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Il caso

Insegnanti senza titoli a scuola? Le mezze risposte di un assessore "in imbarazzo"

Ieri sera in consiglio comunale doveva emergere la verità, ma sono saltati fuori solo altri dubbi

Insegnanti senza titoli a scuola? Le mezze risposte di un assessore "in imbarazzo"

Le mezze risposte non sono risposte. Quelle che l'assessore all'istruzione Costanza Conta Canova ha fornito ieri sera al consigliere di minoranza Fabrizio Bertot sono state mezze risposte. L'oggetto del contendere era l'inchiesta de La Voce secondo cui alcuni insegnanti della scuola dell'infanzia paritaria Santissima Annunziata non avrebbero i titoli necessari all'insegnamento.

Il pezzo aveva scatenato la reazione di Bertot e del suo gruppo consiliare, Riparolium. L'ex sindaco ha così portato all'attenzione della Giunta il problema con un'interrogazione. Il nocciolo della questione è che il Comune eroga, assieme alla Regione, un contributo annuale alla cooperativa La Risposta, che gestisce la scuola dell'infanzia, con l'obiettivo di farci confluire i bambini rivarolesi che non trovavano posto negli asili pubblici.

Gli antefatti

52mila euro di contributi da Palazzo Lomellini e da Palazzo Lascaris regolati da una convenzione stipulata con la Santissima Annunziata su cui avrebbe dovuto vigilare una commissione paritetica. 

La Voce aveva offerto ai lettori e alle lettrici tutti i dati disponibili al momento della "messa in pagina". Avevamo chiesto al rappresentante del consiglio di amministrazione della Santissima Annunziata, Gabriele Cibrario Rossi, di spiegarci quali ruoli ricoprono le insegnanti senza titoli all'interno della scuola. Così come di spiegarci quali titoli sono manchevoli e cosa si intende fare di fronte a questa situazione.

"Sussiste nel nostro corpo insegnante - questa è stata l'unica risposta di Cibrario Rossi - qualche eccezione al possesso dei titoli di abilitazione per il ruolo: si tratta di persone che stanno ancora completando il loro percorso di formazione, e che prestano servizio come avviene anche in molte scuole statali".

Non una parola sul tipo di contratto a cui sono sottoposti questi insegnanti, sul tipo di mansione che svolgono e così via. SOlo una giustificazione legislativa: la normativa permette qualche deroga e quindi va bene così. La Voce aveva provato a contattare anche l'Ufficio Scolastico Regionale, senza ottenere risposte.

Quello che ci aspettavamo...

Ma veniamo al consiglio comunale di ieri sera. L'interrogazione presentata da Bertot aveva come obiettivo quello di chiedere una delucidazione all'assessore all'istruzione in merito a questa situazione. Quanti insegnanti non sono in possesso dei titoli? Sono assunti a tempo determinato (come vuole il decreto Milleproroghe 2021 che concede deroghe in questo senso) o indeterminato?

Fabrizio Bertot

Insomma, come stanno le cose? Dopo l'interrogazione, il Comune aveva incontrato la cooperativa e da quell'incontro era stato prodotto un comunicato stampa. Il documento era vago e dava poche certezze. "Il cda ci ha rassicurato l'impegno di rispettare la convenzione, malgrado le oggettive difficoltà nel reperire personale titolato" dichiarava Conta Canova nella nota.

Ci aspettavamo che all'interrogazione di Bertot l'assessore rispondesse snocciolando numeri e date. Parlando di contratti di lavoro e di normative. Nulla di tutto ciò.

Le spiegazioni di Conta Canova

"Chiedete se ho verificato la fondatezza di quanto riportato dai giornali - ha detto ieri Conta Canova in consiglio comunale -: la risposta è un 'no, ma...'. 'No' perché all'ente non compete la verifica sui titoli: questo spetta al ministero e io non posso chiedere all'ufficio di andare a fare delle verifiche". Dunque il Comune non ha potere di verifica, al contrario di quanto lasciava immaginare l'articolo 6 della convenzione scuola - Comune.

Il potere di verificare l'applicazione della convenzione, in vigore dal 1998 quando il sindaco Edo Gaetano la portò in consiglio, ce l'ha una commissione paritetica, composta da tre consiglieri comunali (di cui uno di minoranza) e da tre rappresentanti della scuola.

Ciò detto, "il tema della verifica dei titoli nello specifico è del Ministero dell'Istruzione. È il Ministero che può fare, se ritiene, delle verifiche".

La Giunta durante il consiglio di ieri sera

Poi Conta Canova ha precisato che, sì, non tutti gli insegnanti hanno l'abilitazione all'insegnamento, ma la situazione è quasi imposta dal fatto che "i concorsi per l'abilitazione sono sempre meno ed è sempre più complesso ottenerla. Per questo il legislatore ha inserito nel Milleproroghe delle norme che consentono alle scuole paritarie di avere insegnanti con titoli idonei all'insegnamento". Titoli che sostituiscono la classica abilitazione.

Anche i rapporti con la Regione, secondo Conta Canova, non sono a rischio. L'ente, lo ricordiamo, eroga 31mila euro all'anno di contributo al Comune che poi li "gira" alla Santissima Annunziata. 

L'insoddisfazione di Bertot

"Io sono un amministratore, faccio una convenzione con qualcuno, leggo sul giornale che forse quel qualcuno potrebbe non essere perfettamente a posto e vado a verificare". Era questo l'iter che Fabrizio Bertot, capogruppo di Riparolium, si sarebbe aspettato dalla Giunta dopo l'uscita del pezzo de La Voce.

"Io parto dal presupposto che ognuno a casa sua faccia quello che vuole - ha detto Bertot - ma se prendi dei soldi pubblici fai anche quello che vuole il pubblico". Era questa la ragione che rendeva la notizia di preminente interesse pubblico.

Per Bertot, inoltre, gli amministratori avrebbero dovuto capire se gli insegnanti senza i titoli necessari fossero impiegati a tempo determinato o indeterminato. La situazione sarebbe ben diverse nel primo caso: si tratterebbe di assunzioni temporanee in ottemperanza al Milleproroghe, fatte per tappare una situazione di emergenza.

La Santissima Annunziata opera sul territorio in un edificio gestito dalla Diocesi

La Voce può dire con certezza che la fotografia dei dipendenti della cooperativa è al momento questa: il 23% sono assunti a tempo determinato, mentre il 77% a tempo indeterminato. Il 95% dei dipendenti, inoltre, lavora a tempo parziale. 

"Potevate chiedere alla scuola una dichiarazione scritta, che almeno vi avrebbe concesso di verificare tutto" ha concluso Bertot. Nulla: era un compito della commissione paritetica. Ora toccherà alle opposizioni (e alla stampa) capire chi sono i membri di questa commissione paritetica e se il loro lavoro è stato svolto correttamente.

Morale della favola

Morale della favola: il nostro giornale ha offerto ai lettori tutto ciò che era riuscito a reperire, chiedendo repliche ai diretti interessati e cercando di verificare in tutti i modi possibili le informazioni in nostro possesso; ma il nostro articolo gridava alle istituzioni una richiesta di risposte, chiarimenti, eventualmente anche rassicurazioni o perfino smentite.

E questi chiarimenti dovevano essere supportati da dati, numeri e documenti. Nulla di tutto ciò, al momento, è arrivato. La scuola si è nascosta dietro alla privacy e la Giunta ha scaricato tutto sulla commissione paritetica. A farne le spese è in primis la verità.

La Giunta lascia sola Conta Canova, costretta a difendere la scuola in cui lavora

Altro atteggiamento politicamente inopportuno è stato quello della Giunta di lasciare sola Costanza Conta Canova di fronte alle richieste di Bertot. Nessuno ha pensato di togliere l'assessore all'istruzione dall'imbarazzo di dover difendere una convenzione con la cooperativa La Risposta, di cui lei stessa, di mestiere insegnante di scuola media proprio alla Santissima Annunziata, è dipendente.

Non usiamo la locuzione "conflitto di interessi" perché il Tuel sul tema parla chiaro: per esserci questa condizione l'assesore dovrebbe ricoprire qualche ruolo dirigenziale dentro alla cooperativa, mentre non è nemmeno nel cda. Per di più, come recitano i verbali delle delibere, l'assessore è sempre uscita dall'aula quando si parlava di assegnazione dei contributi all'Istituto.

Il sindaco di Rivarolo Alberto Rostagno

Resta il fatto che di queste vicende se ne sarebbe dovuto occupare qualcun altro. Per opportunità politica in primis: era meglio che della questione si occupasse il sindaco, Alberto Rostagno, o comunque un amministratore completamente terzo rispetto alla scuola e quindi per principio più sereno nel giudizio della vicenda

Così come sarebbe stato meglio se a rispondere alle obiezioni di Bertot ci fosse stato un altro assessore o il sindaco stesso. Sempre seguendo quel principio di imparzialità che spinge Conta Canova a lasciare le sedute di Giunta quando si parla della scuola in cui lavora.

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