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Parla il gestore della piscina: "Il certificato antincendio doveva fornirlo il Comune, non noi"

La struttura ha aperto senza avere tutti i documenti necessari

Parla il gestore della piscina: "Il certificato antincendio doveva fornirlo il Comune, non noi"

La piscina di Piazza Gramsci

Qualche risposta sul “caso piscina” ce la dà Paolo De March, rappresentante di Torino 81, la società che sta gestendo (da ottobre, per un anno), l’impianto di piazza Gramsci.

Se dalle parti del Comune stanno in silenzio e scelgono di “insabbiare” De March fornisce qualche dettaglio in più, in primis sul certificato antincendio (arrivato solo a gennaio): doveva farlo il Comune.

Buongiorno signor De March, ormai da settimane si parla dei documenti mancanti nel momento dell’apertura della piscina, come mai mancavano il certificato antincendio e la licenza?

Se non avessi avuto le certificazione per poter aprire non avrei aperto. Io penso che le certificazioni erano a posto, c’erano le condizioni di sicurezza per aprire”.

Mmm, eppure dai documenti risulta che il certificato antincendio sia arrivato solo a gennaio e la piscina ha riaperto ad ottobre 2022...

Il certificato antincendio è a cura della città, non è un problema che dovevo seguire io. Se io ho delle contestazioni me le facciano, io ho la documentazione che comprova che è tutto a posto. Non c’è niente di sanzionabile, sono questioni che riguardano l’amministrazione”.

Quindi il certificato antincendio non spettava a voi? La piscina è stata aperta mesi senza...

È una di quelle cose che era a carico della proprietà. Non era compito mio, compito mio era rispettare le norme sulla sicurezza. Ho ripristinato le condizioni di sicurezza che erano compromesse e sono ripartito. Io quel tema non lo seguo. Io ho fatto la carta che compete a me”.

Un altro documento di cui si è parlato in Consiglio Comunale: la licenza per l’apertura è arrivata solo il 15 novembre, come mai?

Io sono stato autorizzato dalla città a partire ben prima del 15 novembre. Ho aperto il 3 ottobre e tutte le autorità presenti avrebbero avuto tutto il tempo per segnalare eventuali problematiche o mancanze. Se nessuno ha detto nulla le autorizzazioni erano a posto. Le condizioni per riaprire c’erano. L’obiettivo è di gestire un impianto fornendo un servizio alla cittadinanza, l’abbiamo fatto con meticolosità e rispetto delle norme. Non voglio entrare nelle battaglie politiche anche perché non c’è bisogno di entrarci, io ho un compito, la ma giacca prevede di far funzionare bene l’impianto”. 

Per quanto riguarda la parte economica: questo è un impianto che può stare in piedi? Ha una sostenibilità economica?

“L’impianto è monco, non funziona neanche al 50%, la parte di palestra non è utilizzabile e questo compromette il piano economico finanziario. C’è soddisfazione da parte dei residenti e dei cittadini di Settimo”. 

Quindi prima di un affidamento più lungo servirebbe un intervento da parte del Comune oppure di un privato...

Ci sono dei lavori molto molto importanti da fare. Non so cosa deciderà l’amministrazione, che bando farà, di quanto tempo. Io ho partecipato a questo riavvio perché ritenevamo di avere le competenze per farlo, pensavamo che le condizioni dell’impianto fossero migliori ma purtroppo non è così. Il rischio di impresa però non ci turba, le questioni politiche, invece, non ci competono. Ognuno aveva delle cose da fare, ognuno ha il suo ruolo”.

Avete preso delle multe, delle sanzioni dal Comune?

“No, sono venuti a farci dei controlli e pare non sia emerso niente. Ma forse queste sono cose che sapete più voi di me”.

La licenza del 15 novembre (la piscina era aperta dal 3 ottobre), il certificato antincendio del 18 gennaio 2023 (a più di 3 mesi dall'apertura)

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