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Ivrea

Il 25 aprile in Italia e la guerra in Ucraina. Fermiamo l'invio di armi

Per la pace, per la democrazia, per la Costituzione

Il 25 aprile in Italia e la guerra in Ucraina. Fermiamo l'invio di armi

Il 25 aprile 1945 veniva sconfitto l’esercito invasore nazista e le forze fasciste che lo avevano sostenuto. In quei giorni le formazioni partigiane liberavano le città e le campagne del nord Italia, restituendo all’Italia la tanto agognata libertà.

Iniziò così un lungo e difficile cammino verso la democrazia che vide i primi passi nel referendum per la Repubblica e nell’insediamento dell’Assemblea Costituente che portò le nostre Madri e i nostri Padri costituenti a promulgare la nostra Costituzione. 

Nulla di ciò che abbiamo oggi in termini di libertà, diritti e benessere sarebbe stato possibile senza il sacrificio della vita dei nostri martiri partigiani.

Ben sanno i cittadini di Ivrea questa storia, percorrendo le vie e le piazze della città ogni giorno si imbattono nei nomi dei nostri caduti per la libertà: da Ferruccio Nazionale a cui è dedicata la piazza del Comune, a piazza Aldo Balla, a piazza Piero Ottinetti, a via Willy Jervis, fino al nostro Campo Sportivo dedicato a Gino Pistoni, solo per citarne alcuni.

Lo “spirito” della Costituzione chiede una militanza attiva e attenta ai diversi attacchi che la democrazia deve subire, ci riferiamo all’informazione manipolata e accentrata, alla invasività nel privato degli strumenti informatici, alla mancanza di lavoro, cure mediche adeguate e istruzione per una parte della nostra popolazione.

Oggi abbiamo rappresentanti delle istituzioni che hanno infangato con affermazioni antistoriche, ma soprattutto vergognosamente false, azioni partigiane che, come quella di via Rasella a Roma, erano parte di una lotta di Liberazione dall’occupazione nazista.

Ma oggi più che mai abbiamo la necessità di guardare avanti, forti dei nostri valori di libertà e diritti così meravigliosamente definiti nella nostra Costituzione antifascista. 

Siamo chiamati a mobilitarci contro la guerra che è penetrata in tutta la sua violenza nel cuore dell’Europa, martoriando da oltre un anno il popolo ucraino, mentre Putin manda al macello migliaia di giovani russi in una guerra assurda, come sono assurde tutte le guerre. 

La nostra Costituzione all’art. 11 recita:  “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali …”. 

Da  molti mesi agiamo  per interrompere il flusso di armi che stanno pericolosamente alimentando il conflitto e provocando solo ulteriori morti, mentre riteniamo necessario da subito mettere in campo un’azione negoziale vera, determinata e continua, che porti ad un cessate il fuoco immediato, poiché è noto a tutti, come è avvenuto in tutte le ultime guerre in Afghanistan, Iraq, Siria, per citarne solo alcune, che nessuna guerra porta vincitori, tutti risultano vinti, tutte le guerre portano solo morte e distruzione.

È per questo che accogliamo con entusiasmo l’iniziativa del Comitato per la raccolta firme per i referendum che chiedono l’abrogazione delle leggi che hanno stabilito l’invio di armi in Ucraina. 

La comunità nazionale deve trovare modalità concrete per coinvolgere i cittadini affinchè possano ribadire i valori di pace, libertà, democrazia e diritti, costitutivi della lotta di Liberazione e della nostra Costituzione democratica e antifascista. 

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