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Il PD di Elly Schlein è già spaccato? La parola a sindaco e assessore

Uno si era schierato per Bonaccini, l'altro per Schlein

Il sindaco di Gassino Paolo Cugini e l'assessore Andrea Morelli

Il sindaco di Gassino Paolo Cugini e l'assessore Andrea Morelli

Da domenica scorsa, il 26 febbraio, Elly Schlein è la nuova segretaria del Partito Democratico. Ma, a circa una settimana dalla sua elezione, che aria tira all’interno del PD di Gassino?

Poco prima del voto degli iscritti, in città, le opinioni non erano unanimi: il sindaco Paolo Cugini si era infatti schierato a sostegno della mozione di Stefano Bonaccini, “sia a livello di partito che sotto il punto di vista sociale, l’idea è quella che si debba ripartire dalle istanze che arrivano dalle comunità locali - aveva affermato il primo cittadino - e Bonaccini è la figura giusta per dare voce alle amministrazioni locali, anche a livello nazionale”. 

Diversa, invece, l’opinione dell’assessore alle Opere Pubbliche Andrea Morelli:non ho ancora deciso, ma sicuramente non voterò Bonaccini. Ci sono alcuni punti che non mi convincono: a partire dal “partito degli amministratori” fino ad arrivare al fatto di non lasciare la presidenza dell’Emilia Romagna in caso vincesse le primarie. Schlein, invece, è una boccata d’aria fresca, è giovane e può avere un forte appeal sulle nuove generazioni” spiegava. 

Che sia, a Gassino il risultato del voto degli iscritti al PD ha lasciato poco spazio all’interpretazione: 17 crocette, di cui 10 per Elena Ethel “Elly” Schlein e soltanto 3 per Bonaccini. Ma come? Il fatto che Cugini si fosse apertamente schierato a sostegno del presidente dell’Emilia Romagna non ha influito per niente? Che all’interno del PD locale “pesi più” l’Assessore del Sindaco? Il dubbio effettivamente viene. 

L'assessore Andrea Morelli 

Il voto dei non iscritti, poi, ha decretato la sentenza definitiva. Il risultato di domenica 26 alle urne di Gassino è stato inequivocabile: su 327 votanti, 88 hanno scelto Bonaccini e ben 239 si sono schierati a favore di Schlein

Gassino a parte, il trend nazionale è stato differente. Il voto degli italiani con la tessera del PD in tasca aveva di molto favorito Stefano Bonaccini, già quasi dato per vincitore. La scelta dei non iscritti ha poi capovolto il risultato, ma anche qui c’è una precisazione da fare. 

La nuova segretaria del PD, Elly Schlein

53,8% lei e 46,2% lui: una maggioranza non così netta. Insomma, gli iscritti si erano espressi molto chiaramente su chi volessero come segretario, per poi trovarsi ad avere come leader dei “dem” una figura che in sostanza non avevano votato. Diversa la situazione per gli elettori, quasi divisi in metà esatta sulla scelta. Questa è la solita dialettica del PD? Spaccato ancora prima di ricomporsi? Si è già visto, non a caso, quanto in passato le “correnti interne” siano state pericolose. È un bene che abbia vinto Elly Schlein? Riuscirà l’ex eurodeputata di super-sinistra a ri-convogliare nel PD tutti i votanti che ultimamente sono passati ai 5 Stelle?

Tutte domande che abbiamo deciso di porre proprio a Sindaco e Assessore locali. 

Innanzitutto c’è da evidenziare il fatto che il risultato di Gassino sia stato molto coerente, sia tra iscritti che non, e che la partecipazione sia stata buona. Le domande poste alla politica sono tante e avere un’affluenza copiosa è sicuramente stato un segno di “buona democrazia” - afferma il Sindaco -  ovviamente io sarei stato più contento se avesse vinto Bonaccini. Probabilmente da parte di Schlein c’è stata una maggior capacità di mobilitazione. La sensazione che ho avuto è che molti elettori abbiano votato di pancia, un voto “contro” in sostanza; non contro Bonaccini, ma contro la linea di establishment. Un partito già spaccato? No, gli elettori alla fine hanno sempre ragione”. 

Il sindaco di Gassino Paolo Cugini

Diversa la posizione dell’assessore Morelli. 

“Beh, io sono stato uno dei sostenitori della mozione Schlein, quindi non posso che essere contento. C’è soddisfazione anche per il risultato di Gassino, che è stato chiarissimo - spiega - a mio avviso si è scelto di non favorire la continuità, che era rappresentata da Bonaccini, per favorire un cambiamento più forte e deciso. Ci sono vari equilibri da tenere assieme, a partire dal fatto che Schlein ha vinto al Nord e Bonaccini al Sud. Negli anni, le correnti più a sinistra si sono staccate: se gente come Bersani, Bindi o Articolo Uno se ne sono andati è perché percepivano che il PD stesse diventando qualcosa di diverso. La bravura di Schlein è stata quella di riconcentrarsi sui nostri principali temi: ambiente, lavoro e salario minimo. Il compito che dovrà fare la segreteria è comunque delicato e non semplice, ma tutti questi punti, più a sinistra, sono quelli con cui si può recuperare parte del nostro elettorato”.

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