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07 Aprile 2023 - 19:58
Il cavallo Remì, che era stato abbandonato lo scorso dicembre in una zona tra Nole e San Carlo Canavese, è finalmente stato adottato e trasferito in un nuovo maneggio. Nonostante fosse cieco da un occhio e denutrito, l’animale ha trovato una nuova famiglia presso la società Unirelab di Settimo Milanese, che opera nell’ambito della medicina veterinaria per conto del ministero dell’Agricoltura.
Dopo essere stato adottato dal Comune, Remì è stato curato e nutrito per quattro mesi in un centro ippico della zona grazie al contributo dell’ex ministro Elsa Fornero e del marito, l’economista Mario Deaglio. Grazie a questi sforzi, le condizioni di salute dell’animale si sono notevolmente migliorate e ora è microchippato.
Il sindaco di San Carlo, Ugo Papurello, ha affermato che Remì si è ripreso molto bene e che ora è finalmente pronto per iniziare una nuova vita nel suo nuovo ambiente. Prima del trasferimento, il cavallo era stato recuperato dalla vigilessa Patrizia Sanna, esperta di cavalli, che lo aveva trovato spaventato nel giardino di una casa. Grazie all’aiuto del Comune e di generose persone, Remì ha finalmente trovato la casa amorevole che merita.
La storia di Remì
Anziano e mezzo cieco, era stato abbandonato nelle campagne tra San Carlo Canavese e Nole, in Borgata Sant’Apollonia. A farsene carico era subito stato il Comune dopo che la vigilessa Patrizia Sanna, grande esperta di cavalli, era riuscita a recuperarlo dal giardino di una casa in cui il povero animale spaventato aveva cercato rifugio.
Grosso il contributo stanziato dal Comune per mantenerlo in questi mesi.
“Durante un incontro con le associazione, l’ho detto - spiega il sindaco Papurello -. Pochi euro, ma tutte le famiglie di San Carlo stanno pagando per il mantenimento di questo cavallo. Tutta colpa degli scellerati che l’hanno abbandonato”.
Il sindaco UGO PAPURELLO
L’impegno di spesa iniziale di mille euro preso dal Comune, in questi mesi è aumentato: “Siamo arrivati a quota tremila” allarga le braccia il sindaco.
Eppure per il cavallo Remì si era scatenata fin da subito una gara di solidarietà.
“E’ vero - conferma il primo cittadino - ci hanno contattati in molti. Credo un centinaio addirittura. Ma abbiamo fatto una selezione molto accurata. Abbiamo detto no ai macellai. E sono stati i primi a contattarci. Abbiamo detto di no anche ai privati che hanno uno o due cavalli perché Remì è cieco da un occhio ed è bisognoso di assistenza. Serve gente capace ed esperta. Per questo motivo cercavamo un’associazione con molti cavalli”.
Per il Comune si era trattato di una gran bella gatta da pelare: “Ci mancava solo il cavallo - sospira Papurello - con tutti i problemi che ci danno gli animali selvatici dai cinghiali ai cani randagi ai tassi. Proprio un tasso, qualche tempo fa, ha causato un incidente”.
Per questo comune ai confini della riserva della Vauda, quello dei cinghiali è uno dei problemi più grandi.
“Ora sembra che ci stiano dando un po’ tregua, ma fino a qualche tempo fa era un’emergenza - spiega il sindaco -. Ora si sono spostati verso Vauda Canavese e San Francesco a Campo. Probabilmente perché hanno capito che qui si spara. Nel corso dello scorso anno in un’operazione congiunta tra ATC caccia, agricoltori e cacciatori, sono stati uccisi 350 esemplari. E questo solo per far comprendere la dimensione del problema. Anche gli agricoltori sono stati autorizzati ad abbatterli. Purché abbiano il porto d’armi e abbiano fatto il corso”.
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