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Il gossip dell'estate
19 Agosto 2023 - 09:08
Meglio della guerra dei Roses il celebre film diretto da Danny DeVito, basato sul romanzo di Warren Adler con Michaal Douglas.
Tra Cristina Seymandi e Massimo Segre c’è anche una questione “soldi” da risolvere. S’intende oltre alla litigata pubblica, al video della festa a sorpresa che avrebbe dovuto ufficializzare la data del matrimonio (poi diffuso dagli amici in rete). alle “corna”, all’umiliazione….
La prossima settimana si presenteranno entrambi in tribunale, davanti al giudice Gabriella Ratti per discutere di qualcosa come 700 mila euro spostati da Seymandi da un conto corrente che avevano in comune ad un altro “personale” senza parlarne con il compagno. E ci sta che avessero un conto in comune, in fine del conti stavano per sposarsi.
Il banchiere Massimo Segre, professione commercialista, ci ha messo due minuti esatti per accorgersene e quando è successo ha subito presentato un’istanza in tribunale per chiudere il conto e bloccare il denaro con un provvedimento cautelare d’urgenza. Insomma una vera e propria "resa dei conti" proprio come nella Guerra dei Roses, con lui e lei che alla fine arrivano ai coltelli, che qui, beninteso ancora non ci sono.
Tutta un'altra versione quella della Seymandi. Benché in vacanza in Vietnam ha ricostruito tramite il suo legale un’altra versione dei fatti.
«Il presunto trasferimento di denaro in realtà venne effettuato nel marzo 2023 - ben oltre 4 mesi prima della serata del 27 luglio nella quale di fatto si interruppe la nostra convivenza - e Massimo Segre era perfettamente a conoscenza di questo trasferimento di denaro e delle finalità dello stesso, rientranti nell'ambito di normali rapporti patrimoniali tra le parti. Lo sapeva perfettamente al punto che lui lo aveva espressamente autorizzato, e che nessun esposto per appropriazione indebita od altro illecito di questo tipo è stato aperto a mio carico».
Per Seymandi, dunque, si tratterebbe di «una campagna di diffamazione e delegittimazione in corso ai miei danni» per cui ha già chiesto agli avvocati di essere tutelata «in ogni sede».
Il giudice, intanto, avrebbe già deciso di bloccare il conto, sequestrando il denaro al centro della contesa secondo quanto previsto dal Codice di procedura civile.
Tutto è precipitato quel 27 luglio ma se si aggiunge questo capitolo il finale sembra scritto con largo anticipo.
Intanto a Torino non si parla d'altro, sui social come nei bar. Nell'epoca in cui un fatto del tutto privato può diventare virale in meno di 24 ore, la storia di un uomo che alla festa pre matrimoniale con una cinquantina di amici, prende il microfono in mano e lascia ufficialmente la futura moglie accusandola di averlo tradito, ha trovato e continua a trovare vita facile.
E se poi i protagonisti sono due volti noti della 'Torino bene' e pure ricchi, lui finanziere di una nota famiglia torinese, lei imprenditrice ed ex esponente dei Cinque Stelle, il tutto è ancora più facile.
Una storia di tradimenti, giacché lo stesso Segre nel video diventato virale si dice con tristezza tradito.
Sui social i commenti si sprecano (sono migliaia) e il video è diventato una delle notizie dell’estate anche per le Tv Nazionali. Seguono lettere in cui Segre-Seymandi si rinfacciano di tutto, compreso un anello di famiglia.
"Penso - dice lei - che non sia stata una scena del suo ruolo in quanto come professionista le questioni private che coinvolgono anche figli e parenti non vanno gettate sulla pubblica piazza. Se n'è andato via senza lasciarmi parlare accompagnato da quattro bodyguard".
"Una Caporetto dell'amore", ha scritto su Facebook Viviana Ferrero, ex vicepresidente del Consiglio Comunale di Torino, amica di entrambi ed ex esponente del Movimento 5 Stelle.
Intanto il garante della privacy continua ad indagare su chi abbia divulgato quel filmato che su Cronacaqui e lo Spiffero ha fatto quasi 2 milioni di visualizzazioni, gli avvocati dell’ex coppia sono al lavoro per capire come procedere.
Cristina Seymandi parla di "femminicidio mediatico", rappresentata dal penalista Claudio Strata, sta valutando un’azione legale, contro chi non si capisce.
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