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Crisi prematrimoniale
05 Settembre 2023 - 22:48
Questa mattina, in tribunale a Torino, pochi minuti dopo l'inizio dell'udienza che è già saltata una volta, il giudice Fabrizio Alessandria ha aggiornato a ottobre il procedimento civile he vede il finanziere Massimo Segre opposto all'ex fidanzata, l'imprenditrice Cristina Seymandi.
Segre ha chiesto il sequestro conservativo per 700mila euro, la somma che la Seymandi avrebbe prelevato da un conto cointestato senza però comunicarlo.
Intanto a Torino e un po' in tutta Italia, per tutto il mese di agosto e settembre, non si si è parlato d'altro, sui social come nei bar. Nell'epoca in cui un fatto del tutto privato può diventare virale in meno di 24 ore, la storia di un uomo che alla festa pre matrimoniale con una cinquantina di amici, prende il microfono in mano e lascia ufficialmente la futura moglie accusandola di averlo tradito, ha trovato e continua a trovare vita facile.
E se poi i protagonisti sono due volti noti della 'Torino bene' e pure ricchi, lui finanziere di una nota famiglia torinese, lei imprenditrice ed ex esponente dei Cinque Stelle, il tutto è ancora più facile.
Una storia di tradimenti, giacché lo stesso Segre nel video diventato virale si dice con tristezza tradito.
Tutto è precipitato quel 27 luglio ma se si aggiunge questo capitolo il finale sembra scritto con largo anticipo.
A settembre i legali di Segre avevano chiesto un termine per esaminare la documentazione presentata.
La tesi è che Segre fosse a conoscenza del trasferimento di denaro e delle sue finalità.
"La somma di cui si discute in tribunale a Torino fu trasferita dalla signora Cristina Seymandi su un conto personale della stessa detenuto con lo specifico accordo di Massimo Segre per una esigenza temporanea" commentava ad agosto lo staff legale del banchiere torinese.
"Mai - proseguivano gli avvocati - è stato sostenuto, tantomeno giudizialmente, che il bonifico fosse stato eseguito clandestinamente dalla Seymandi. Una volta cessata tale esigenza, Massimo Segre ha effettuato specifiche richieste di restituzione di detta somma che sono state disattese dalla Seymandi. Questa ultima circostanza, che può essere assolutamente giustificata in una dinamica di coppia e nei tanti impegni quotidiani, non risulta più accettabile nel momento in cui è terminata la loro relazione affettiva (circostanza che risulta evidente da un filmato depositato agli atti del procedimento civile in corso)".
Ma c'è dell'altro. I legali di Segre avevano infatti anche ricevuto "mandato per valutare la possibilità di richiedere il risarcimento del danno reputazionale connesso alle affermazioni della Seymandi, così come riportate da alcuni organi di informazione, relativamente sia alla sparizione, certamente non attribuibile al mio assistito contrariamente a quanto alluso dalla signora Seymandi, dello zaffiro appartenuto alla madre di Massimo Segre e in quanto tale avente un forte valore affettivo, sia a presunti tradimenti compiuti dallo stesso Massimo Segre in torto alla Seymandi".
"Tale azione di risarcimento - avevano precisato - verrà valutata qualora non venga effettuata in tempi brevi dalla stessa Seymandi una smentita pubblica. Massimo Segre non è mai venuto meno al vincolo di fedeltà durante la relazione con la Signora Seymandi. Ben diverso, rispetto a una relazione matrimoniale non ancora iniziata - è il caso di una relazione extraconiugale avuta da Segre - durante la parte finale del suo precedente matrimonio, che è terminata ben prima di intraprendere la relazione sentimentale con Cristina Seymandi e che nulla rileva sull'attuale questione e per la quale l'autorevole richiamo del garante della privacy dovrebbe essere di monito a tutti".
La smentita era poi arrivata in diretta TV.
Ma chi è Cristina Seymandi, la mancata futura moglie del finanziere e commercialista Massimo Segre, accusata da quest'ultimo di tradimento?
Le prime foto di lei sui giornali risalgono al 2016 (aveva 40 anni) quando la sindaca di Torino Chiara Appendino la volle al suo fianco per occuparsi dei tavoli di progettazione civica con i Comitati di quartiere e le associazioni spontanee.
Figlia del commercialista Roberto Seymandi, cresciuta in una famiglia legata alla destra liberale e per anni vicina all'assessore regionale Angelo Burzi, Cristina vive il suo primo shock quando il padre titolare dello studio, Pitagora, dichiara bancarotta. È in questo momento che inizia la relazione con Segre e si prepara alla corsa elettorale nella lista di Paolo Damilano, l'imprenditore candidato a sindaco del centrodestra.
Oggi fa l'imprenditrice. È infatti proprietaria all'80% nonché amministratore delegato di Savio Spa, un'azienda storica fondata nel 1889 da Luigi Savio con oltre 5000 prodotti innovativi e di qualità e con ben 190 brevetti depositati in tutto il mondo.
Qui però c'è un problema dei "Roses" (dal celebre film La guerra dei Roses diretto da Danny DeVito): Cristina Seymandi dovrà affrontare una "convivenza forzata" con Massimo Segre.
C'è infatti di nuovo lui, attraverso la società Hope srl (80% Segre, 20% Vittorio Moscatelli) dietro l'operazione di fusione di Savio Spa con la Thesa di Avigliana conclusasi nel 2022 per evitare una procedura di fallimento a causa di un debito enorme di oltre 100 milioni e investimenti poco redditizi nel settore fotovoltaico.
Tecnicamente è andata così!
Hope srl ha acquisito Savio e riassunto i 158 dipendenti, Segre ha versato un milione di euro per un aumento di capitale e ne ha pianificato un secondo.
Seymandi, dal canto suo, ha portato circa 2 milioni di fondi pubblici regionali a fondo perduto erogati da Finpiemonte, il cui presidente Michele Vietti era tra gli invitati alla festa pre-matrimoniale..
Per l'esattezza vincendo il bando della Regione Piemonte (dedicato a interventi integrati per l’acquisizione di aziende in crisi, di impianti produttivi chiusi o a rischio chiusura con la L.R. 34/04) Seymandi, si è impegnata ad una serie di investimenti per un importo complessivo di 9.331.000,00, per il quale l’agevolazione concessa è stato un contributo a fondo perduto di 1.866.200,00 a cui sono stati aggiunti altri 200 mila euro dedicati alla salvaguardia dei posti di lavoro.
Capitava tutto questo a luglio e sempre a luglio, verso la fine del mese, Seymandi, davanti al notaio Silvia Lazzaroni, revocava la procura al direttore Alessandro Rossotto, conferendola a Moshe Nash Aramov.
Oggi, insomma, al di là dei pettegolezzi, c'è un'altra storia da raccontare ed è l'incertezza non solo sul secondo aumento di capitale promesso da Segre, ma anche sull'investimento legato al contributo
Domanda?
Non è che per caso quei 700 mila euro di cui oggi tanto si parla erano legati proprio all'aumento di capitale?
IL CURRICULUM DI CRISTINA SEYMANDI
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