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Adesso o mai più...

Via la tagliola del doppio mandato per i sindaci, via l'abuso d'ufficio, avanti tutta con gli aumenti

Il prossimo anno si vota

Via la tagliola del doppio mandato per i sindaci, via l'abuso d'ufficio, avanti tutta con gli aumenti

Se c’è qualcosa che colpisce dei rappresentanti delle autonomie locali, detto più semplicemente dei comuni e delle regioni, è la capacità di «girare la frittata» a loro uso e consumo. Così, i pregi si voltano in difetti, i vizi si voltano in virtù. Questa manfrina è cominciata è cominciata qualche anno fa, con i piccoli comuni, non solo in crisi per denatalità (tutto il Paese è in deficit), ma anche di «vocazioni», ovvero: tante grane, poco grano. Nel caso di comuni di quattro, dicasi quattro anime, visto che proprio non si vogliono tentare altre strade, di recente è stato superato il blocco dei «due mandati» per il sindaco. Perciò nei comuni con meno di cinquemila abitanti ci si potrà candidare ed essere eletti sindaci fino a tre volte di fila. 

A distanza di poco meno di un anno dalle prossime elezioni amministrative i cacicchi, di differenti colori politici ma animati da un sentimento comune, chiedono l’abolizione in toto della tagliola dei due mandati. In proposito, lo scorso marzo presso la Camera dei Deputati si è tenuto un interessante convegno per il trentesimo anniversario dell’approvazione della legge sull’elezione diretta dei sindaci, la legge 81 appunto, vaticinata da quel Franco Bassanini che spopolò negli anni Novanta (del secolo scorso) con le sue semplificazioni.

Antonio De Caro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci (l’associazione che annovera tra le proprie fila moltissimi comuni), ha sottolineato che «il Lussemburgo prevede quattro mandati e gli altri Paesi Europei nessuno (limite ndr). Il sindaco di Parigi può candidarsi quante volte vuole e può fare anche il parlamentare». In sostanza – riassumo – bisogna superare ‘sto vincolo perché nel primo quinquennio provi a capire dove sei, nel secondo imposti il lavoro, nel terzo provi a fare quello che ti sei proposto (con ‘sta burocrazia, ci vogliono sette anni - ha tuonato De Caro - per fare un’opera pubblica) e, magari, nel quarto (quinquennio) rimiri le tue opere e così via. 

Se il superamento dei due mandati vale per i primi cittadini, che dire dei presidenti di regione?

Sono da meno loro?

Infatti il presidente Zaia (l’appellativo giornalistico è quello di governatori ma, per la legge, sono ancora presidenti), ha fatto da testa d’ariete. Però «sarebbe fastidioso – ha detto Zaia mettendo le mani avanti - che qualcuno pensasse che, se parlo, è in difesa della poltrona».

Il presidente Zaia

Arriviamo all’altro punto: la questione dell’alleggerimento dei rischi connessi alla carica. Per un verso, prendendo ad esempio gli stipendi dei manager di imprese equivalenti per fatturato e dipendenti, s’è detto che i sindaci erano pagati troppo poco per le responsabilità che si assumevano. Ottenuto un incremento annuale consistente delle indennità di carica che, nel 2024, per i sindaci delle città metropolitane sarà pari a quello del presidente di regione e per gli altri in proporzione agli abitanti, viene posta la questione delle responsabilità. 

Oltre all’imputazione per «abuso d’ufficio» del quale l’Anci chiede una nuova «precisa delimitazione», sarebbero maturi i tempi per la soppressione di alcune altre fattispecie di reato amministrativo che tanto turbano i sonni degli amministratori e impedendo loro di lavorare. 

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