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Lanzo
03 Febbraio 2023 - 13:14
Tempo di bilanci. Non solo quelli "di previsione", cioè quelli che i Comuni compilano per capire come spendere i soldi che hanno a disposizione e quali entrate arriveranno. Tempo di bilanci anche sull'attività del Comune di Lanzo in merito al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Il treno dei fondi europei è passato svariate volte, e Lanzo l'ha preso?
Poco più su, l'Unione Montana Alpi Graie il treno dei fondi l'ha preso eccome. Da quel milione e novecentomila euro di fondi ottenuti per la riqualificazione delle Casermette di Usseglio al milione di euro per potenziare la sanità territoriale, i paesini delle alte Valli di Lanzo otterranno una sfilza di fondi che miglioreranno il territorio nei prossimi anni.
Poco più giù di Lanzo c'è, ad esempio, Nole, che ha recentemente ottenuto quasi 4 milioni di euro per la realizzazione di un nuovo asilo nido e per la riqualificazione di una scuola primaria già esistente. Ma di esempi se ne potrebbero fare tanti altri. Lanzo ha avuto la stessa fortuna (o bravura) di questi comuni e unioni montane?
Come si è comportata l'amministrazione di Fabrizio Vottero, che tra le prime sfide che ha dovuto affrontare c'era proprio quella dei fondi europei? La questione è sbarcata in consiglio comunale. Si parlava, per l'appunto, di bilancio di previsione. "Non vorrei sentire utilizzare il concetto di 'coperta corta'" ha detto il consigliere di minoranza di Lanzo Per Noi, Matteo Filippin.
"Siamo in un contesto di grandi problematiche ma anche di grandi opportunità. Questa è una fase epocale per l'Italia e per l'Europa - ha poi argomentato il consigliere di minoranza -: parlavo nei giorni scorsi con un sindaco di un Comune delle vicinanze e mi raccontava che come Comune erano riusciti a portare a casa 25 milioni di euro dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza".
Una cifra importante. "Non voglio certo fare confronti, però il Pnrr c'è oggi e non ci sarà domani. Ma domani tutti gli italiani pagheranno gli interessi, sia chi ne ha usufruito sia chi non ne ha usufruito" ha puntualizzato il consigliere di minoranza. L'idea di Filippin è corretta. Per capire perché, facciamo un passo indietro.
Matteo Filippin, consigliere di Lanzo Per Noi
Il PNRR (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza) è il documento che ciascuno Stato membro ha dovuto predisporre nel 2021 per accedere ai fondi del Next Generation EU (NGEU), lo strumento introdotto dall’Unione europea per la ripresa post pandemia Covid-19, rilanciando l’economia degli Stati membri e rendendola più verde e più digitale.
Il NGEU, questa sorta di "Piano Marshall" contemporaneo, è un pacchetto da 750 miliardi di euro, costituito da sovvenzioni e prestiti (facciamo attenzione: prestiti!) la cui componente centrale è il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (Recovery and Resilience Facility, RRF), che ha una durata di sei anni, dal 2021 al 2026, e una dimensione totale di 672,5 miliardi di euro (312,5 sovvenzioni, i restanti 360 miliardi prestiti a tassi agevolati).
Insomma, gli Stati membri ottengono sì una quota del Next Generation Eu a fondo perduto, ma pure una quota sotto forma di prestito. Che andrà ripagato. Con gli interessi. Da qui la preoccupazione di Filippin: parte dei soldi del Pnrr la ripagheremo tutti, e quindi tutti (compresa Lanzo) dovremmo beneficiarne.
Fabrizio Vottero, sindaco di Lanzo Torinese
"Vorrei che Lanzo possa pagare degli interessi su qualcosa che ha portato dei vantaggi al paese" ha concluso Filippin. A rispondergli, il primo cittadino Fabrizio Vottero. "Questo non vuole essere un alibi, ma credo che chi conosce i meccanismi del bilancio sa che è sicuramente un periodo epocale ma di lì a dire che ci sono i soldi che piovono ce ne passano" ha detto il primo cittadino.
"Noi - ha proseguito - abbiamo partecipato a una decina di questi bandi, e in molti casi ci sono dei vincoli. In quelli in cui potevano rientrare ci siamo messi in gioco. Qualcosa abbiamo ricevuto, ad esempio sul discorso della messa in sicurezza. Continuiamo su questa strada per non lasciare indietro questa opportunità, e non voglio avere remore. Ahimè non abbiamo ottenuto grosse cifre, ma ci sono vari progetti con cui siamo finiti in graduatoria".
Vottero ha poi promesso di portare al prossimo consiglio un quadro dei fondi del Pnrr ottenuti dal Comune sul territorio. "Certo, non piovono soldi dappertutto, ci sono soldi che arrivano semplicemente rispondendo ai prerequisiti ma i bandi importanti sono altri - ha replicato Filippin -. Per vincere la sfida e la competizione con gli altri territori bisogna investire".
Investire tempo e attenzione. Al momento, la diagnosi di Filippin non è generosa: "Non voglio sminuire quel che è stato fatto, ma in questo momento non ce l'abbiamo fatta a rientrare nei bandi importanti. Lanzo è la capitale di questo territorio e dobbiamo fare in modo che questa cittadina sia riconoscibilmente individuata come capitale di questo territorio e non passi in secondo piano".
Certo, le difficoltà, per Lanzo come per altri Comuni, esistono. Sono soprattutto riscontrabili nelle carenze di organico: i dipendenti comunali sono semrpe troppo pochi. "Le realtà come le nostre - ha detto Vottero - che comunque sono già un po' più strutturate rispetto ad altri Comuni più piccoli, hanno una grossa carenza nel sistema di accesso ai finanziamenti".
Ci sono diverse casistiche: in alcuni casi basta compilare una checklist, in altri servono invece livelli di progettazione avanzati e la disponibilità, per l'ente, a cofinanziare il progetto. Questo secondo caso riguarda i progetti più consistenti dal punto di vista finanziario. Che sono anche quelli più difficili da ottenere.
Vottero l'ha giustamente sottolineato in consiglio comunale: "Poniamo il caso di un progetto di 5 milioni di euro per cui è richiesto un cofinanziamento del 10% da parte del Comune: vuol dire che dovremmo avere 500mila euro a bilancio per quel progetto". E accantonare 500mila euro non è un giochetto da ragazzi.
C'è poi il problema del costo dei professionisti: un tecnico che redige un progetto che vale 7-8 milioni (in consiglio l'ha fatto notare l'assessore ed ex sindaco Ernestina Assalto) di sicuro non prende millecinquecento euro. Insomma, per le piccole realtà come Lanzo il Pnrr rischia di trasformarsi da opportunità in incubo: per invertire la rotta servono i fondi e la volontà politica di applicarli.
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