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Cronache
16 Aprile 2023 - 23:33
Cristina Jovanovic
Con il cuore e un polmone schiacciati da una massa tumorale è riuscita a partorire e qualche settimana dopo, grazie a un lungo e rischioso intervento chirurgico, ha potuto liberarsi del pericolo che incombeva sulla sua vita. Una vicenda di eccellenza della sanità, che riguarda una mamma, Cristina Jovanovic, di 22 anni e il piccolo Fabio, che ora ha 4 mesi.
Cristina Jovanovic oggi vive con il compagno Marco nei dintorni di Ivrea, a Strambinello, dove gestiscono un'azienda agricola e allevano mucche lasciandole libere al pascolo...
Negli occhi, come dentro ad un film, tutte le immagine di un'esperienza vissute in due ospedali della Città della Salute di Torino: il Sant'Anna ostetrico-ginecologico e le Molinette.
Alla ragazza nel 2019 viene diagnostico un sarcoma al torace, tumore maligno aggressivo.
"Non stavo bene, ma dapprima ho dato la colpa allo stress per l'esame di maturità. - racconta - Poi si sono ingrossati i linfonodi, la prima diagnosi all'ospedale di Ivrea è stata di una ciste. Siamo una famiglia di allevatori e quando siamo saliti in alpeggio in Valle d'Aosta, a 2.200 metri, ho cominciato ad avere febbre e a dimagrire. Così all'ospedale di Aosta mi hanno fatto una lastra ai polmoni".
"Non respiravo più, i medici mi hanno mandato in coma farmacologico e mi hanno messo uno stent tra i bronchi. Ma temevano che al risveglio avrei avuto una vita non bella"..
Poi la biopsia ha rivelato il sarcoma.
"Non respiravo più, i medici mi hanno mandato in coma farmacologico e mi hanno messo uno stent tra i bronchi. Ma temevano che al risveglio avrei avuto una vita non bella".
La giovane lotta contro il male, in cura al S.Luigi di Orbassano (Torino) e poi all'Istituto di Candiolo, dove è seguita dal dottor Giovanni Grignani. Chemioterapia e radioterapia vincono le metastasi, ma quel macigno ("grande quanto un melone 12cm x 10cm x 6 cm di 1.500 grammi") nel petto rimane lì. La rimozione chirurgica è sconsigliata per l'elevatissimo rischio di lesionare gli organi vitali. Le enormi difficoltà non spengono i progetti della ragazza e del suo compagno che decidono di avere un figlio, pur consapevoli dei rischi per il cuore della donna.
Viene così programmato un parto cesareo, al Sant'Anna, eseguito dal professor Alberto Revelli e dalla dottoressa Silvana Arduino. Parto riuscito ma pochi mesi dopo le condizioni della giovane peggiorano nuovamente: i polmoni sono sempre più compressi. Non resta altro da fare che rimuovere la massa tumorale, anche se è come incollata alle pareti del cuore a gran parte del polmone sinistro. I chirurghi toraco-polmonari (coordinati dal professor Enrico Ruffini), con la collaborazione dei cardiochirurghi (diretti dal professor Mauro Rinaldi), studiano tutte le possibili soluzioni.
E danno indicazioni per l'intervento alle Molinette: l'operazione dura 6 ore, la eseguono il professor Enrico Ruffini, i dottori Marco Pocar, Paraskevas Lyberis e Matteo Roffinella. Viene sportato il tumore, che pesa un chilo e mezzo, preservando il cuore e ripristinando la piena funzionalità del polmone.
Dopo 10 giorni la giovane torna a casa e dopo un mese il cuore riprende a battere normalmente e il respiro torna regolare. "Questo straordinario risultato - commenta Giovanni La Valle, direttore generale della Città della Salute - è l'esito di un grande lavoro di squadra dei professionisti, che con coraggio affrontano casi estremi con interventi di frontiera, che sempre più dimostrano il ruolo Hub e di riferimento della Città della salute".
Giovanni La Valle
Cristina ha scoperto di avere un tumore mentre era in vacanza in Grecia, nel 2019 poco dopo l'esame di maturità al liceo agrario dei salesiani di Lombriasco.
«Le mie prospettive di vita erano bassissime, ma io ho deciso di lottare con tutte le mie forze e qualcuno lassù mi ha aiutata - racconta Cristina ai microfoni del Tg3 con in braccio il piccolo Fabio, che oggi ha 4 mesi -. Quando guardavo la serie Braccialetti Rossi non pensavo che qualcosa del genere potesse capitare a me, è stata durissima, ma ho avuto anche un pizzico di fortuna. Decidere di avere un figlio? Una scelta difficile, forse incosciente, ma io e Marco, il mio compagno, desideravamo troppo avere una famiglia. Ora comincia la mia seconda vita, o forse è la terza. Ho perso il conto, penso a godermi ogni giorno come un dono prezioso e ringrazio i medici che mi hanno salvato».
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