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Malasanità
15 Aprile 2023 - 11:03
Lo stato di salute dei medici ospedalieri del Piemonte? I dati pubblicati da pochi giorni sul Conto Annuale del Tesoro, fotografano un quadro desolante.
I numeri sono del 2021, quindi dell’anno successivo alle peggiori ondate pandemiche, successivo alle definizioni di eroi, alle grandi dichiarazioni d’amore per il SSN, alle promesse (non mantenute) di potenziamento della sanità e del personale.
Il Piemonte passa da 8.771 medici ospedalieri del 2011 a 8.148 del 2021, con una riduzione di 623 medici.
In provincia di Torino le Azienda con una maggior perdita in percentuale sono la To4 e la To3.
Val la pena ricordare che in questi 10 anni le richieste di salute sono aumentate, perché la popolazione è progressivamente più anziana e sono in aumento i malati cronici, polipatologici e spesso non autosufficienti.
“Abbiamo poi considerato - commenta Chiara Rivetti di Anaao Assomed (sindacato di medici e dirigenti sanitari italiani) - i medici ospedalieri in rapporto alla popolazione residente, sommando i medici dipendenti delle Aziende Ospedaliere a quelli che lavorano nelle Asl territoriali di riferimento: anche in questo caso vi è un trend in riduzione e differenze significative tra Asl nonostante in questi 10 anni la popolazione del Piemonte si sia ridotta, e quindi il numero di medici pro-capite sarebbe in teoria dovuto aumentare ...”
Anche in questao caso a guidare la classifica è la To4, insieme alla To3 e alla To5, con 1,1 medico ogni mille abitanti.
“La diminuzione dei medici - commenta Anaao Assomed - è conseguenza della tempesta perfetta: un numero elevato di pensionamenti, scarsità di specialisti da assumere, dimissioni volontarie di chi è in servizio. Ma anche della chiara volontà politica di non investire sul personale: nulla si è fatto per ridurre il carico di lavoro burocratico, per favorire le progressioni di carriera, per migliorare le remunerazioni. Anzi, il clima nelle aziende è peggiorato, facendo sempre più ricorso a ordini di servizio per gestire il personale: autorità anziché condivisione e collaborazione.
Il progressivo definanziamento del Sistema Sanitario Nazionale, la scelta di investire i soldi in convenzioni con il privato, le lunghe liste d’attesa per gli esami, medici che stanchi e frustrati lasciano il servizio pubblico, la necessità di ricorrere alle cooperative sono tutte spie di un sistema che boccheggia.
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