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La Fondazione monocolore

Le nomine nella Fondazione del Carnevale: tra politica e polemiche

FAbio Vaccarono

FAbio Vaccarono

Alla fine del Consiglio Comunale di giovedì 28, pochi secondi prima di essere congedati dal Presidente, il Sindaco ci ha finalmente messi al corrente delle sue scelte riguardanti la Fondazione dello Storico Carnevale.

Nulla di particolarmente esaltante, per carità, dato che da settimane i nomi circolavano già come ufficiali. Se però nulla – tranne le fin troppo menzionate problematiche statutarie – si può dire sui nomi scelti in quota maggioranza (Presidente Alberto Alma e Consiglieri Emilia Sabolo e Franco Rosso), qualche perplessità emerge per quanto riguarda il nome scelto dal Sindaco su “indicazione” della minoranza: Fabio Vaccarono.

Un profilo che certamente non necessita di presentazioni, dato l’importante curriculum lavorativo che lo affianca, ma che, per comprendere appieno la mia affermazione precedente, deve vedersi dedicato un breve resoconto di quanto accaduto da agosto a questa parte.

Alberto Alma

Scaduto il termine per la presentazione delle candidature per il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, sapendo che un membro, per prassi, spetterebbe alla minoranza, con i colleghi Consiglieri di opposizione abbiamo iniziato a fare una serie di riunioni per cercare di trovare una linea comune per un nome che fosse di sintesi e che potesse essere rappresentativo di tutte le diverse componenti consiliari.

Ecco comparire la maggior parte delle persone di cui si è tanto sentito parlare in questo periodo, portate da uno o dall’altro Consigliere. Il vero punto di svolta è avvenuto la mattina dopo una di queste riunioni quando tutti noi, senza alcuna avvisaglia, ci siamo svegliati con la grande novità: il Consigliere di Azione e Italia Viva, Massimiliano De Stefano, che fino alla sera precedente affermava di non poter non sostenere almeno due persone a lui vicine, comunica sui social (e ai giornali) il nome del suo candidato, il neoconfermato Consigliere del CdA Fabio Vaccarono.

Massimiliano De Stefano, Azione

A quel momento, essendosi sostanzialmente autoescluso dal tavolo di confronto, noialtri Consiglieri abbiamo cercato di trovare comunque una convergenza su di un nome comune. Infatti, pur avendo inserito in sede di Conferenza dei Capigruppo una persona per Gruppo Consiliare (quando qualcun altro ne voleva inserire cinque), abbiamo tutti comunicato al Sindaco di aver individuato in Davide Borla, scelto dai Consiglieri Noascone e Cuomo, la persona che potesse rappresentare in seno al CdA i cinque membri dell’opposizione.

A differenza di quanto si dica, la matematica è spesso un’opinione, soprattutto a Ivrea, dopo che il Sindaco ha scelto di nominare nel CdA il candidato, cui vanno comunque i miei migliori auguri e complimenti, sostenuto da un solo gruppo, escludendo quello che poteva contare sul supporto di quattro, per ben cinque Consiglieri.

A questo punto sorgono spontanee diverse domande e diverse possibili risposte su cosa possa essere successo. Non è questa però la sede per le risposte, che lascio all’intelligenza di chi legge, ma per ulteriori spunti di riflessione.

In primis, partendo dal dato numerico, sulla correttezza di indicare il Consigliere Fabio Vaccarono come espressione della minoranza. Come già detto, per poter parlare di minoranza si sarebbe dovuto scegliere il candidato che avesse rappresentato la sinesi di più gruppi e non di uno soltanto.

Inoltre la prontezza del Sindaco nell’individuarlo come “vincitore” getta un’ombra o sulla scelta del collega De Stefano, che avrebbe potuto indicare un nominativo già congeniale alla maggioranza, o sulla collocazione di questi dalla parte corretta dell’aula. Per citare l’abusato Manzoni, “ai posteri l’ardua sentenza”.

Per concludere, stona anche il ritardo con cui sono stati comunicati i membri del nuovo CdA (che ricordano tantissimo quello di qualche amministrazione fa), inizialmente giustificato dalla volontà di procedere con la nomina dell’intero organo – le Componenti non avevano ancora individuato il loro – in nome della completezza.

Perché allora quest’ultimo nome, che tutti davano per scontato, Componenti in primis, non è arrivato?

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