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Ivrea

Raccontiamola giusta... quasi 3 anni per un posto letto di terapia intensiva in più....

All'ospedale di Ivrea con il piano Arcuri

Raccontiamola giusta... quasi 3 anni per un posto letto di terapia intensiva in più....

Oggi, martedì 6 giugno, all’Ospedale di Ivrea è stato inaugurato, alla presenza del Presidente della Regione Piemonte, dottor Alberto Cirio, e dell’Assessore Regionale alla Sanità, dottor Luigi Genesio Icardi, l’ampliamento della terapia intensiva e sub-intensiva.

L’intervento, del costo complessivo di oltre 2 milioni di euro, è stato finanziato per 1 milione e 100.000 euro con i fondi del Decreto Legge 34 (ex Arcuri) e per il rimanente milione con fondi ASL e con il Fondo incremento prezzi.

I lavori hanno consentito di trasformare e aumentare i posti letto della vecchia Terapia Intensiva, da 7 a un totale di 18, di cui 8 di terapia intensiva e 10 di terapia sub-intensiva (facilmente convertibili in posti letto di terapia intensiva).

La nuova area, che risulta più ampia di oltre 400 metri quadrati, dispone di posti letto tutti dotati di sistemi di monitoraggio e di ventilazione di ultima generazione. Gli 11 posti letto aggiuntivi prevedono una stanza di isolamento (1 posto letto), un open space (6 posti letto) e due spaziose camere comunicanti (con 2 posti letto ciascuna).

«Quando è cominciato il Covid i posti di terapia intensiva in Piemonte erano 327 – sottolinea il presidente della Regione Alberto Cirio–. Ci siamo fatti carico della situazione e abbiamo lavorato per potenziarli, con risorse regionali, con i fondi del piano Arcuri e anche con risorse messe a disposizione dalle aziende sanitarie. Oggi la nostra rete ad alta intensità è potenziata ed è in grado di rispondere alle esigenze di salute della popolazione: 628 posti letto di terapia intensiva, compresi quelli immediatamente attivabili in caso di necessità».

«Con il consistente potenziamento del Reparto Rianimazione dell’Ospedale di Ivrea – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardila Sanità eporediese dimostra di aver fatto tesoro dell’esperienza della pandemia, dotandosi di un Servizio in grado di rispondere al meglio sia alle necessità quotidiane che a quelle dell’emergenza, con soluzioni di alta affidabilità e maggiore sicurezza. Ringrazio la direzione generale dell’Asl To4 e tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questo importante intervento, non solo limitandosi agli obiettivi del Piano Arcuri, ma investendo risorse proprie dell’Azienda sanitaria per dotare l’Ospedale di un reparto a maggiore “intensità di cura”, in modo da poter operare anche in condizioni di emergenza infettivologica».

L’Azienda esprime grande soddisfazione perché si è raggiunto l’obiettivo di creare una struttura moderna e funzionale che, anche per la sua vicinanza alle sale operatorie e alla sala di emodinamica, consente di rispondere a tutte le esigenze diagnostiche e terapeutiche dei pazienti con patologie acute che siano trattati presso l’Ospedale di Ivrea.

Poche ciance

Fin qui il comunicato stampa "autoprodotto" dall'Asl To4 per fare i complimenti a sé medesima. Non c'è dubbio che manchi il contraltare e cioè che questi lavori, previsti e finanziati dal “Piano Arcuri”, si sarebbero dovuti realizzare nel 2020 (pensate a quanta acqua è già passata sotto i ponti). Dire che sono andati un pochetto a rilento è dire poco

Per tre anni su queste pagine abbiamo parlato  di cifre da capogiro pari a 4,2 milioni di euro utili ad incrementare  i posti letto in terapia intensiva, che nell’Asl To4 sarebbero dovuti passare dagli attuali 19 ad un totale di 32 evitando così, nella seconda ondata (è finita pure la quarta), la chiusura delle sale operatorie utilizzate come reparti di rianimazione. 

E sarebbero stati dieci posti letto in più a Chivasso (oggi sono 6), due in più a Ciriè (anche qui attualmente 6), uno in più ad Ivrea (sono 7). Quindi, in totale, 16 a Chivasso, 8  a Ciriè e 8 anche ad Ivrea.  

E con quei soldi si sarebbero anche dovuti allestire 18 letti di terapia semi-intensiva, 6 per ognuno dei tre presidi ospedalieri (oggi non ce n’è nessuno) di cui la metà riconvertibili, all’occorrenza, in posti di terapia intensiva. Apprendiamo che nel mentre a Ivrea si sono riusciti a ricavare due posti letto in semi intensiva in più, mentre, come da programma, si è aggiunto un solo posto letto in intensiva. Tant'è. Lo dicono i numeri

Non era finita qui. Si erano, infatti, aggiunti, ulteriori fondi per altri lavori. A Ciriè, 2,5 milioni di euro per l’adeguamento degli impianti tecnologici, antincendio e per la sicurezza nei luoghi di lavoro.  A Ivrea 1,5 milioni  per il rifacimento dei montanti elettrici e anche qui per l’impianto antincendio. A Chivasso, 5 milioni e 928mila euro per ristrutturazione del vecchio ospedale, in questo caso in base a un piano che doveva andare avanti sino al 2025. Con le tempistiche alle quali ci ha abituato l’Asl To4, speriamo di poter vedere qualcosa entro la metà di questo secolo… E poi? E poi c'è la risonanza magnetica

«L’ampliamento della Terapia intensiva e subintensiva dell’ospedale di Ivrea - commenta il consigliere regionale Alberto Avetta - inaugurata quest’oggi, è una buona notizia per la sanità canavesana. Il vero patrimonio della nostra sanità pubblica è la squadra di medici, infermieri, oss, tecnici e amministrativi che lavorano nell’attuale ospedale. Devono essere difesi e valorizzati perché è grazie a loro se il nostro ospedale è di nuovo attrattivo. Servono ancora interventi manutentivi e tecnologici. A cominciare da quella risonanza magnetica, tanto attesa, che senza l’azione di pungolo del PD forse sarebbe rimasta solo una promessa. Nell’occasione il Presidente Cirio ha ribadito che la decisione sulla location del nuovo ospedale sarà presa entro luglio. Da tempo ascoltiamo promesse e impegni che poi la Giunta regionale puntualmente è costretta a rinnovare: speriamo sia la volta buona, perché bisogna recuperare il ritardo accumulato». 

Storia di una risonanza

Tutto comincia il 14 dicembre del 2021 e cioè il giorno in cui, fiato alle trombe, rullo di tamburi, il consiglio regionale approva un ordine del giorno, a prima firma del presidente Mario Giaccone, per impegnare (giurin giretto...) la Giunta regionale a dotare l’ospedale di Ivrea di una risonanza magnetica. Nell’agosto del 2022, la bellezza di 8 mesi dopo, dalla Regione la notizia che al termine di una procedura di gara indetta dall’Asl To4 l’ospedale sarebbe stato dotato anche della risonanza magnetica. 

Segue la polemica su un appalto che non prevedeva un semplice acquisto dell’apparecchiatura ma un servizio chiavi in mano composto oltrechè dall’apparecchiatura anche da 1.600 prestazioni diagnostiche all’anno erogate con supporto di personale esterno, che significava, senza tanti giri di parole, esternalizzazione. 

Tutto liscio come l’olio e il 16 gennaio 2023 compare all’albo pretorio una delibera dell’Asl To4 per la nomina della commissione giudicatrice (Alessandro Paudice, Alessandro De Paoli e Andrea Mingione) per una gara avente per oggetto la fornitura, con procedura negoziata, del “servizio di prestazioni diagnostiche Rm, locazione di tomografo, apparecchiature amagnetiche per radiognostica  a Chivasso e Ivrea, infine manutenzioni delle apparecchiature in tutti i presidi dell’Asl”. 

Capitava, ironia della sorte, lo stesso giorno in cui l’assessore regionale Vittoria Poggio, rispondendo in aula ad una interpellanza del consigliere regionale Alberto Avetta del Pd spiegava che a breve l’Asl To4 avrebbe provveduto all’acquisto, e non più al noleggio della risonanza magnetica all’ospedale di Ivrea.

E da quel momento più nulla s’è mosso!

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