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Castellamonte
21 Agosto 2023 - 01:44
Il taglio del nastro della 62esima edizione
Si è aperta sabato 19 agosto la 62° Mostra della Ceramica e per tre settimane Castellamonte sarà al centro dell’attenzione, per la mostra naturalmente ma anche per le tante manifestazioni collaterali.
L’inaugurazione, fissata come di consueto alle 17, non poteva che tenersi in Piazza Martiri della Libertà per festeggiare la restituzione alla città dell’Arco di Pomodoro. Come ha detto il sindaco Pasquale Mazza: “Finalmente usufruiamo del nostro arco, di nuovo intero, dopo quasi un anno e mezzo di riparazioni a seguito del famoso incidente”.
Tanti i sindaci presenti (almeno una trentina) e tre i consiglieri regionali piemontesi (Monica Canalis, Mauro Fava, Gianluca Gavazza) oltre all’assessore regionale a Cultura, Turismo e Commercio Vittoria Poggio. Da fuori Piemonte è arrivata Nicoletta Negro, assessore alla Cultura ed al Turismo di Savona ma anche vicepresidente dell’Associazione Italiana Città della Ceramica. La mostra ha però un respiro internazionale e per il secondo anno consecutivo vi si possono ammirare le opere di altre nazioni: si era cominciato con la Romania; ora è la volta del Marocco. A rappresentare i due governi sono state le rispettive Consoli Generali a Torino: Joana Gheorghias e Laila Enhari. Nessuno fa più caso alla presenza delle donne nel corpo diplomatico quando si ha a che fare con stati europei mentre queste presenze sembrerebbero meno scontate nel caso dei paesi musulmani: fa piacere constatare che le cose sono cambiate anche lì.
Dopo i discorsi ci si è trasferiti alla vicina Rotonda Antonelliana, dove sono collocate grandi e medie sculture realizzate da artisti di Castellamonte e di altre <Città della Ceramica>. Qui è avvenuto il primo <taglio del nastro>, seguito da un rinfresco. Il rinfresco era stato annunciato in apertura della manifestazione dal sindaco; lo aveva poi ri-annunicato l’assessore alla Cultura Claudio Bethaz per scherzarci su su: “Se non avete il timbro per Palazzo Botton e il Centro Martinetti non vi daranno da mangiare, quindi non accalcatevi subito”.
Più tardi autorità locali ed ospiti si sono spostati proprio a Palazzo Botton, dov’è avvenuto un nuovo taglio di nastro e dove una novità – preannunciata da Bertero - attendeva i visitatori: “Abbiamo preparato una sorpresa sul balcone: era troppo bello per non sfruttarlo” – aveva detto. Non si tratta del balcone affacciato sulla piazza ma di un terrazzo laterale a ridosso della vicina chiesa (la più antica di Castellamonte) dove hanno trovato posto, con indubbio effetto scenografico, una serie di statue in terracotta.
L’importanza di mettere insieme opere provenienti da diverse aree geografiche di uno stesso Paese e soprattutto di altri stati, è stata il principale motivo conduttore nei discorsi di apertura. La console di Romania Joana Gheorghias, decana del Corpo Consolare di Torino, ha sottolineato “i legami che si creano nell’organizzare questi splendidi eventi. La nostra comunità qui è foltissima e ben integrata ma vogliamo andare oltre: l’idea di un gemellaggio, lanciata lo scorso anno, sta andando avanti. Siamo sulla strada giusta”.
Il sindaco con le consoli di Romania e Marocco
La sua collega marocchina Laila Enhari, che ha parlato in francese concludendo però l’intervento con qualche frase in italiano, ha espresso concetti analoghi: “Sono molto lieta che abbiate scelto il mio Paese, dove la ceramica vanta una ricca tradizione ma è anche in grado di adattarsi alle nuove tendenze artistiche e di diversificare la produzione”. Ha sottolineato l’importanza delle “differenze che valorizzano” e posto l’accento su quanto sia positivo “questo sguardo internazionale, con il coinvolgimento delle varie comunità presenti sul territorio”. Ad accompagnarla c’era Rashid Khallouf, commerciante ed artista, che vive e lavora a Torino e che si è occupato del trasferimento delle opere esposte, operazione alquanto complessa e delicata.
L’assessore savonese alla Cultura Nicoletta Negro, ricordando come la tradizione della ceramica unisca storia ed arte creando economia, ha esclamato: “Mi colpisce sempre il grande numero di sindaci presenti! D’altra parte conosco Mazza da un po’ di anni: a lui e a Bertero non si può dire di no, tanta è la loro energia, la competenza, la voglia di fare”.
La capacità di guardare al di là del territorio cittadino è una delle caratteristiche fondamentali nell’operato dell’amministrazione castellamontese, che punta a valorizzare le peculiarità della produzione artistica locale non in un’ottica di autocelebrazione fine a sé stessa ma aprendosi al confronto ed alla collaborazione con le altre realtà, sia italiane che estere.
Davanti a Palazzo Botton
L’assessore alla Cultura Claudio Bethaz ha sottolineato anch’egli il tema dei i legami: “quello con il Marocco e le sue affascinanti ceramiche smaltate; quello—attraverso le Tre Terre Canavesane - con Matera; quello con Faenza, città alla quale esprimiamo la nostra solidarietà per la tragedia che l’ha colpita, e lo facciamo anche ospitando le opere di Mirco Denicolò, uno dei suoi ceramisti più importanti”. I legami con il territorio e con la comunità castellamontese sono testimoniati “dalla presenza di tanti amministratori e dei ceramisti che, con impegno e fatica, portano avanti la tradizione del nostro comune ed il saper fare. Nelle loro creazioni racchiudono un’arte antica rinnovandola quotidianamente”. Ha citato ovviamente per il suo impegno il professor Giuseppe Bertero, curatore della Mostra “che si è adoperato in questi mesi per la buona riuscita della manifestazione, dall’allestimento alla sorveglianza” ma anche “i tanti volontari che ci consentono di tenere aperti i punti espositivi e le associazioni che si sono occupate degli eventi collaterali”. Ha concluso con un consiglio: “Vi suggerisco di prendervi il tempo per visitare con calma tutti i punti di esposizione e di parlare con i ceramisti, con gli artisti e gli artigiani, di fare domande e - perché no - di acquistare e portarvi a casa come ricordo un oggetto in ceramica perché la ceramica sia sempre di più, anche da un punto di vista produttivo, un punto forte di Castellamonte”.
Lungo l’elenco dei ringraziamenti da parte di Bertero, che ne ha indirizzato uno particolarmente sentito a Maurizio Grandinetti, il ceramista e restauratore che provvede a rimettere insieme i pezzi delle tante opere del concorso che arrivano in cattive condizioni a causa della poca cura con cui vengono trasportate. Anch’egli ha rivolto un pensiero commosso alla città di Faenza ed ai suoi artisti. Prima di comunicare i nomi dei vincitori di <Ceramic’s in Love> ha sottolineato il ritorno della mostra a Palazzo Botton, inagibile lo scorso anno per via dei restauri, con un allestimento dedicato ad Angelo Pusterla “vero artista che crea opere comprensibili da tutti senza bisogno di spiegazioni”.
La sala dedicata a Matera
Non potevano mancare gli impegni per il futuro e Mazza ha riproposto un progetto sul quale punta molto: “Abbiamo risistemato Palazzo Botton. Adesso – ed è la nostra mission per il 2024 - dobbiamo fare il museo. A me non piace questa definizione e preferirei chiamarlo <Raccolta Civica di Terre Rosse> ma l’importante è realizzarlo. La mia idea è quella di creare una parte stabile a Palazzo Botton ed un’altra aperta, costituita da tutte le opere che abbiamo in città. Infine mi piacerebbe fare dei laboratori esperienziali: ci lavoreremo insieme alla Regione Piemonte”.
L’assessore regionale Vittoria Poggio: “L’amministrazione e la comunità di Castellamonte hanno sempre lavorato per far crescere questa manifestazione e come Regione siamo vicini a tutti i sindaci che hanno imparato a collaborare per attuare una strategia comune. E’ un segnale che il territorio è vivo e davvero fa vivere la cultura ma che fa vivere anche le imprese. Questi sono gli elementi importanti per attrarre il turismo ma anche per generare economia sul territorio: sono gli obiettivi che le comunità ci chiedono. Per questo modo di operare faccio un plauso a tutti: al sindaco, al curatore, agli imprenditori che si rendono protagonisti di un evento che ogni anno cresce, alzando sempre di più l’asticella della qualità”. Ha quindi dichiarato: “Grazie perché valorizzate il Made in Italy – le stufe di Castellamonte sono famose in tutto il mondo – ma anche perché avete dedicato la mostra agli amici dell’Emilia-Romagna: un segnale di umanità di cui il Piemonte va orgoglioso. Questa mostra diventa anche un collettore di cultura, avvicinando le scuole e facendo conoscere ai giovani quelle tradizioni e quel saper fare che non devono essere dimenticati ma anzi ricordati e sostenuti”.
Il Concorso Internazionale “Ceramics in Love” è stato vinto dall’opera di un artista di Taiwan: “MOMENTARY SPLENDOR” di Cheng- Chung Yu. La seconda classificata è stata realizzata da un ceramista di Bucarest : si tratta di “UNFOLDING/SVOLGIMENTO” realizzata da Vlad Basarab. Al terzo posto “LA CITTA’ SOSPESA” del lombardo Gabriele Ivan Di Battista (di Saronno).
Tre anche le opere “SEGNALATE”. La prima arriva da Aix-en Provence: è “DEA HATHOR” di Manon Lacoste. La seconda s’intitola “TRA TERRA E LUNA” e ad eseguirla è stato Illy Plaka. Al terzo posto “HORTUS VIRENTIUM” di Anna Matola, residente ad Albisola Marina.
Il PREMIO GIOVANI istituito in memoria di SILVANA NERI è stato invece assegnato ad “ABRACADABRA” di Denis Imberti su disegno di Roberto Azzolini. Arriva da Pozzoleone in provincia di Vicenza.
Il professor Giuseppe Bertero – già preside del Liceo Artistico “Felice Faccio” - è dal 2017 il curatore della Mostra della Ceramica di Castellamonte.
L'intervento del sindaco Mazza con il curatore Bertero
Com’è cambiata la mostra in questi ultimi anni?
Abbiamo introdotto il Concorso “Ceramic’s in Love” riportando così nel circuito la Rotonda Antonelliana, che non veniva più utilizzata. Dopo il restyling del Palazzo Comunale, abbiamo collocato le stufe nel porticato: quelle arcate così belle dovevano essere sfruttate. Il Concorso Internazionale ha fatto sì che molti artisti che avevano inviato le loro opere venissero a visitare la mostra e la città, con ricadute positive anche di tipo turistico.
Una cosa importante, che ci tengo a sottolineare, è il fatto che il catalogo viene preparato in modo da essere pronto per l’inaugurazione invece di essere stampato in seguito.
Quanto è impegnativo organizzare una manifestazione complessa come questa?
Dal punto di vista dei contenuti, gli stimoli arrivano anche dall’esterno (come dal Festival della Reciprocità). Dal punto di vista dell’impegno pratico, molto tempo viene assorbito dallo scrivere ai tanti interlocutori e dal prendere i contatti. Poi c’è l’allestimento, che quest’anno è durato all’incirca due mesi.
Come si procede nell’organizzazione della Mostra?
C’è una Commissione apposita che decide in merito alle opere. Io presento un progetto dettagliato, l’amministrazione lo esamina e quindi lo approva o lo integra. Si lavora insieme, soprattutto col sindaco e con l’assessore Bethaz ed un grosso aiuto arriva dall’Ufficio Cultura del Comune.
Nel ruolo che ricopre è più importante la competenza artistica o la capacità organizzativa?
Servono tutt’è due. Sono uno scenografo (ho studiato Scenografia dapprima in una scuola di Torino e poi al “Faccio” ed ho lavorato e lavoro in quest’ambito) e so come si realizzano gli allestimenti ma sono nato come ceramista. Per quanto riguarda le capacità organizzative, avendo fatto il preside mi sono dovuto inevitabilmente occupare di queste problematiche. Va anche detto che un grande aiuto mi viene dal titolare di “Publialfa2” Renato Giovannini.
Per quanto riguarda la produzione ceramica castellamontese, nella Mostra ha più importanza l’aspetto artistico o quello artigianale?
Prevale l’aspetto artistico però devo dire che l’artigianato (soprattutto quello tipico della città ovvero la fabbricazione delle stufe) è talmente bello da assumere valenza artistica. Una volta la separazione era maggiore ma oggi artigianato e design sono la stessa cosa: i confini non esistono più.
Quando si rende conto se la Mostra ha avuto successo: alla fine o già nei primi giorni?
Dopo qualche giorno si capisce se le cose stanno andando bene: lo si vede dall’affluenza del pubblico e dall’attenzione degli organi di informazione. L’anno scorso, ad esempio, era stata molto presente la televisione: tutte e tre le reti RAI avevano dedicato dei servizi alla mostra con notevoli ricadute pubblicitarie. Anche le iniziative collaterali sono elementi importanti per attrarre visitatori.
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