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IL CASO

Il leghista: "Il gay pride è una carnevalata e l'omosessualità è una questione culturale"

Parole che faranno certamente discutere

Il leghista: "Il gay pride è una carnevalata e l'omosessualità è una questione culturale"

Un momento del Pride di Milano, qualche settimana fa

E pensare che quando avevamo fatto il pesce d'aprile sul Pride a Venaria, il Sindaco, Fabio Giulivi, ci aveva telefonato arrabbiatissimo, minacciando querele, avvocati e chi più ne ha più ne metta. Perché per lui il rispetto della comunità Lgbtq è una cosa talmente importante che non ci si può neanche scherzare.

A questo punto, almeno per coerenza, ci aspettiamo che faccia lo stesso con il suo consigliere di maggioranza della Lega, Edoardo Baffigo, che nell'ultimo Consiglio Comunale si è lasciato andare a considerazioni piuttosto discutibili sulla comunità Lgbtq.

Edoardo Baffigo, consigliere della Lega

Durante la seduta, il consigliere leghista, direttamente dal Medioevo, ha denunciato un pericolo, un complotto: vogliono sostituire le famiglie tradizionali con quelle non tradizionali (coppie omosessuali).

Un complotto ordito da chi? Boh, questo è difficile da capire. 

Il contesto è quello di un ordine del giorno presentato dalla maggioranza in cui si chiede (come già sta avvenendo a livello nazionale) di rendere la maternità surrogata (utero in affitto) reato universale.

"Su questo argomento - interviene Baffigo - si è fatta troppa ideologia. L’utero in affitto o maternità surrogata sono aspetti di una campagna mediatica, culturale e sociale volta a stravolgere l’architettura della famiglia tradizionale. Secondo le statistiche si dice che tra il 7 e il 15% della popolazione italiana abbia tendenze che vanno al di là dell’eterosessualità “standard”, quando questa sala è al completo, quindi, due di noi ricadono in questa percentuale. Queste due persone dovrebbero essere incluse in quelle protette da omofobia. Io, però, non vedo nessuno in questa sala che mi crei paure e problemi. Credo che tutti questi atteggiamenti siano solo strumentalizzazioni per fini che vanno al di là della tutela dei diritti. Chi spinge su questi diritti sociali ha dimenticato da tempo quelli del lavoro, il diritto alla giustizia vera".

E qui si arriva alla parte più controversa...

"Il principio di omosessualità nell’antichità non esisteva, - continua Baffigo - non c’erano parole come “omosessuale” o "eterosessuale" ma solo ruoli di predominio e sottomissione che sono legati alla vita sessuale di ciascuno di noi. Omosessuale e eterosessuale sono termini dei giorni nostri per categorizzare realtà individuali, all’epoca il predominio era considerato privilegio delle classi sociali alte, dell’uomo adulto, e la sottomissione della donna degli anziani, dei più deboli o dei giovani. Culturalmente in molte popolazioni africane l’omosessualità dei giovani verso i capi tribù è la norma ma non sono omosessuali sono forme culturali. Il gay pride vuole dire che noi che andiamo al pride siamo come gli altri, che bisogno c’è, però, di fare manifestazioni carnevalesche dove viene offeso il senso comune di chi non si riconosce in queste comunità violentando simboli cattolici, religiosi o tradizionali? In tutto questo va inquadrata la maternità surrogata che dovrebbe essere nel mirino della sinistra perché va contro i diritti delle donne.  Il desiderio di paternità o maternità può essere esaurito adottando bambini abbandonati invece che creandoseli su misura".

La minoranza è rimasta senza parole...

"Carnevalata e omosessualità problema culturale, - replica il consigliere di opposizione di Uniti per Cambiare, Alessandro Brescia - rimango basito da questa linea che è la stessa di chi utilizza la religione cattolica per dividere chi è cristiano e chi no. Qui si nega anche il fatto che c’è una comunità che è stata perseguitata nel corso degli anni".

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