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EMERGENZA PEDIATRI, Bussone scrive al ministro della salute

Uncem ha proposto un incontro a Schillaci per discutere del problema

Pediatra (foto d'archivio)

Pediatra (foto d'archivio)

Alla vicenda abbiamo dato ampio risalto: nelle Valli di Lanzo è ormai rimasto un solo pediatra, a Viù, a garantire il servizio di assistenza sanitaria ai più piccini. Il medico, peraltro, opera in Val di Viù solo un'ora a settimana. Una presenza insufficiente per garantire continuità e sicurezza ai piccoli pazienti delle valli.

L'Asl deve assolutamente mobilitarsi. L'allarme era stato lanciato nelle scorse settimane dal presidente nazionale di Uncem, Marco Bussone, consigliere comunale di Vallo Torinese e da sempre attentissimo alla "salute" (e mai fu il termine più azzeccato in questo caso) delle Valli di Lanzo.

Bussone non si è accontentato di una nota stampa. Ha scritto recentemente al ministro della Salute, Orazio Schillaci, per portargli all'attenzione il problema della carenza dei pediatri. Non solo nelle Valli di Lanzo, ma in tutte le aree interne della Penisola.

Marco Bussone, presidente nazionale Uncem

"La mancanza di medici e pediatri di medicina generale sui territori - ha scritto Bussone a Schillaci - è da anni sui nostri tavoli. L'assenza di questi servizi sanitari territoriali, dovuti in primis alla mancanza di medici e pediatri di base, è la prima causa di abbandono e spopolamento".

Chi se ne va, insomma, lo fa per mancanza di opportunità e di sicurezza. E in un territorio come le Valli di Lanzo, sempre più vecchio anagraficamente e sempre meno popolato di bambini e di scuole elementari, la constatazione è ancora più drammatica. "Senza medici - prosegue Bussone - è evidente che si preferisce andare altrove. Ma la soluzione non sono solo le case della salute e gli ospedali di comunità per i quali si stanno investendo centinaia di milioni di euro del PNRR".

Secondo Bussone, queste due opportunità non sarebbero negative di per sé, ma risolverebbero" poco senza personale. Anzi, rischiano di delocalizzare i servizi portandoli 'più in basso', solito problema delle valli. Spostare in basso vuol dire annullare, togliere, abbandonare. La concentrazione non è sempre sinonimo di migliore servizio".

Orazio Schillaci, ministro della salute

Ebbene, di fronte a questa situazione, secondo Bussone, "servono scelte politiche adeguate e incentivi economici per chi tiene aperto uno studio nel paese da cento o duecento abitanti a mille o milleduecento metri. Perché queste comunità non sono costituzionalmente meno importanti di altre numericamente più grande, come ripete il Presidente Mattarella. Dobbiamo insieme arginare la spirale della 'discesa', che altrimenti continuerà a determinare insicurezza e spoliazione dei servizi. Che i Sindaci giustamente denunciano, preoccupati".

Qualche settimana fa avevamo chiesto delucidazioni in merito a questa situazione all'Asl To4. "L'Azienda - ci era stato detto il 3 aprile scorso con una nota - ha chiesto alla Regione la pubblicazione di una carenza operativa per un posto di pediatria di libera scelta nelle Valli di Lanzo, per la quale le procedure regionali sono in corso. Nel frattempo l'ASL ha pubblicato un avviso per conferire un incarico provvisorio, che è andato deserto. In ogni caso, il pediatra che continua a operare nelle Valli di Lanzo al momento ha ancora disponibilità di posti e nell'ambito limitrofo, quello di Ciriè, almeno due pediatri hanno ancora una buona disponibilità di posti".

Del problema si è inoltre parlato anche nel corso della scorsa assemblea dei sindaci dei Comuni appartenenti all'Asl To4. Dalla riunione era emerso l'impegno dei sindaci delle Valli di lanzo di lavorare assieme al tavolo Aree interne per non lasciare scoperto il territorio.

Tutto è in divenire, e il tempo, in situazioni come queste, è tiranno. Proprio per questo, Bussone ha proposto a Schillaci di incontrare Uncem, con le Delegazioni regionali dell'Associazione e la Giunta nazionale, per provare a capire come risolvere al più presto il problema.

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