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Peste suina
02 Settembre 2023 - 00:15
L'Italia schiera l'esercito per far fronte all'emergenza cinghiali e contenere i rischi di propagazione della peste suina (Psa). Emergenza che torna d'attualità dopo la notifica a Bruxelles da parte italiana dei nuovi focolai di febbre suina africana in Lombardia, in particolare in tre allevamenti di suini in provincia di Pavia.
Alla luce di questi casi di Psa confermati, la Commissione europea ha adottato una decisione sulle misure provvisorie di emergenza.
"L'Italia ha istituito una zona di restrizione - spiega un portavoce della Commissione - in cui vengono applicate le misure generali di controllo della malattia previste dalla legislazione dell'Ue".
La decisione della Commissione, "come già fatto con altri Stati membri", prosegue il portavoce, è relativa alla necessità di "identificare la zona di restrizione a livello dell'Unione, in collaborazione con l'Italia".
Le misure saranno esaminate nella prossima riunione del Comitato permanente Ue per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi del 14-15 settembre.

Vincenzo Caputo
Ma già la settimana prossima, precisamente mercoledì 6 settembre, in Italia va all'esame della Conferenza Stato-Regioni il "Piano Straordinario di catture dei cinghiali e Eradicazione della malattia", redatto da Vincenzo Caputo, commissario straordinario alla Peste suina africana. Il Piano, approvato già in Commissione Agricoltura della Conferenza delle Regioni, fissa obiettivi anche numerici del prelievo dei cinghiali dall'ambiente, praticamente raddoppiandolo e arrivando nel 2024 a 650.000 esemplari, e al contempo delinea le aree 'non vocate', ovvero quelle in cui il cinghiale non deve essere presente: i centri abitati e i distretti suinicoli.

"Ad ora il trend della malattia è ancora espansivo; tanto è stato fatto, ma tanto è da fare. La strada è in salita ma se lavoriamo tutti insieme ne possiamo uscire in 36 mesi" afferma il commissario straordinario Caputo.
Uno dei punti importanti, precisa Caputo "è l'obiettivo della nascita della filiera dei cinghiali, prevedendo anche la destinazione benefica delle carni stesse, nonchè progetti scientifici per lo sviluppo di metodi alternativi all'uccisione dei cinghiali".
Nel frattempo, l'ultima ordinanza del Commissario pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, spiega ancora Caputo, prevede "l'intensificazione dei controlli doganali sulle carni suine, sia selvatiche che domestiche, e sulla commercializzate in forma abusiva, anche di quelle provenienti dall'estero, con la distruzione di quelle di cui non sia indicata l'origine".

Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida sottolinea che "il governo Meloni è compatto per fronteggiare la Peste suina africana " e ringrazia il collega Crosetto per la disponibilità mostrata al coinvolgimento di personale dell'esercito. "
"Dopo anni di incuria e di colpevole sottovalutazione del problema, che ha portato l'Italia ad avere la popolazione media di ungulati maggiore di qualsiasi altro Paese europeo, l'obiettivo che ci siamo prefissati è di giungere quanto prima a zero presenze di cinghiali nei distretti suinicoli e nei centri abitati", precisa il sottosegretario al Masaf Patrizio La Pietra.

Dopo un anno e mezzo di battaglie Coldiretti Torino accoglie con soddisfazione la decisione del vertice di governo, con il commissario Per l'emergenza Psa Caputo, di utilizzare l'esercito per fermare l'epidemia del virus della Peste dei cinghiali.
"Fin dall'inizio dell'esplosione dell'epidemia di PSA - ricorda il presidente Bruno Mecca Cici - Era evidente che le forze messe in campo a inizio 2022 erano insufficienti. Solo la capacità organizzativa e logistica dell'esercito può ottenere risultati concreti sia nei numeri degli abbattimenti che nello smaltimento in sicurezza delle carcasse".

L'emergenza cinghiali per Coldiretti Torino è una vera e propria "emergenza" di protezione civile che deve essere affrontata con strumenti eccezionali, prevedendo, appunto l'impiego massiccio di una forza pubblica, organizzata, come l'esercito.
"Siamo preoccupati sia per la difesa delle nostre coltivazioni sia per la possibile diffusione di malattie che per gli incidenti stradali. Si deve ridurre la popolazione di cinghiali almeno del 50% e il semplice sforzo dei cacciatori è sembrato subito come svuotare il mare con un secchiello...".
In attesa di sbloccare l'utilizzo dell'esercito Coldiretti Torino ha ottenuto che anche gli agricoltori possano contribuire al depopolamento difendendo i propri terreni dopo aver partecipato a corsi di formazione.

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