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La storia

Il rifugio per cani chiede aiuto per le provviste, in 24 ore si ritrova sommerso di cibo

L'annuncio su Facebook non è passato inosservato, la gente si è mobilitata in una gara di solidarietà senza confini

Il rifugio si era attivato per chiedere provviste

Il rifugio si era attivato per chiedere provviste

Due ingredienti fondamentali: una richiesta d'aiuto e una wishlist su Amazon. Ed ecco che, in meno di 24 ore, la solidarietà può fare miracoli. La vicenda arriva, ancora una volta, dalla Casa del Cane Vagabondo di Barbania, che nel corso di questi mesi si è dimostrata un vero e proprio contenitore di storie da raccontare, fortunatamente molte di queste a lieto fine.

Risale a ieri, infatti, un annuncio del rifugio per cani canaveasano. "Ve lo avevamo anticipato - aveva scritto lo Staff della Casa del Cane Vagabondo su Facebook - che le dispense erano agli sgoccioli, ma ora hanno toccato ufficialmente il fondo. Ci manca proprio tutto, scatolette di umido ma soprattutto crocchette!".

Il post con cui la Casa del Cane Vagabondo ha chiesto aiuto


 
Una serie di eventi hanno inceppato per qualche settimana il regolare processo di raccolta fondi: "I cani sono tanti e purtroppo questo maltempo ci sta impedendo anche la possibilità di fare qualche evento per racimolare qualche soldino per i nostri ospiti. Aiutateci per favore, non sappiamo proprio dove sbattere la testa".

Una richiesta chiara, che ha fatto breccia nel cuore di molti. Così, in tanti si sono recati sulla wishlist di Amazon messa a disposizione dal rifugio e hanno ordinato chi delle scatolette, chi delle crocchette per i ben cento cani presenti alla Casa del Cane Vagabondo, a cui vanno aggiunti i trenta cavalli salvati dai macelli e fatti correre sui prati in libertà.

E così, neanche 22 ore dopo l'annuncio sui social, il miracolo della solidarietà si è materializzato il rifugio ha postato su facebook la marea di provviste arrivate grazie alle donazioni. "Siete stati tantissimi a correre in nostro aiuto, ve ne saremo sempre grati" ha scritto lo staff del rifugio su Facebook.

È il secondo caso di grande solidarietà collettiva in pochi mesi: avevamo raccontato, infatti, della storia della piccola Coco, abbandonata con un femore rotto e operata grazie al lavoro del rifugio barbaniese e ai fondi raccolti tramite le donazioni.

 

"Sono arrivate scatolette e crocchette, e ne arriveranno altre - ci dice Patrizia Ceccarelli, che gestisce il rifugio dal 2013 -. Noi ci diamo da fare e le persone ci seguono, e sono in molte, c'è sempre un ottimo riscontro". Patrizia cerca sempre modi nuovi non solo per sovvenzionare le attività del canile, che richiedono migliaia di euro al mese, ma anche per far conoscere i cuccioli e per trovare una famiglia a cui affidarli.

E così s'è inventata le adozioni a distanza e gli eventi al canile. Ma il maltempo delle ultime settimane non ha permesso di sfruttare l'atmosfera primaverile, ed ecco che il rifugio ha dovuto ricorrere alla richiesta di donazioni da parte dei privati. Con risultati eccezionali.

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