, che ogni sogno di grandezza si porteranno via lasciando sul territorio i contenitori vuoti e a rischio crollo di edifici pubblici vecchi e nuovi frutto di una cattiva gestione e di molte presunte “furberie”.  

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