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Il ricordo di Vinicio Milani
17 Luglio 2023 - 16:56
Monsignor Bettazzi e Vinicio Milani
Mi unisco, sia come aclista che a nome dell’Anpi, al collettivo cordoglio per la perdita di un grande uomo, un riferimento per molte generazioni di credenti e no, che sapeva parlare a tutti, sempre dalla parte dei più deboli, coerente con l’insegnamento del Concilio Vaticano II° e schierato sino alla fine per la Pace, contro la proliferazione delle armi e l’invio di queste all’Ucraina.
L’ultima volta che ho incontrato mons. Luigi è stato l’8 giugno scorso presso la sua residenza ad Albiano, ma quel giorno, malgrado mi avesse dato appuntamento per un’ intervista, a seguito della sua indisponibilità a venire a Chivasso, lo trovai stanco e non se la sentiva di parlare, mi chiese di inviargli via mail le domande, tre per la precisione, che mi avrebbe risposto.
Monsignor Bettazzi è mancato nella notte tra sabato e domenica all'età di 99 anni
Quel giorno ad Albiano con me c’erano i giornalisti Michele Ruggiero e Luca Rolandi e il tecnico per la video registrazione Roberto Veglio. Il giorno dopo come promesso gli inviai le domande e lui mi rispose dopo un pò di giorni, ma lo fece.
Nel giorno del suo onomastico, mercoledì 21 giugno che è anche l’anniversario dell’uccisione dell’arcivescovo Oscar Romero e a un anno e un mese dall’invasione dell’Ucraina, nel teatro dell’oratorio “Beato Angelo Carletti” di Chivasso, numerose persone hanno voluto tributare un lungo e caloroso applauso di augurio al nostro monsignore alla soglia dei 100 anni.
Una serata che ha ripercorso la sua lunga vita attraverso le pagine del libro "Ricordi vita e pensiero in Luigi Bettazzi", firmato da Luca Rolandi e Michele Ruggiero.
Ho trovato interessante la sua risposta alla terza domanda sul tema della Pace: << È necessario vivere la pace nella propria vita personale e nell’impegno quotidiano, nell’attenzione alle modalità per costruirla anche in tempi e fra mentalità violente: la violenza non si vince con una violenza più forte, ma con la nonviolenza, con il dialogo tra le parti e ricorrendo all’interposizione tra i belligeranti che obblighino alla tregua ed alla ricerca della pace>>.
Ha vissuto una vita intensa, forse non sempre in linea con le gerarchie ecclesiastiche, ma sempre con posizioni chiare e nette sui temi del lavoro, dell’occupazione, non si è mai risparmiato, sempre disponibile al confronto, sia su temi di carattere politico sociale che sulla pace, un tema di cui è stato un punto di riferimento per molti di noi, ma anche delle generazioni successive.
Sono felice di averlo incontrato tre volte in un anno, di averlo ascoltato al di fuori dei luoghi pubblici e mentre lo accompagnavo in auto, era piacevole sentire il suo raccontare intervallato anche da qualche barzelletta.
Ero un giovane diciottenne e mi ricordo quando fece il suo primo ingresso nella nostra città appena dopo la nomina a vescovo d’Ivrea, una bella presenza la sua, autorevole e carica di simpatia ed uno dei primi gesti che mi colpì molto fu quando lo vidi ritrarre la mano per il bacio dell’anello.
Compresi più tardi che ciò andava nella direzione di superare con quel gesto l’atto di sottomissione nei confronti dell’autorità ecclesiastica e mettere in pratica ciò che il Concilio Vaticano II° sanciva: doveva essere la Chiesa a porsi al servizio degli altri.
Vinicio Milani
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