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Rivarolo Canavese

Caso insegnanti alla Santissima Annunziata: tutta una questione di privacy...

La questione è spuntata fuori nuovamente in consiglio comunale, ma la scuola continua a opporre resistenza

Caso insegnanti alla Santissima Annunziata: tutta una questione di privacy...

"Un tormentone estivo". Costanza Conta Canova, assessore rivarolese all'istruzione, bolla così l'insieme di attenzioni mediatiche e politiche attorno alla cooperativa La Risposta, che gestisce la scuola paritaria Santissima Annunziata di Rivarolo.

La cooperativa, così era emerso da un'inchiesta de La Voce, opererebbe nella scuola dell'infanzia con alcuni insegnanti non in possesso dei titoli necessari all'insegnamento.

Dopo una serie di richieste arrivate sia dal nostro giornale e sia dal gruppo d'opposizione Riparolium, resta ancora da capire come vengano impiegati questi insegnanti e se la loro assunzione sia prevista o meno dalle normative, che lasciano alle scuola ampi margini di assunzione di personale anche non formato al 100%, soprattutto dopo la pandemia da covid 19.

Tant'è che, rivendicavano dalla cooperativa, il ministero dell'istruzione non ha mai effettuato alcuna segnalazione alla scuola in merito al tema. Dunque tutto a posto?

Fabrizio Bertot

Era quello che cercava di capire Fabrizio Bertot, capogruppo di Riparolium, quando ha provato a chiedere alla Giunta l'elenco degli insegnanti assunti alla scuola materna e i loro titoli di studio. Elenco che neanche La Voce era stata in grado di rintracciare, in quanto le cooperative non sono tenute a depositare pubblicamente l'elenco dei soci. 

"Una questione di privacy" ci aveva detto il legale rappresentante della cooperativa, Gabriele Cibrario Rossi. "Ho scritto alla cooperativa - ha risposto Conta Canova in consiglio - una lettera". Con la lettera, l'assessore chiedeva di conoscere un elenco anonimo degli insegnanti impiegati alla scuola dell'infanzia, con tanto di titolo di studio allegato.

La scuola dell'infanzia, infatti, ha in essere una convenzione con il Comune di Rivarolo, che assegna assieme alla Regione un contributo di 52mila euro l'anno per indirizzare verso la scuola tutti quei bambini che non trovano spazio nell'asilo comunale della Città.

La cooperativa ha risposto qualche giorno fa, "e ci viene confermato - ha detto Conta Canova - che ci sono sei insegnanti impiegati alla scuola dell'infanzia, che tutti quanti sono in possesso dei requisiti previsti e che la richiesta specifica di titoli ed abilitazioni non può essere accolta pena la violazione degli obblighi di riservatezza".

Costanza Conta Canova

Dunque l'elenco, seppur anonimo, non può essere reso pubblico: nuovamente si tratta di una questione di privacy. Una questione che solleva molti dubbi: davvero ci si può nascondere dietro la privacy quando la questione riguarda dei fondi pubblici?

"Noi - ha proseguito Conta Canova - dal momento in cui ci viene certificato che i requisiti previsti per legge ci sono non possiamo dire altro. Ci sarà ad ogni modo la commissione paritetica, in cui verrà posta di nuovo la domanda e la scuola potrà certificare i titoli degli insegnanti. Sarà eventualmente compito del ministero andare eventualmente a cercare oltre".

"Un conto è ciò che dice il Ministero, che giustamente dà delle norme. Ma la convenzione dice un'altra cosa" ha spiegato Bertot. "Il personale operante nella scuola dell'infanzia - recita infatti il testo della convenzione all'articolo 6 - dovrà essere in possesso del titolo di studio corrispondente all'incarico ricoperto".

È qui che sorge la questione. La convenzione che norma l'erogazione dei fondi stabilisce che i titoli devono esserci. E quindi, se la convenzione ha un qualche valore, la scuola deve certificare l'esistenza di questi titoli. "Chiederò un parere all'autority della privacy e ve lo farò avere" ha annunciato Bertot in consiglio.

L'obiettivo è capire se effettivamente la scuola può farsi scudo della riservatezza per non fornire i dati richiesti.

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