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Il caso
04 Marzo 2023 - 01:40
La piscina di Piazza Gramsci
C’è un fatto curioso: nell’ultimo Consiglio Comunale tutti i rappresentanti del famoso e celeberrimo Tavolo della Legalità sanmaurese hanno votato a favore dell’illegalità.
La piscina di Piazza Gramsci ha riaperto i battenti non rispettando tutte le norme di legge. Una questione che neanche la Sindaca ha negato: “Se ci sono state irregolarità saranno accertate”.
E il Tavolo della Legalità? Gran parte dei membri della maggioranza: la Sindaca Giulia Guazzora, il capogruppo del Pd Rudy Lazzarini, il vice Sindaco Matteo Fogli, l’assessore Daisy Miatton e tanti altri fanno parte dell’importantissimo ente che dovrebbe combattere l’illegalità. Purtroppo, però, questo tavolo si è trasformato in una sorta di marchetta politica o poco più dedicata al centrosinistra sanmaurese.
Il capogruppo della Lega, Roberto Pilone, ha attacco duramente la maggioranza in Consiglio, evocando addirittura il carcere.
Roberto Pilone, consigliere di minoranza della Lega
“La mancanza della licenza - interviene - all’apertura è un peccato di gioventù. Mancava la licenza al rugby e mancava alla piscina, ormai è il vostro marchio. Questa comporta una sanzione di natura economica. Quello che non è consentito e non deve essere accettato è la violazione delle leggi sulla sicurezza. È stata aperta la piscina senza il certificato di prevenzione incendi. Al di là di chi doveva richiederlo. L’ha fatto il Comune, perché? Questa cosa dipende da un decreto legge del 2006, il responsabile che apre senza certificato antincendi è responsabile penalmente, si parla di arresto fino ad un anno. Sulla sicurezza di chi lavora dentro e di chi frequenta l’impianto non si discute. La politica che amministra ha forzato talmente la mano che si sono dimenticate cose importanti. È grave che l’assessore in Consiglio ci abbia detto che era tutto a posto. Chi è responsabile se si è aperto senza certificato antincendio? Chi ha segnalato alle autorità che c’era un atto penale? Nel contratto doveva farlo la ditta? Spettava a lei? O doveva farlo il Comune? Se spettava al Comune c’era una grave mancanza di chi doveva controllare questa cosa. Se la responsabilità è del gestore la piscina doveva essere chiusa e denunciato il gestore alle autorità. Avete fatto assumere un rischio ai cittadini, ci sono andati i bambini per 3 mesi e non c’era il certificato antincendio. Vi chiederei di andarvene tutti di fronte ad una cosa simile”.
Al centro della questione, lunedì sera, in Consiglio Comunale c’era la piscina di Piazza Gramsci e una mozione presentata dal Consigliere Marco Bongiovanni che chiedeva chiarimenti e la convocazione di una commissione per vedere tutti i documenti. Riaperta con squilli di tromba il 3 ottobre. A parte gli squlli, però, c’è altro: c’è la totale mancanza di alcuni documenti fondamentali che nel momento della riapertura della piscina non c’erano. Licenza e certificato antincendio sono arrivati dopo.
Quest’ultimo sono nel 2023..
Da parte del consigliere Marco Bongiovanni è arrivata una presa di posizione piuttosto dura: “O giunta e Sindaca chiariscono le mancanze di documenti oppure devono prendere in considerazione le dimissioni, è stata violata la legge”.
Tutto bene? No, tutto male.
Nel giorno della riapertura, infatti, la piscina era senza certificato antincendio e senza licenza, tutto normale? No, tutto male, malissimo.
Della mancanza del certificato antincendio avevamo parlato già noi, a fine dicembre, proprio sulle colonne de La Voce.
Per quanto riguarda la licenza, invece, la questione è stata sollevata, in Consiglio Comunale, dall’ex Sindaco, oggi esponente della minoranza, Marco Bongiovanni.
Dopo un lungo studio e una serie di accessi agli atti, infatti, il risultato è risultato essere piuttosto chiaro: la piscina ha riaperto in breve tempo ma con una serie di gravi mancanze.
La struttura di Piazza Gramsci, a San Mauro Torinese, ha ormai riaperto i battenti ai primi di ottobre.
La riapertura della piscina a ottobre 2022
Eppure, ad oggi, c’è ancora qualcosa che non va, qualche documento che manca, qualche obbligo burocratico da raggiungere.
Se ne era già parlato nell’ultimo Consiglio Comunale del 2022: a chiedere lumi sul tema ci aveva pensato il consigliere di minoranza, Marco Bongiovanni: manca ancora della documentazione? È stato fatto tutto? Siamo sicuri? Dalla maggioranza, però, bocche cucite. A prendere la parola era stata la Sindaca, Giulia Guazzora, che aveva spiegato come tutto fosse stato fatto secondo le regole.
Eppure, ad oggi, a 5 mesi dalla riapertura della piscina le domande, le incongruenze e le irregolarità (?), restano tutte sul tavolo.
“Sono passati 2 mesi dalle mie richieste - commenta Marco Bongiovanni - e non ho ancora tutti i documenti. L’incarico per la certificazione antincendio è stato dato il 4 ottobre ma l’inaugurazione la facciamo lo stesso, ve ne siete resi conto? La richiesta di autorizzazione ad aprire è di novembre, un mese dopo? Come facciamo a rilasciare una autorizzazione se mancano i documenti? Può scappare un documento ma qui mancava tutto, la domanda di apertura è stata fatta un mese e mezzo dopo l’apertura, un minimo di controllo si è fatto?”.
Durissima anche la consigliera di Fratelli d’Italia, Paola Antonetto.
“È pittoresco questo teatrino. - attacca - La Sindaca Guazzora era in giunta con Bongiovanni quando la piscina era stata chiusa, la situazione della piscina la conosceva. Io ho fatto una mozione sulla piscina di Piazza Gramsci il 28 di ottobre. Ci avete detto cose non vere in Consiglio, frasi false. Non si apre una struttura senza sapere se i documenti ci sono o no. Io non ho mai inaugurato una struttura senza sapere se la documentazione c’era ed era in ordine. Se invece si fa è perché la parte politica spinge. È una cosa che non capisco, se anche la piscina avesse aperto due mesi dopo cosa sarebbe cambiato? Dai cittadini pretendete che l’iter debba essere perfetto, devono portare tante carte, qui invece le cose sono andate diversamente”.
La parola, proprio sulle presunte irregolarità, è toccata al segretario comunale, Salvatore Mattia.
“Sono documenti (licenza e certificato antincendio, ndr) - spiega - legati all’esecuzione dell’attività da parte del gestore. Se il gestore prosegue senza consegnare quei documenti può incorrere in sanzioni che forse sono anche arrivate. Se un’attività viene effettuata senza licenza ci sono sanzioni previste, se manca il certificato antincendio ci sono sanzioni”.
Una mezza difesa l’ha abbozzata anche la Sindaca, Giulia Guazzora.
La Sindaca di San Mauro Giulia Guazzora
“Noi come amministrazione - precisa - abbiamo dato l’indirizzo di riapertura di una struttura in condizioni pessime, neanche gli acchiappa fantasmi sarebbero entrati lì dentro. Una piscina chiusa per 1 anno e mezzo senza aver mai aperto mezza volta”.
Ok, tutto bellissimo, bravissimi, ma siccome la piscina era rimasta chiusa (PER COLPA DEL COVID) per anni allora la si riapre così? A caso? Senza la giusta documentazione?
“Se è mancato un documento - continua la prima cittadina - la responsabilità è del gestore, noi abbiamo dato input tramite un bando. Il gestore si prenderà la responsabilità della mancanza di alcuni atti. Noi abbiamo firmato un contratto”.
Insomma la teoria della Sindaca è un semplice “se c’ero dormivo, non ho responsabilità”.
Ma se è vero che legalmente non spetta all’amministrazione verificare è anche vero che esiste una questione grande come una casa sulla sicurezza all’interno di una piscina di proprietà comunale.
Sicurezza che, almeno per 3 mesi, non è stata rispettata.
Ancora più penoso l’intervento del consigliere di maggioranza, Aldo Parola.
“Si trattava - spiega - di certificato scaduto da 3 mesi, da rinnovare”.
Ah beh ma allora non c’è problema, se era scaduto solo da tre mesi non conta niente, giusto?
“Ci voleva, certo - continua Parola - ma ad oggi i documenti sono tutti a posto. Le amministrazioni cercano di fare il meglio, qualcosa viene bene altro no. Due amministrazioni hanno avuto una gestione fallimentare sulla piscina, nel mezzo c’è stato Dallolio che ha provato a fare quello che poteva. Quando abbiamo deciso di fare un progetto ponte non tutti erano d’accordo, sapevamo che c’erano rischi. La piscina, in ogni caso, ora viene utilizzata, continuiamo pure a fare Sherlock Holmes, se ci sono colpe qualcuno pagherà”.
Il consigliere dei Due Ponti, minoranza, Riccardo Carosso, ha invece puntato l’attenzione sulla sostenibilità della struttura.
“Per questa piscina - precisa - 4 amministrazioni hanno fatto carte false. Il peccato originale fu, però, il modello finanziario con cui si aprì la struttura. Dallolio si vantò di averla riaperta accodandosi il mutuo, Bongiovanni ha riaperto una piscina chiusa vantandosi di riuscire a ricavare più soldi rispetto alla rata del mutuo. Cosa è successo? Ha chiuso, Guazzora è storia di oggi. A volte fare quel che si può induce a commettere errori. Ci è costata 3 milioni di euro la piscina. Riaprirla dando 60 mila euro a fondo perduto non rappresenta la miglior cosa. L’obiettivo è sempre avere la piscina aperta ma è sostenibile? I cittadini hanno la piscina aperta ma occhi aperti, la sostenibilità di un impianto così è difficilissima, quindi o si fanno i furbetti o si fa altro…”.
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