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Il caso
07 Luglio 2023 - 21:55
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Lorenzo Perotto, ex consigliere comunale di Chialamberto dichiarato incompatibile dal consiglio comunale del paese, a causa, si leggeva nella delibera che trattava il caso, di due debiti col Comune e di un contenzioso pendente di fronte al tribunale delle acque, sempre contro il Comune. Perotto si era candidato a sindaco alle elezioni di un mese e mezzo fa.
In realtà, il consigliere aveva consegnato le proprie dimissioni ancor prima che il consiglio lo dichiarasse incompatibile. Ne avevamo parlato in un articolo di qualche giorno fa. Proprio in seguito all'articolo, Perotto ha scritto al nostro giornale per esporre la sua verità.
Nella lettera che segue, Perotto spiega i motivi della scelta e richiama una delle battaglie legali ingaggiate col comune, che risale al 2016, quando gli amministratori dell'epoca avrebbero sottoscritto un accordo per realizzare delle infrastrutture assieme alle società di gestione dell'elettricità e dell'acqua su alcuni terreni di proprietà di Perotto.
La Giunta di Chialamberto non ha rilasciato una replica alle parole di Perotto, e quindi riportiamo la sola lettera dell'ex consigliere comunale. Il quale in un passaggio parla anche dell'eventualità del commissariamento nel caso in cui fosse stato eletto: "Se si fosse verificata la condizione di una nostra vittoria - ha scritto Perotto - avrei tranquillamente superato la chiusura del contenzioso".
In merito quanto apparso su La Voce on line, mi pregio rappresentare la realtà effettuale come segue. Dal 2016 a causa di procedure viziate da illegittimità, gli amministratori pro tempore di Chialamberto, sempre gli stessi, sottoscrivevano un accordo con una Società per la produzione di energia elettrica con l'acquedotto del Comune di Chialamberto; peccato che le infrastrutture siano state costruite sui miei terreni e di altri proprietari, che non avevano mai acconsentito alla costruzione delle opere.
Visto l'esito delle elezioni, avendo subodorato le intenzioni e l'eleganza del nuovo sindaco e della Giunta, che ricalca per due terzi quella di prima, in data 30.05, in occasione della convalida degli eletti, inviavo rinuncia della accettazione della carica di consigliere, motivando con sentenza della Cassazione.
D'altronde erano già imparati, avevano perseguito tale strategia già nel 2018, infischiandosene della rappresentanza elettiva. Stesso comportamento strumentale avveniva con la richiesta delle spese legali che risalivano al 2020, ma guarda caso venivano richieste il 9 maggio, avendo indirizzato a me la richiesta in modo solidale, anche per gli altri coobbligati, mi impegnavo a pagare e proponevo la rateizzazione, mi veniva comunicato che non potevano accettare la rateizzazione perché era passato troppo tempo, peccato che la prima richiesta risaliva al 9 dello stesso mese di Maggio.
Replicavo evidenziando la illogicità delle affermazioni del Sindaco firmate anche dal Segretario, argomentazioni illogiche e prive di fondamento. In questo contesto, non essendoci da parte del Sindaco nessuna intenzione di prendere atto delle innumerevoli illegittimità ed occupazioni abusive dei nostri terreni, non potevamo fare altro che appellarci nuovamente al Tribunale al fine di veder riconosciuti i nostri diritti reali.
Mi preme sottolineare che il sindaco ha preso e prende provvedimenti del tutto illegittimi, noi siamo costretti a ricorrere in Giudizio e poi, sempre lui a colpi di maggioranza prende provvedimenti verso la minoranza che ha l'ardire di difendersi.
Per quanto riguarda la mia posizione ero candidabile ed eleggibile, rassicuro l'estensore dell'articolo: se si fosse verificata la condizione di una nostra vittoria, avrei tranquillamente superato la chiusura del contenzioso, in modo tombale, con scienza e coscienza, nell'interesse generale e non con spirito di vendetta, come pare perseguire il sindaco che ha vinto le elezioni.
Quanto sopra è un esempio di quanto danno possa portare una amministrazione che non abbia ben chiaro i doveri di imparzialità e terzietà. Le persone coinvolte in questa triste storia hanno subito un danno economico di oltre 200mila euro, che qualcuno prima o poi dovrà rispondere.
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