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Gassino

Il racconto di Svetlana, profuga scappata dall'Ucraina e giunta in collina

"Sono andata a prendere mia figlia a scuola e la dirigente ci ha detto di andare via: era iniziata la guerra"

Edifici distrutti a Kiev (immagine d'archivio)

Edifici distrutti a Kiev (immagine d'archivio)

Più di 365 giorni di bombe, conflitti, macerie e sfollati. La guerra in Ucraina è tristemente giunta a un anno. 

Se la risoluzione del conflitto sembra ancora distante, le iniziative sul nostro territorio a sostegno del popolo ucraino non sono mancate: è proprio in questo contesto, non a caso, che Roberto Scalafiotti (volontario di San Raffaele Cimena) e Fiorenzo Borello hanno organizzato l’incontro “A un anno dal conflitto” - testimonianze e racconti, tenutosi venerdì 3 febbraio a Villa Bria, a Gassino. 

Villa Bria con le bandiere dell'Ucraina in occasione dell'evento di Specchio dei Tempi

Tanti gli ospiti d’eccezione, per rendere l’idea dell’operato svolto negli ultimi mesi. “Ad oggi i numeri ci parlano di 250mila morti, più circa 11mila arrivi. Allo scoppio della guerra avevamo pochissimi strumenti, ma i primi sfollati sono riusciti a giungere in Italia grazie ad alcune famiglie che già in precedenza, d’estate, ospitavano bambini ucraini - spiega Dario Arrigotti, console onorario dell’Ucraina per il Piemonte - mi ricordo di un bambino arrivato qui con un piumone e sotto il pigiama, nient’altro: erano scappati di casa così, in 2 minuti”. 

Il console Dario Arrigotti con Angelo Conti

Tra i toccanti racconti, anche quello di Svetlana, profuga ucraina: “il giorno che è scoppiata la guerra ho sentito i primi spari ma non sapevo cosa stesse succedendo. Mi sembrava assurdo che le strade fossero vuote e le persone scappassero. Si sentivano gli spari e in cielo si vedevano gli aerei dei militari. Sono andata a prendere mia figlia a scuola a la dirigente ci ha detto di portare via i bambini, perché la guerra era cominciata - racconta la donna - ringrazio l’Italia e Specchio dei Tempi per il sostegno, per non essere rimasti indifferenti e non esservi "arresi", perché la guerra non si è fermata”. 

La testimonianza di Svetlana

L’Italia no, non si è fermata, e tanto meno ha fatto la collina. Risale soltanto al dicembre dell’anno scorso, infatti, l’iniziativa tutta sanraffaelese (svolta in cooperazione con Specchio dei Tempi) portata avanti da Roberto Scalafiotti e altri 3 volontari. 

“Tramite Specchio dei Tempi siamo riusciti a reperire un generatore di corrente nuovo di zecca e in pochi giorni, a fine dell’anno scorso, abbiano deciso di portarlo su a Rivne, in Ucraina, dove i cittadini erano rimasti al freddo e senza elettricità spiega Scalafiotti. 

Il racconto di Roberto Scalafiotti

5 nazioni attraversate e più di 3600 km percorsi per giungere fino Przemysl, città polacca al confine con l’Ucraina, luogo dove i volontari di Specchio d’Italia hanno recuperato il generatore per portarlo ai campi profughi di Rivne. 

“Una gran soddisfazione: continueremo a lavorare per stare vicino a queste persone. E più fondi riusciremo a reperire, più potremo aiutarli” aggiunge Angelo Conti, curatore di Specchio dei Tempi. 

L’attenzione sulla guerra, a un anno dal conflitto, è purtroppo diminuita, ma la sensibilità della collina non viene meno: il prossimo progetto, infatti, è quello di accogliere, presso alcune famiglie gassinesi, proprio dei profughi ucraini.

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