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Ivrea

Diocesi di Ivrea. Il vescovo Cerrato organizza una santa messa per la pioggia con processione

La notizia è già sul sito internet.

Pesce d'aprile

Pesce d'aprile

Vabbè, dai, la verità è che quando ha letto dell'invito del vescovo di Biella Monsignor Roberto Farinella, eporediese doc,  a pregare per il dono della pioggia, si è sentito "ultimo degli ultimi" ed è corso ai ripari. "Lui va in processione alla Vergine Nera di Oropa, io porterò tutti al Monte Stella...", pare lo abbiano sentito dire in tanti, in sagrestia. Da qui la decisione presa da Monsignor Edoardo Cerrato di organizzare una santa messa alle 18 di sabato 1° aprile in Duomo e poi tutti in fila verso il Santuario. La notizia è già online sul sito della Diocesi ma è stata preannunciata ai fedeli nel corso di alcune sante messe di questa settimana. Parteciperanno molti parroci e anche Monsignor Arrigo Miglio e Monsignor Luigi Bettazzi.

Monsignor Farinella

"Perchè "chiedete e vi sarà dato” non è solo un proverbio - si è lanciato nell'omelia -  È propria la parola del Vangelo: è Gesù che invita i suoi discepoli a chiedere ciò di cui hanno bisogno. E se oggi abbiamo bisogno di acqua – noi, la nostra terra, i nostri animali… – è cosa buona e giusta rivolgerci, come dei figli fiduciosi, al Padre dal quale viene ogni bene. Nel “Padre nostro”, domandiamo il pane quotidiano." 

Nella Chiesa cattolica, poi, c’è un’antica tradizione legata proprio alla preghiera per la fertilità dei campi, per il dono dell’acqua, per l’abbondanza del raccolto… Basti a tutti pensare alle Rogazioni quando in prossimità della festa dell’Ascensione (la Sensa), il parroco insieme alla sua gente diceva messa nei campi della parrocchia, pregando, cantando e cospargendo il suolo di acqua benedetta. Che cos’è questo se non un’esperienza di fede e un atto di affidamento al Dio della Provvidenza?

Certo, il credente sa anche un altro proverbio che non viene dal Vangelo, ma ne esprime bene il senso: “Aiutati che il ciel ti aiuta”. Come a dire che la preghiera, se non è accompagnata da uno stile di vita adeguato, non è sufficiente. Quante volte lo ripete e lo ha ripetuto Papa Francesco: basta rileggere l’enciclica Laudato si’! Proprio perché è un dono, l’acqua non va sprecata ma custodita per il bene di tutti.

Vero è che da diverse settimane, a causa della mancanza di pioggia e di anomale ondate di calore, la disperazione comincia ad essere palpabili. Alcuni vescovi e preti hanno promosso momenti di preghiera per chiedere il dono della pioggia.
Tuttavia, occorre chiarire il significato di un simile gesto, che facilmente si espone a gravi fraintendimenti e può degenerare nella superstizione, facendoci regredire verso una forma neopagana di religiosità. Bisogna dire, infatti, che Dio e il mondo sono in una relazione di reciprocità e di autonomia; credere nel Dio creatore, cioè, non significa immaginare un mondo incantato e “sacrale”, governato da una volontà divina.
Sarà anche vero che il mondo è un’emanazione di Dio, ma tutto si può immaginare salvo un “controllo” o un intervento diretto di Dio nella sfera delle realtà mondane che, invece, sono affidate da Dio alla custodia e alla responsabilità dell’uomo, per essere governate tramite le leggi della natura e della scienza.
Negare questo e presentare un Dio “magico”, che scavalca l’agire dell’uomo e la sua libertà, aprirebbe le porte all’ateismo. Lo diceva anche Nietzsche: «Quando piove, pensano che Dio prepari per loro una carrozza».
Insomma, ogni volta che “usiamo” Dio per piegarlo ai nostri bisogni, cadiamo nel rischio di strumentalizzarlo, in un’interpretazione magica della religione.
Dunque, pregare per la pioggia non è attendersi “miracolosamente” l’acqua dal cielo. La preghiera, al massimo, dovrebbe renderci attenti al problema, perché nessuno, anche tra i cristiani, se ne disinteressi. Ci provoca a verificare i nostri stili di vita e a mettere sotto accusa i nostri sprechi.
Se la preghiera incide così sul nostro agire, allora porta frutto: la pioggia “arriva” per la collaborazione tra il nostro agire e l’opera di Dio. D’altra parte, nell’Angelus dei Santi Pietro e Paolo, papa Francesco ha affermato che la siccità «deve farci riflettere sulla tutela del  Creato, che è responsabilità nostra, di ciascuno di noi. Non è una moda, è una responsabilità: il futuro della Terra è nelle nostre mani e con le nostre decisioni!».
Quindi e per concludere, una preghiera non per convincere Dio, ma per animare e sostenere il cambiamento della nostra vita e delle nostre azioni.

PREGHIERA PER CHIEDERE LA PIOGGIA DI S.PAOLO VI
Tu, Padre buono, fa’ scendere dal cielo sopra la terra arida la pioggia sospirata, perché rinascano i frutti (Giac. 5, 17-18)
“Dio, nostro Padre, Signore del cielo e della terra (Mat. 11, 25),
tu sei per noi esistenza, energia e vita (At. 17, 28).
Tu hai creato l’uomo a tua immagine (Gen. 1. 27-28)
perché con il suo lavoro faccia fruttificare
le ricchezze della terra
collaborando così alla tua creazione.
Siamo consapevoli della nostra miseria e debolezza:
nulla possiamo senza di te (Cfr. Gv. 15).
Tu, Padre buono, che su tutti fai brillare il tuo sole (Mat. 5, 45)
e cadere la pioggia,
abbi compassione di quanti soffrono duramente
per la siccità che ci ha colpito in questi giorni.
Ascolta con bontà le preghiere a te rivolte
fiduciosamente dalla tua Chiesa (Luc. 4, 25),
come esaudisti le suppliche del profeta Elia (1 Re 17, 1),
che intercedeva in favore del tuo popolo (Giac. 5, 17-18).
Fa’ scendere dal cielo sopra la terra arida
la pioggia sospirata,
perché rinascano i frutti (Ibid. 5, 18)
e siano salvi uomini e animali (Sal. 35, 7).
Che la pioggia sia per noi il segno
della tua grazia e benedizione:
così, riconfortati dalla tua misericordia (Cfr. Is. 55, 10-11),
ti renderemo grazie per ogni dono della terra e del cielo,
con cui il tuo Spirito soddisfa la nostra sete (Gv. 7, 38-39).
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, che ci ha rivelato il tuo amore,
sorgente d’acqua viva zampillante per la vita eterna (Ibid. 4, 14).
Amen”.

San Paolo VI Papa, Angelus del 04/07/1976

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