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Due benzinai su tre in sciopero: lunghe code per i rifornimenti

Dalle 19 del 24 gennaio per 48 ore. Interessati almeno 15 mila distributori su 22 mila

Benzina

Prezzi del diesel alle stelle

Non bastano le aperture del ministro Urso a scongiurare lo sciopero dei benzinai: allentare la stretta sulle sanzioni e sull'obbligo di esporre i prezzi non favorisce una marcia indietro.

Resta quindi la chiusura di 48 ore delle stazioni di servizio, anche dei self service (possibili eccezioni per quelle gestite dalle compagnie petrolifere), dalle 19 del 24 gennaio.

Faib Confesercenti, Fegica e Figisc-Anisa Confcommercio - che dicono di rappresentare il 60-70% della categoria di circa 22.000 gestori - si aspettavano "ben altro" rispetto a "sanzioni abnormi" e "cartelli non pertinenti" ma hanno avuto impressione che il governo abbia "le mani legate" e abbia voluto rimandare le decisioni in parlamento.

Alla terza riunione sul decreto per la Trasparenza dei prezzi - già incardinato in Commissione Attività produttive della Camera dove martedì cominciano le audizioni - il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha messo sul piatto alcune modifiche.

Fermo restando l'obbligo di esporre il prezzo medio regionale che sarà settimanale (e non giornaliero) e ad ogni variazione del prezzo, la chiusura dell'attività per omessa comunicazione avverrà solo dopo 4 omissioni in 60 giorni (e non più dopo tre senza limiti temporali).

L'eventuale chiusura potrà essere decisa da 1 a 30 giorni (prima da 7 a 90) e le sanzioni per omessa comunicazione saranno da un minimo di 200 a un massimo di 800 euro a seconda del fatturato (prima raggiungevano i 6.000 euro).

Altro passo del Governo è stato far slittare di 10 giorni dalla conversione del dl l'emanazione del decreto ministeriale che definirà le modalità di comunicazione e di esposizione dei prezzi. E poi, per "favorire la massima trasparenza", è prevista una App gratuita del ministero che consentirà di conoscere il prezzo medio regionale e, con la geolocalizzazione, anche il prezzo praticato da ciascun distributore nel perimetro desiderato. Profondamente delusi i gestori.

In una conferenza stampa dopo il tavolo tecnico, il presidente nazionale di Figisc Confcommercio, Bruno Bearzi, ha riconosciuto "uno sforzo per ridurre le sanzioni ma rimane l'obbligo del cartello", così "il messaggio che rimane è che siamo una categoria da tenere sotto controllo perché speculiamo".

"Lo sciopero è confermato", ha aggiunto, ma "fino all'ultimo momento siamo disponibili a vedere se troviamo margini di manovra".

"L'unico elemento positivo è aver spostato i termini del decreto" ha aggiunto Giuseppe Sperduto, presidente di Faib Confesercenti spiegando che il provvedimento "genera soltanto confusione".

"Il governo ha le mani legate" ha aggiunto. All'accusa di speculazione i gestori dicono di essere abituati ma, spiega il segretario generale della Fegica Roberto Timpani, sono le aziende petrolifere a decidere il prezzo secondo le regole del libero mercato. Le proposte di modifica non piacciono ai petrolieri dell'Unem secondo cui l'esposizione del prezzo medio regionale è un "parametro metodologicamente non corretto e inefficace".

Critiche arrivano dall'opposizione, con Enrico Borghi (Pd) che rileva come sia "il primo sciopero dell'era Meloni", mentre per Mariastella Gelmini di Azione "lo sciopero è frutto degli errori del governo", che secondo Peppe De Cristofaro di Alleanza verdi e Sinistra "ha fatto una brutta figura".

Polemiche "pretestuose" dice Lino Ricchiuti di Fratelli d'Italia. Il tavolo tecnico a cui partecipano tutti gli attori della filiera, ha assicurato Urso, continuerà fino al completo riordino del settore che necessita di diversi interventi anche in vista della transizione green. Modifiche auspicate anche dai gestori per la mancanza di autorità e normativa chiara.

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